Come ottenere il meglio dai lavoratori stranieri (e non)

Gestione –

Focalizzarsi sui compiti da svolgere e le competenze che si hanno è riduttivo. Dare importanza al lavoro di ognuno, fare squadra e lavorare sugli elementi deboli le chiavi per il successo

Avviso al lettore: se pensa di trovare in questo articolo qualche (nuovo) trucchetto su come “sfruttare di più” l’extracomunitario che lavora da lui, magari in nero e sottopagato, non legga oltre questa riga. Perderebbe tempo e resterebbe deluso. Se invece ritiene che nella gestione delle persone ci sia sempre da imparare (e da migliorare), potrebbe trovare qualche spunto interessante. «I risultati migliori dai propri collaboratori li ottiene chi non ragiona solo in termini di istruzioni, disposizioni e ordini, ma piuttosto di dialogo, ascolto e conversazione». Sono le parole di Luigi Volpe, oltre trent’anni di esperienza alle spalle nel campo della formazione, che negli ultimi due anni ha curato in provincia di Trento una serie di corsi di formazione professionale destinati agli stranieri, molti dei quali hanno poi trovato lavoro nell’horeca (esperienza riassunta nel libro “Stranieri per apprendere: la formazione per l’inserimento lavorativo”, ed. Franco Angeli, pagg. 130, 14 euro). Volpe si definisce un «grande tifoso della persona». Ed è straconvinto che dignità e gratificazione siano le parole chiave per ottenere il meglio dai collaboratori.
«Un lavoro non è fatto solo di compiti da svolgere e competenze da avere. Perché le persone che lo svolgono portano con sé i propri valori e quelli della società da cui vengono. La cultura del lavoro, per esempio, è molto diversa da Paese a Paese: ci sono persone con grandi competenze e una pessima idea del lavoro e altre senza competenze ma con valori di serietà, assiduità e lealtà molto radicati. Occorre per ogni persona fare una mappa delle competenze che ha, di quelle che potrebbe acquisire e di quelle che non è in grado di acquisire, tenendo conto che è sempre necessario andare per gradi. La cosa più importante è di non farsi mai guidare dai pregiudizi».
La regola base, in qualunque posto di lavoro, dovrebbe essere dare a ogni lavoro la stessa dignità: «Oltre a crederlo, bisogna comunicarlo - spiega Volpe -. Un conto è dire: “Tu vai a lavare i piatti perché non sai fare altro”; altro è dire: “Igienizzare i piatti è un lavoro utile e per noi è importante che venga fatto al meglio”.
Un buon gestore è capace di far sentire importante ogni singola persona, qualunque cosa faccia». Il passo successivo è di creare comunità, di far sentire tutti parte di una squadra dove sono chiari valori, obiettivi e competenze.
«Il livello della prestazione di un gruppo - spiega Volpe - non si misura dalla media dei componenti, ma dalla prestazione del livello più basso. Per questo chi vuole puntare all’eccellenza deve partire dalla formazione degli elementi più deboli. Puntare solo sui migliori non permette di migliorare la prestazione complessiva». Per questo i sistemi premiali più efficaci sono quelli che gratificano sia i migliori sia la squadra.
«Guai a scambiare tutto questo per lassismo - conclude Volpe - le cose che non vanno bisogna dirle, sempre. Ma anche qui c’è modo e modo. Anziché: “Sei un disastro, non sei capace”, meglio: “Questo è fatto bene, quest’altro male”: è molto più efficace».

I CONSIGLI
Ascoltare
I vostri collaboratori sono prima di tutto delle persone. Ascoltarli significa dar loro valore. Provate a farvi raccontare qualcosa di loro, nei limiti in cui ne hanno voglia.
Trasmettere
Il lavoro non è fatto solo di prestazioni e competenze. Trasferite ai vostri collaboratori cosa volete essere per i clienti, quali sono le vostre peculiarità. 
Responsabilità
Comunicate l’idea che hanno da imparare, ma anche da insegnare: stimolate a dare il loro apporto di idee, per esempio su come far meglio il loro lavoro. Fate avvertire loro la responsabilità: è molto più potente dell’obbedienza.
Esempio
Se avete tanti collaboratori stranieri, fate in modo che sia straniero anche qualcuno dei capiturno.
È un preciso segnale
per tutti che chi è capace viene premiato.
Fare gruppo
Di tanto in tanto, riunitevi per parlare di come si può migliorare quello che fate. Create, almeno una volta l’anno, un’occasione extralavorativa per fare gruppo.
Autoispezione
Create delle check list di compiti che ogni addetto deve svolgere e insegnate a fare da soli il primo controllo di cosa ha fatto. Ciò non esclude la vostra supervisione, la agevola.

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