Il Led illumina tutto il locale

Attrezzature –

Questa tecnologia è stata inventata 50 anni fa, ma solo da poco tempo ha raggiunto la potenza sufficiente per poter essere utilizzata in qualsiasi ambiente. Con vantaggi insuperabili in termini di consumi e sicurezza

Sono cinquant’anni esatti da quando il fisico americano Nick Holonyak inventò il primo Led. Si trattava di un lumino rosso, di piccole dimensioni e di minima luminosità. Nessuno, allora, poteva minimamente immaginare che i diodi ad emissione di luce (da cui, appunto, l’acronimo Led) potessero un giorno diventare, come sono ora, dei potenti strumenti di illuminazione d’ambiente, capaci di alimentare un mercato da 15,5 miliardi di euro.
Per anni, infatti, queste lampade non hanno avuto la potenza necessaria per emettere una luce sufficientemente forte da illuminare un ambiente. La loro evoluzioni le ha portate dapprima a diventare strumenti di arredo, per esempio nella creazione di superfici retroilluminate per banchi bar o per effetti scenografici. O ancora per illuminare le vetrine di esposizione degli alimenti, soprattutto quelli freddi, perché i Led non producono calore e non interferiscono quindi sulla conservazione dei prodotti e sui consumi energetici collegati.
Oggi, però, i Led sono così efficienti e potenti da poter essere utilizzati in sostituzione di qualsiasi tipo di lampada, anche dei faretti direzionali che illuminano i piani di lavoro di un bar, il laboratorio di preparazione, le uscite di sicurezza. Sono, a tutti gli effetti, strumenti di illuminazione tecnica e professionale, in continua evoluzione e con molti vantaggi.

Alta efficienza

Il continuo miglioramento di questi prodotti ha reso possibile l’introduzione di lampade sempre più potenti, in grado di fornire prestazioni paragonabili a quelle delle lampade a incandescenza, con consumi di cinque volte inferiori. «Il ritmo di miglioramento dei Led - dice Jeanin Chrobak-Kando, business development manager del gruppo giapponese Verbatim, di recente entrato nel settore dell’illuminazione - segue un’evoluzione paragonabile a quella dei chip dei computer e descritta dalla Legge di Moore. Nel caso dei Led si parla di Legge di Haitz, dal nome del suo ideatore, Roland Haitz, scienziato oggi in pensione che ha lavorato a lungo per il gruppo Agilent. Secondo la Legge di Haitz ogni 10 anni circa il costo di produzione dei Led per lumen si riduce di un fattore 10, mentre l’emissione di luce aumenta di un fattore 20. Procedendo di questo passo, l’efficienza di illuminazione dei Led potrebbe raggiungere i 200 lm/W nel 2020 (contro gli attuali 70-80 lm/W), se il settore sarà sostenuto da adeguati investimenti per lo sviluppo».
Nuove etichette
Queste indicazioni sull’evoluzione rapidissima dei Led, che in effetti ha bruciato le tappe sorprendendo anche i più ottimisti sostenitori di questa tecnologia, si aggiungono al cambiamento normativo sulle etichette energetiche. Dal primo settembre 2013 sarà infatti obbligatoria la nuova etichettatura energetica sulle lampade, che a tutti gli effetti vengono equiparate agli elettrodomestici a grande diffusione e devono fornire indicazioni precise al consumatore sui consumi energetici.
A essere interessati dalla normativa sono anche i Led, che sarà quindi possibile trovare con sempre maggior frequenza nei centri commerciali e nei punti vendita, sia per l’acquisto diretto sia in dotazione ad apparecchi illuminanti, come lampadari, lampade a terra, faretti.
«La nuova etichetta - spiega Simonetta Fumagalli, responsabile del Laboratorio sistemi sperimentali per l’uso razionale dell’energia dell’Enea - riporta le informazioni sulla classe energetica di appartenenza e i consumi in kWh su 1.000 ore di utilizzo; sull’imballo poi devono esserci altri dati riguardanti il colore della luce, il modo di smaltimento a fine prodotto, la dimmerabilità, le dimensioni, la temperatura di funzionamento, il numero di accensioni prima di un guasto, l’emissione luminosa in lumen e i tempi di avvio».
Si riversa quindi sull’acquirente finale una notevole quantità di informazioni non sempre facili da comprendere, ma che possono essere particolarmente utili. Per esempio, se un apparecchio viene venduto con lampade alogene, ma può in alternativa usare quelle a Led, il produttore è tenuto a indicarlo in etichetta, segnalando anche i consumi energetici per ogni tipo di sorgente luminosa impiegata. Questa indicazione è molto interessante perché consente anche al gestore di un bar, e all’elettricista che realizza l’impianto, di superare qualsiasi incertezza (e scaricarsi da ogni responsabilità) sul tipo di sorgente luminosa da impiegare, anche in caso di interventi in retrofit o di manutenzione.

Diffusione e utilizzo

La transizione verso i Led è inevitabile anche alla luce dei grandi vantaggi in termini di costi ridotti e di lunghezza di vita del prodotto che li rendono preferibili in molti casi ad altri prodotti (vedi la tabella a pag. 42). Secondo un’indagine di mercato di Electronics.ca Research Network, i dispositivi a Led diventeranno i più venduti nel mercato dell’illuminazione a partire dal 2014 e nel 2021 supereranno il 50% del mercato edilizio commerciale. Che cosa comporterà questa rivoluzione? E che cosa cambierà nel modo di lavorare e di interfacciarsi con il cliente? Si moltiplicano, innanzi tutto, le occasioni di utilizzo di questi dispositivi, che hanno il vantaggio di assorbimenti molto ridotti rispetto alle lampade a incandescenza o alogene, senza tra l’altro generare calore e quindi senza influire sui bilanci della climatizzazione estiva e invernale.
In uno scenario horeca colpisce, per esempio, l’impiego intensivo di sorgenti Led in nuove realizzazioni. Un esempio è la nuova sede di Eataly a Roma, realizzata con lampade Philips, utilizzate per esempio nelle illuminazioni di tutti i reparti gastronomici. Anche i banchi di lavoro dei tanti punti di somministrazione sono stati illuminati, in maniera impeccabile, con dispositivi a luce diffusa e disposti molto in alto. I nuovi Led possono essere infatti raggruppati in gradi corpi illuminanti, diffondono una luce di colore naturale e non stancante per gli operatori, non creano situazioni anomale di caldo che possono essere fastidiose per un bartender e consentono in definitiva giochi di luce, anche funzionale, che gli apparecchi alogeni non potevano garantire con la stessa qualità di comfort ambientale.

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