Controllare il rumore per vivere meglio

Un bar è rumoroso per definizione, ma molto si può fare per renderlo acusticamente più confortevole per i clienti e per chi sta dietro al banco.

 

Un bar rumoroso non è un buon bar. Se in un ambiente si superano i 55 dB (decibel) le persone presenti iniziano a percepire un senso di fastidio. Ebbene, pensate che in molti bar il livello del rumore raggiunge e supera facilmente gli 80 dB, equivalente a quello di una strada molto trafficata o di uno stabilimento dove sono in funzione presse o macchinari simili. Il rumore di un aspirapolvere, che tanto ci dà fastidio perché ci impedisce di parlare quando siamo in un appartamento, è abitualmente più basso.

Essere esposti al rumore a lungo è fastidioso e può avere ripercussioni sulla salute. Lo è per i vostri ospiti, che stazionano in un bar per mezz’ora, 40 minuti al massimo durante la pausa pranzo, ma lo è ancora di più per voi e per i vostri dipendenti, che in genere subite un’esposizione al rumore ben più prolungata. A lungo andare ciò può comportare disturbi all’udito, ma, in tempi brevi, può provocare forti emicranie, cali dell’attenzione e anche una minore efficienza sul posto di lavoro.

Un rumore alto in un locale impedisce di capire bene che cosa ordinano gli ospiti, ostacola la comunicazione tra il personale e si risolve, oltre che nei problemi fisici che abbiamo descritto, anche in una minore efficienza complessiva dello staff e in un danno economico.

Secondo uno studio presentato nel 2013 a Praga, in occasione della conferenza internazionale dei manager delle facility (cioè delle strutture adibite ad attività lavorative), ogni anno l’eccessivo rumore può comportare la perdita di ben 24 giorni lavorativi per dipendente, sommando i giorni di assenza causati da disturbi vari, le perdite di tempo generate dall’impossibilità di comunicare bene e la minor efficienza, e quindi i maggiori tempi di reazione, determinati da un rumore troppo elevato rispetto a una situazione ideale.

 

Come intervenire

Un bar, però, è rumoroso per definizione. La gente va e viene, spesso la porta è aperta lasciando penetrare il frastuono del traffico. Ci sono macchine in funzione, come quella per il caffè, la lavastoviglie, il climatizzatore e anche i frigoriferi, che per quanto silenziosi contribuiscono a creare un sottofondo costante e fastidioso. Magari c’è anche della musica o una radio che suona e le persone che parlano tra di loro. Come si fa a impedire che tutti questi effetti combinati rendano invivibile il vostro locale? Il responsabile principale, in realtà non è tanto il rumore, quanto la configurazione del locale e, in particolare, i materiali usati per i rivestimenti e per le pareti o le vetrine, la forma, in particolare del soffitto (quelli a volta, per quanto belli, sono i più difficili da trattare acusticamente) e la pianta: più un ambiente è articolato e irregolare più il rumore si riverbera e si amplifica.

È proprio il cosiddetto riverbero del suono a provocare il maggior senso di fastidio più che il volume del suono. Il riverbero è un fenomeno determinato dalla riflessione delle onde sonore, simile per certi versi a quello che avviene con i raggi luminosi: se questi si scontrano con una superficie riflettente, come uno specchio, vengono “respinti” all’interno dell’ambiente: i suoni riflessi si aggiungono a quelli diretti, creando un senso di fastidio e di rimbombo. Ci sono materiali che riflettono quasi interamente un’onda sonora, come il vetro per esempio, altri che sono in grado di attutirla e di assorbirla, come alcuni tessuti, la lana di vetro, la gommapiuma o la neve, per fare alcuni esempi. La soluzione per contrastare il riverbero sonoro, quindi, consiste nell’esaminare il locale e i materiali impiegati e disporre all’interno altri materiali capaci di contrastare il fenomeno e ridurlo. Se lo studio è fatto bene, da un esperto in acustica, si possono ottenere risultati molto buoni, anche dimezzando l’inquinamento sonoro di un ambiente, con pochi, semplici interventi.

In genere si ricorre al posizionamento di pannelli fonoassorbenti sul soffitto o sulla parte alta delle pareti per assorbire le onde sonore e fare in modo che il loro riverbero si smorzi. Questo tipo di intervento, che riguarda il comfort acustico del locale, è tutt’altra cosa rispetto a quello che invece viene definito isolamento acustico e che riguarda invece la trasmissione di suoni da un ambiente all’altro. Per esempio dal vostro bar all’appartamento del piano superiore. Per intervenire su quel tipo di problema occorre invece provvedere a un isolamento acustico a regola d’arte, che spesso comporta lavori di muratura o di modifica delle controsoffittature.

 

Soluzioni in commercio

Esistono molte soluzioni in commercio per affrontare il problema. Non si tratta di incollare alle pareti le confezioni di uova vuote, mito dell’insonorizzazione fai da te, ma di disporre in punti strategici di pannelli speciali, per lo più costituiti da un’anima metallica per il fissaggio al muro o al soffitto e di un rivestimento in tessuto. Negli ultimi anni si sono moltiplicati i prodotti di questo tipo. Per un bar sono da preferire quelli in tessuti lavabili, che possono essere smontati e ripuliti. Anche perché i tessuti assorbono gli odori e la polvere e vanno tenuti puliti per evitare che, eliminato il problema del rumore, vi troviate a risolvere quello dello sporco. Ci sono però anche soluzioni più complesse, come per esempio rivestimenti studiati per le controsoffittature che abbinano anche sistemi di isolamento termico. Nella foto, pannelli circolari Ecophon Solo Circle (ecophon.com).

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