Discoteche: la ripresa c’è, ma è ancora lenta

discoteche rapporto Siae
Secondo i dati del nuovo report Siae il settore dell'intrattenimento ha dato importanti segnali di ripresa nel 2022, con 470.000 appuntamenti, 75,6 milioni di partecipanti e un miliardo di euro spesi. In ritardo le discoteche, ancora lontane dai numeri del pre-pandemia

È un’Italia che nel 2022 è ripartita e che ha pienamente ripreso a organizzare eventi e a frequentare cinema, teatri, concerti, mostre, partite di calcio e tutti gli altri spettacoli d’intrattenimento. Lo si evince dalle pagine di Spettacolo, Intrattenimento e Sport, il rapporto Siae, alla sua 87esima edizione e che quest’anno si è avvalso della collaborazione dell’Associazione economia per la cultura e dell’Agis - Associazione generale italiana dello spettacolo.

«Il 2022 ha mostrato segnali incoraggianti soprattutto dopo la fine dello stato d’emergenza – afferma Matteo Fedeli, direttore generale della Siae, nell’introduzione del report –. Oltre 3 milioni di eventi con un incremento complessivo di circa l’80% rispetto all’offerta dell’anno precedente, ma con ancora un ritardo del 29% sul 2019. Sono stati registrati quasi 205 milioni di spettatori, con alcuni settori, come concerti di musica leggera, circo, spettacolo viaggiante e parchi da divertimento, con numeri anche superiori al periodo pre-pandemico, e oltre 3 miliardi di spesa».

Riparte l’intrattenimento

Per quanto riguarda l’intrattenimento (ballo e intrattenimento musicale, spettacolo viaggiante e fiere) si sono registrati 470.000 appuntamenti (+162% rispetto 2021 e -31% rispetto 2019), con 75,6 milioni di partecipanti (+155% rispetto al 2021 e -22% rispetto 2019) e 1 miliardo di euro spesi (+155% rispetto 2021 e -26% rispetto al 2019).

Scendendo ancor più nello specifico, alla voce ballo vanno ascritti 163.800 spettacoli, +635,19% in confronto al 2021, quando le discoteche di fatto rimasero chiuse per gran parte dell’anno e si ebbero in tutto poco più di 22.000 spettacoli. La ripresa di questo comparto è quindi più lenta, rispetto ad altri: nel 2019 si contavano 44% spettacoli in più. Gli spettatori risultano quasi 29,5 milioni, il 742% in più rispetto al 2021, comunque in forte contrazione rispetto al 2019 (-28%), anno per il quale si erano registrate oltre 40 milioni di presenze. La spesa complessiva per il ballo è di circa 410 milioni di euro nel 2022, in crescita sull’anno precedente (+808% vs. 2021), ma ancora decisamente inferiore alle cifre raccolte negli anni prima della pandemia (oltre 720 milioni nel 2018 e 715 milioni nel 2019).

Discoteche ancora lontane dai numeri pre-pandemia

In buona sostanza, alle discoteche manca un terzo di quello che si produceva prima dello stop forzato a causa dell’emergenza sanitaria. Sarà fondamentale capire se questo 30% sarà recuperato nel 2023 o se si tratta di un calo fisiologico se non addirittura irreversibile.

«Siamo in crescita rispetto al 2021 e aspettiamo i dati del 2023 – commenta Maurizio Pasca, il presidente del Silb, il Sindacato italiano dei locali da ballo -. Di sicuro continuiamo a soffrire gli effetti della pandemia, basti pensare ai ristori; il nostro settore ha ricevuto 80 milioni, cinema e teatro più di dieci volte tanto. Senza dimenticare la pressione fiscale alla quale siamo sottoposti: il 48% dei nostri fatturati finisce in tassazione, così come i costi gestionali incidono tantissimo, per tacere del mancato inquadramento giuridico di diverse categorie di nostri lavoratori. Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché una ragazza che esce da una scuola di danza se lavora in teatro ha un suo inquadramento adeguato, se va a ballare in discoteca no».

Il problema dell’abusivismo

Un altro grave problema è l’abusivismo. «Il Silb è da sempre impegnato in prima linea contro l’abusivismo, contro quelle realtà dove si balla senza avere né i requisiti né tantomeno le licenze. Noi segnaliamo sempre ogni situazione non a norma, poi non spetta a noi prendere provvedimenti adeguati», commenta il residente del Sindacato.

Non mancano però idee e impegni per rilanciare il settore. «Come imprenditori dobbiamo a tornare a investire e a credere in quello che facciamo, perché il piacere e il divertimento che si prova in una discoteca è difficile riscontrarlo in un ristorante e in un pub: sono situazioni differenti – racconta Pasca -. Dobbiamo essere capaci di far tornare la voglia di andare in discoteca, sempre ricordando che anche il potere d’acquisto di gran parte degli italiani attualmente è messo a dura prova, quindi non è certo un momento storico nel quale ci si possa permettere di uscire tutte le sere. E non si deve mai cadere nell’errore di svendere il nostro prodotto: se si abbassano i prezzi, poi non si risale più: è una legge di mercato ineludibile».

La forte concorrenza di ristoranti, pub e casa

I numeri del rapporto Siae dicono molto ma non dicono tutto. Tante le ulteriori considerazioni che si possono fare in merito: di sicuro la discoteca – quantomeno in Italia – non è più la prima scelta in termini di intrattenimento come, invece, accadeva negli anni Novanta e a inizio millennio. Le alternative sono cresciute, sia dentro che fuori casa.

Per molti risulta più divertente e forse anche più economico una serata a casa di amici guardandosi le partite di calcio o le serie tv, così come in tanti preferiscono ristoranti e pub con le cene cantate o il djset di accompagnamento. I più irriducibili, ergo i veri appassionati di musica elettronica, tendono a frequentare una discoteca quasi esclusivamente se ci sia in console un dj superstar, per tacere di quelli che preferiscono destinare le loro finanze ai festival, agli eventi dove condividere un’esperienza, come a un concerto. Di fronte al palco, spesso e volentieri con il telefonino in mano a farsi selfie o a riprendere il set di turno.

Offrire un servizio di qualità

Si tornerà a livelli d’eccellenza quando si tornerà ad assaporare il gusto di far serata nel proprio club preferito a prescindere dall’ospite speciale di turno. Si tornerà ad andare nella propria discoteca di riferimento perché si saprà che quasi certamente si vivrà la giusta atmosfera, si assaporeranno le giuste vibrazioni, si tornerà a ballare e a ritrovarsi in mezzo a tanti sconosciuti come se invece ci si conoscesse da sempre. Il tutto ovviamente accompagnato da un servizio di qualità sin dal parcheggio e dal guardaroba, con bar che servano bevande di qualità e soprattutto sia offerto il meglio in termini di audio e video. Troppo spesso molti titolari di locali hanno preferito investire in divani invece che negli impianti. Un errore colossale. Il modello Ibiza dimostra che un modello vincente in materia esiste: replicarlo su scala nazionale è impossibile, trarne ispirazione e spunti più che doveroso.

Il tutto senza cadere nell’effetto nostalgia: le serate revival o remember che ogni tanto in una programmazione di un locale ci possono anche stare, ma non possono essere una soluzione né tanto meno un’idea originale. Anzi! Diffidiamo sempre di chi sostiene che si stava meglio 10, 20 o 30 anni fa: chi lo afferma sta soltanto rimpiangendo di non avere 10, 20 o 30 anni di meno.

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