Il dehors si evolve in spazio da vivere

Locali –

Un tempo pensato solo per aumentare i coperti, lo spazio esterno diventa luogo per intrattenimento, vendita di prodotti e mostre d’arte, rivoluzionato dal design

Un tempo rispondevano a un concetto semplicissimo: ampliare verso l'esterno la superficie di un locale per aggiungere tavoli, soprattutto nella stagione estiva. Poi i dehors hanno cominciato lentamente a trasformarsi. L'apparizione delle prime stufe da esterni li ha resi agibili anche d'inverno. L'introduzione della legge contro il fumo delle sigarette nei locali pubblici li ha modificati in punto d'incontro per fumatori. L'innovazione tecnologica ha fatto il resto. Nuovi materiali per strutture e arredi più resistenti alle intemperie, leggeri, facili da assemblare, trasparenti, hanno reso i dehors simili ad avveniristiche navicelle spaziali, anche completamente chiuse, quasi dependance dei locali da cui si differenziano per destinazione e concetto.

Bar sulla spiaggia
Si è cominciato dalle località di mare, che per un intuibile vantaggio geografico si prestano, d'estate, a mille variazioni sul tema dehors. Ci sono locali tradizionali che, grazie all'utilizzo di una parte di spiaggia, diventano “beach bar” come il Papeete di Milano Marittima, concepito secondo l'idea di uno spazio da utilizzare dal tramonto all'alba. Secondo Beppe Riboli, prolifico designer di locali, «si tratta di un trend in crescita, destinato ad estendersi anche ai chioschi». Le soluzioni non mancano. Le aziende di arredi per esterni e di contract, mai come in questi ultimi anni, stanno gareggiando tra loro per proporre nuovi prodotti: lettini che si trasformano in chaise longue o veri e propri lettoni, panche che assumono la forma di divani, vasi per piante con l'aspetto di quinte.
L'idea è piaciuta tanto che il beach bar si trasferisce anche nel centro delle città, come Milano o Berlino, e perfino in montagna. È successo alla Baita Gardonè di Predazzo, dove in una sosta lungo le piste da sci è possibile accomodarsi su lettini in puro stile caraibico. In più, un'enorme tensostruttura a forma di ombrellone bianco e giallo è pronta ad aprirsi per offrire copertura, questa volta in caso di nevicata o di pioggia e non con il sole.

Gli spazi aperti dei locali all'estero
Le Olimpiadi invernali di Torino hanno mostrato già due anni fa altre variazioni sul tema del dehors. Le varie nazioni non hanno gareggiato solo sulle piste, ma anche nell'allestire spazi, all'interno della città, in cui promuovere il turismo e i propri prodotti tipici. L'allestimento delle varie Casa Svizzera, Casa Turingia, Casa Canada e via discorrendo è stato così affidato a progettisti che si sono profondamente ispirati ai dehors, ma anche alle fiere di paese, ai chioschi e a tutti gli spazi aperti che, soprattutto all'estero, sono da sempre più utilizzati rispetto all'Italia. Curiosamente questa passione per gli spazi esterni vive soprattutto al Nord, in paesi come la Svizzera o la Germania. Si sono visti, quindi, spazi attrezzati per seguire le gare in diretta e arredati con tavolini, luoghi ideali dove servire birra e carne alla griglia secondo la moda dell'Oktoberfest di Monaco di Baviera. Il format sembra aver fatto centro ovunque, anche negli Stati Uniti e in Canada, dove il dehors in stile bavarese va di gran moda, anche condito da particolari kitsch come le cameriere in costume o le botti di birra dipinte inneggianti a Gambrinus, considerato popolarmente il patrono della birra.

Idee dal Politecnico milanese
Che il tema del dehors sia particolarmente caldo, è dimostrato anche dal fatto che il consorzio Poli.Design del Politecnico di Milano, ha attivato ormai da un anno un corso di design dedicato all'outdoor. La prima edizione 2007 ha già proposto soluzioni interessanti. È il caso di OrtoValdo, frutto dell'inventiva di sette allievi di diverse nazionalità, che introduce l'idea di un vasto spazio esterno, utilizzato per la produzione del cibo servito all'interno del locale. Una sorta di orto, insomma, dove fare una scampagnata in piena città.
Il concetto sviluppato è quello del “pick and cook”, “raccogli e cucina”, che garantisce al cliente genuinità e rispetto dell'ambiente. Il concept prevede un intervento diretto dell'avventore: all'ingresso gli viene fornita una borsa e una tessera, che consente di fare una spesa di prodotti, colti direttamente nell'orto-dehors o raccolti da scaffalature refrigerate se si tratta di carne, pesce e bevande.

Anche Espezial, altro progetto elaborato al corso da un gruppo di sei designer, utilizza gli spazi esterni per proporre un forte ritorno alla natura. Il dehors è collegato a un laboratorio-erboristeria, e durante il giorno è luogo di lavoro, dove vengono sperimentati e confezionati tisane, oli, creme, essenze, tutti in vendita nello shop. La sera il luogo di lavoro si trasforma in lounge, dove si possono conoscere le erbe accompagnati da un esperto, visitare le serre che si aprono al pubblico, ma anche consumare tè, tisane e ginseng, fumare il narghilè, assaggiare cocktail.

Gallerie d'arte
Il passo successivo è fare del dehors un luogo d'espressione artistica: galleria d'arte, palcoscenico per concerti o spettacoli teatrali, tendenza già avviata con successo in diversi locali in riviera. Non si tratta soltanto di discoteche che si trasferiscono all'aperto, con proposte musicali studiate ad hoc dai dj. In alcuni casi, come il Tinì Sound Garden di Cecina, in provincia di Livorno, lo spazio esterno è destinato a spettacoli di cabaret. Esposizioni d'arte figurativa, scultura e pittura, allestite in spazi comuni sono poi diffusissime in città come Berlino, Stoccolma, Copenaghen. In questi casi è la parte open-air a diventare il vero centro di attrazione e di aggregazione della gente.

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