Le discoteche sono una cosa seria

Dopo quasi un anno di di chiusura delle discoteche il Sindacato italiano dei locali da ballo mantiene la sua linea di responsabilità. Nonostante il buco nero del fatturato si prosegue sulla strada virtuosa che distingue le discoteche dai balli e dalle feste illegali che nel frattempo, in barba all’emergenza, stanno proliferando

Il fatturato annuale delle discoteche (fonte Silb/Fipe) è di 1 miliardo è 300 milioni, che sale a 3 miliardi includendo tutti i locali dove si balla. La perdita quest’anno è stata del 90%.
Il fatturato annuale delle discoteche (fonte Silb/Fipe) è di 1 miliardo è 300 milioni, che sale a 3 miliardi includendo tutti i locali dove si balla. La perdita quest’anno è stata del 90%.

Le discoteche, a parte una breve parentesi estiva, sono chiuse da quasi un anno. Nonostante questo ogni fine settimana si parla di assembramenti nei locali, balli e feste come se le discoteche fossero sempre aperte. La verità è che attualmente balli e feste si svolgono in una torbida zona franca e nella più totale illegalità. Così esordisce Maurizio Pasca, il Presidente di SILB-Fipe, Il Sindacato Italiano dei Locali da Ballo, la più importante associazione italiana di categoria che raduna il 90% delle imprese del comparto censite dalla Camera di Commercio, pari a 2.200 discoteche, con 50mila lavoratori regolarmente assunti e altri 50mila con contratti stagionali o a chiamata.

Maurizio Pasca, Presidente SILB-Fipe
Maurizio Pasca, Presidente SILB-Fipe

 Il 17 agosto 2020 le discoteche sono state costrette a chiudere, in base all’ordinanza del Ministero della Salute. Questo dopo che a partire dal Dpcm dell’11 giugno, il governo ha dato la possibilità alle regioni di far ripartire anticipatamente queste attività rispettando una serie di linee guida. La motivazione, in soldoni, stava nel fatto che le discoteche sono luoghi che favoriscono il contagio. Qual è la vostra posizione?

Mantenere il distanziamento sociale è impossibile, come si è visto questa estate nelle spiagge, in autunno sui mezzi di trasporto quando (doverosamente) sono state riaperte le scuole, in inverno nei centri commerciali. Le discoteche sono chiuse da metà agosto, ascrivere ai locali la crescita dei contagi - ripresa da ottobre - è errato e va contro ogni logica. Purtroppo si sta verificando quello che avevamo previsto da subito. Ovvero il proliferare di raduni che sfuggono ad ogni forma di legalità. Capiamo la disperazione dei titolari di tanti locali che non sono discoteche, ma la nostra linea è quella del rispetto rigoroso delle regole, perché siamo imprenditori e come tali ci comportiamo. Le discoteche sono una cosa seria".

 Quali possono essere le conseguenze nel breve periodo?

Di questo passo almeno metà delle discoteche spariranno dalla circolazione, nella migliore delle ipotesi diventeranno parcheggi, mobilifici, show-room, centri commerciali. Nella peggiore delle ipotesi diventeranno facile preda della malavita.

Quali misure potrebbero adottare le discoteche per mettere in sicurezza gli spazi e i propri clienti?

Le discoteche potranno riaprire soltanto quando le condizioni generali lo consentiranno, e sempre nel pieno rispetto e applicazione di quanto indicato la scorsa estate dai vari protocolli di sicurezza. Requisiti indispensabili: termoscanner, sanificazione, ingressi distanziati, materiale monouso, obbligo di mascherine, diminuzione dei coefficienti di capienza, postazioni per tamponi rapidi, potenziamento degli addetti alla sicurezza.

 Sempre a proposito dell’estate scorsa. Qualcuno ha sbagliato? E se qualcuno ha sbagliato perché è stato sbagliato chiudere tutto?

Invece di sanzionare severamente i colpevoli qui si pensa che se uno sbaglia, debbano pagare tutti. È una strana applicazione del concetto di responsabilità oggettiva. Invece di insistere sul distanziamento di due metri in pista da ballo e un metro fuori, si dovevano modificare i criteri di capienza, come è stato fatto in Puglia. Se ci sono stati errori, ce ne sono stati molto meno che in altri settori, così come dovrebbero spiegarci come mai tutti questi assembramenti che si sarebbero verificati questa estate in Romagna e in Salento non hanno prodotto contagi. Unico caso - chissà se più mediatico che reale - il Billionaire in Sardegna. Un po’ poco per accusare un intero settore. Troppo comodo scaricare le colpe su di noi.

 Quanto è il danno stimato in termine di fatturato?

Se parliamo soltanto di discoteche, il fatturato è di 1 miliardo è 300 milioni, che sale a 3 miliardi includendo tutti i locali dove si balla. La perdita è del 90%. Siamo chiusi da un anno, a parte una breve parentesi estiva, che ha riguardato soltanto una minoranza di locali all’aperto.

 Quali aiuti chiedete alle istituzioni?

Ristori a fondo perduto, un decreto per il blocco degli affitti, dei tributi e delle utenze. Le serrande sono abbassate ma certe spese si ripresentano tutti i mesi, si pensi banalmente all’energia elettrica per far funzionare gli antifurti. La cassa integrazione in deroga e il credito d’imposta sono provvedimenti importanti, fermo restando che il credito d’imposta è stato riconosciuto soltanto per le proprietà, non per le locazioni.

Cos’è e quali sono gli obiettivi dell’associazione Cogeu?

Il Silb si batte da sempre per un divertimento sano, intelligente e consapevole, con la massima attenzione e collaborazione con enti e associazioni allineati a questa rigorosa linea di pensiero come l’associazione Cogeu, nata dopo la tragedia della Lanterna Azzurra di Corinaldo del 2018, per tutelare un divertimento in sicurezza dei ragazzi che frequentano le discoteche. Cogeu è una realtà con la quale ci stiamo confrontando, con la quale siamo felici di poter collaborare per aiutare le giovani generazioni a lenire i loro disagi, dovuti dalla totale mancanza di socialità, che rischia sempre più di sfociare in violenza ed altre devianze.

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