Come affrontare la nuova normativa sul divieto di fumo

Il divieto di fumo dopo il Regolamento del 29 dicembre 2003.



Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale avvenuta il 29/12/2003 del Regolamento portante i "Requisiti tecnici dei locali per fumatori e dei relativi impianti di ventilazione e di ricambio d'aria", inizia il conto alla rovescia per la piena applicazione della legge 16 gennaio 2003 per la tutela dei non fumatori.



Infatti trascorso un anno e 15 giorni dalla data di pubblicazione sulla G.U. (vale a dire dal 14 gennaio 2005), sarà più difficile per i fumatori italiani (oltre 13 milioni di persone, prevalentemente uomini giovani e di mezza età) e anche per quelli stranieri frequentare i locali pubblici del nostro Paese, perché sarà tassativamente vietato accendere la sigaretta in oltre la metà degli esercizi (cioè in quelli che dispongono di un solo locale).



Ma sarà ugualmente problematico per gli esercizi con più locali poter attrezzare spazi separati per fumatori, in considerazione dell'eccessiva complessità ed onerosità degli interventi tecnici necessari.



Esistono, infatti, vincoli edilizi particolarmente pesanti soprattutto nei centri storici e costi di impianto (tra progettazione, installazione e manutenzione) non inferiori a 150/200 euro al metro quadrato di superficie.



Da una prima stima, l'ammontare degli investimenti necessari per chi vorrà tutelare fumatori e non fumatori (nell'ipotesi che 30.000 esercizi tra ristoranti, pizzerie, pub e bar installino gli impianti di ventilazione in ambienti con 30 mq. di superficie) sarà pari a oltre 15 milioni di euro, una cifra molto elevata e , per di più, assolutamente non sostenuta da alcun intervento pubblico.



Fino all'approvazione della Legge 16 gennaio 2003, n° 3 sulla tutela dei non fumatori, il divieto di fumare esisteva in:

locali della pubblica amministrazione (Ministeri, questure, uffici finanziari ...);

locali privati dove si svolgono funzioni pubbliche (banche dove si pagano i tributi);

altri (discoteche, cinema e sale corse con deroghe per impianti);

luoghi di lavoro con incompatibilità oggettiva (distributori di carburanti, cucine, poli chimici, ecc.).



Con la nuova legge il divieto di fumo è stato esteso a tutti i locali chiusi, dove accedono pubblico o utenti, ad eccezione di:

locali privati dove non è previsto accesso di pubblico o utenti;

locali attrezzati per il fumo con idonei impianti di riciclo d'aria (luoghi di lavoro, esercizi pubblici, altri locali da individuare con decreto), fermo restando il mantenimento del divieto per tutte le tipologie per cui era già previsto dalla legislazione precedente.



Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale avvenuta in data 29/12/2003 del Regolamento portante i "Requisiti tecnici dei locali per fumatori e dei relativi impianti di ventilazione e di ricambio d'aria", inizia il conto alla rovescia per la piena applicazione della nuova disciplina. Trascorso un anno e 15 giorni dalla data di pubblicazione sulla G.U. (vale a dire dal 14 gennaio 2005), non si potrà più fumare oltre che nei locali in cui il divieto era precedente alla legge 13/2003, anche in:



studi di professionisti (dall'avvocato al commercialista);

parrucchieri ed estetisti;

uffici privati (assicurazioni, banche, agenzie immobiliari);

circoli privati;

negozi (supermercati, centri commerciali, negozi di vicinato, artigiani che vendono al pubblico);

alberghi;

agriturismi;

bar, ristoranti, pub ed altri esercizi pubblici.



Per bar, ristoranti, pub e ad altri esercizi pubblici è consentito fumare in appositi ambienti separati a condizione che vi sia un apposito impianto di ventilazione e di ricambio avente le caratteristiche definite nel Regolamento e che la superficie riservata sia inferiore al 50% della superficie complessiva dei locali.



Pubblici esercizi e fumatori in Italia



TAV. 1 - DISTRIBUZIONE DEI PUBBLICI ESERCIZI

(maggio 2003)



Ristoranti U.L. Bar/Caffè U.L.

Piemonte 5.942 10.394

Valle d'Aosta 400 701

Lombardia 10.103 23.230

Trentino 2.297 3.077

Veneto 7.088 12.462

Friuli V.Giulia 2.361 3.956

Liguria 3.433 5.512

Emilia Romagna 5.559 11.703

Toscana 6.080 8.761

Umbria 1.235 1.857

Marche 2.117 3.420

Lazio 5.705 10.573

Abbruzzo 2.135 2.983

Molise 495 786

Campania 6.443 9.876

Puglia 4.425 6.256

Basilicata 553 1.236

Calabria 2.439 3.893

Sicilia 3.681 5.894

Sardegna 2.258 5.043



Nord - Ovest 19.878 39.837

Nord - Est 17.305 31.198

Centro 15.137 24.611

Sud E Isole 22.429 35.967

ITALIA 74.749 131.613





TAV. 2 - LA SUPERFICIE DEI BAR PER GRUPPO TIPOLOGICO



Tipologia Sup. media Distr. %

(in mq.)

Bar in circoli 38 1,9

Bar con vendita alcolici 41 5,4

Bar con intrattenimento 42 2,5

Bar pasticceria 46 0,8

Bar stagionali 47 14,7

Bar caffè (piccoli) 49 9,2

Bar di paese 49 11,2

Bar in stazioni servizio 54 3,2

Bar latteria 55 4,7

Bar con sala giochi 63 2,6

Bar pizzeria 63 5,0

Bar in centri commerciali 72 6,1

Gelaterie artigianali 75 11,5

Bar in stazioni ferrov. 76 1,1

Bar gelateria 81 14,0

Bar tabacchi 85 4,0

Snack bar 115 2,1

Media 61 100,0

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