Minimi: come fare se si passa il limite

Norme&fisco –

Applicare il regime dei minimi senza averne diritto dà luogo a una serie di violazioni fiscali che vanno sanate. Farlo il prima possibile consente di ridurre sensibilmente le sanzioni da pagare. Modalità e costi per mettersi in regola

Attenzione ai requisiti. I gestori che scelgono di applicare il regime dei minimi da quest’anno, oppure continuano ad applicarlo se hanno avviato l’attività dal 2008, è bene che prestino cura ai limiti previsti da questo regime fiscale agevolato. Il decreto legge 98/2011 (manovra di luglio) ha infatti ristretto i parametri di applicazione del regime e aggiunto nuovi e ulteriori requisiti di accesso (vedi riquadro in basso).
Ma cosa succede a chi ha deciso di applicare il regime e si accorge successivamente di non averne diritto?
Come rimediare ad esempio all’omissione in fattura? Occorre, secondo il Dpr 633/72, emettere una fattura con applicazione dell’Iva e annotare il documento nel registro entro 15 giorni dall’emissione: l’imposta viene considerata nella liquidazione periodica e nella dichiarazione annuale.

Sanzioni ridotte
Quando vengono commesse violazioni fiscali si può comunque beneficiare di uno sconto sulle sanzioni (Dlgs 472/1997). Sanare le omissioni e gli errori entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno in cui sono stati compiuti consente di pagare sanzioni ridotte a un ottavo del minimo. Dato che per l’omessa fatturazione la sanzione minima è pari al 100% dell’imposta relativa all’operazione non documentata, la penalità è quindi del 12,5% (un ottavo di 100).
Se la violazione comporta anche il mancato pagamento di un’imposta, vanno regolarizzate sia l’irregolare fatturazione (o la registrazione con indicazione inesatta) sia il versamento omesso. Quindi, visto che in questo caso la sanzione è del 30%, si può pagare o il 3% (un decimo) tramite il ravvedimento operoso, purché entro 30 giorni dalla data della violazione, o il 3,75% (un ottavo) dopo questo termine. 

Il funzionamento del regime dei minimi

Aliquota unica
Il regime dei minimi consente l’esclusione da Iva, Irap, Irpef, studi di settore e tenuta delle scritture contabili. Il reddito, determinato con il principio di cassa (differenza tra entrate e uscite monetarie), è  tassato al 5%. Ci può accedere chi non ha conseguito nell’anno solare precedente ricavi superiori a 30mila euro e non ha propri dipendenti.

Nuove regole
Dal 1° gennaio 2012 il regime si applica solo a chi ha avviato l’attività dal 2008 o la avvia nel 2012; è valido per il periodo d’imposta in cui è iniziata e per i quattro successivi (quindi non più di 5 anni in totale). Si può restare nei minimi - sempre che se ne mantengano i requisiti - anche oltre, fino al compimento dei 35 anni d’età.

Ulteriori vincoli
Non bisogna aver esercitato, nei tre anni precedenti, attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare. Non si può proseguire un’attività prima svolta in forma di lavoro dipendente o autonomo, o un’attività d’impresa svolta da altro soggetto con ricavi superiori a 30mila euro nell’anno precedente.

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