Ciò che vogliono gli italiani

Consumi –

Una ricerca Swg, per Santa Margherita, spiega gli atteggiamenti dei nostri connazionali in fatto di vino. Sì ai consigli, no a prezzi troppo alti. Sì ai giornali, “nì” a internet

Pù abitudinari che sperimentatori, molto più sensibili al passaparola che ai consigli di Internet. E molto attenti al portafogli (costo della vita o parsimonia?) ma ben disposti a spendere di più per il vino da regalare. Però anche esigenti al ristorante, e forse un po' stufi della rigidità dell'offerta di molti locali: oltre alla classica bottiglia da 0,75 litri gradirebbero infatti una proposta più ampia di mezze bottiglie, vini sfusi e al calice.

Aspetti. Sono alcuni degli aspetti che emergono da una ricerca sulle abitudini di consumo, i criteri di scelta e gli atteggiamenti degli italiani rispetto al vino, condotta dall'azienda Santa Margherita in collaborazione con Tomorrow Swg. La ricerca, presentata ad aprile, è stata condotta a novembre 2007 su un campione di 800 italiani, maschi e femmine dai 18 ai 64 anni, attraverso interviste telefoniche. Rispetto alle abitudini di consumo, il vino è presente nel 75,7% delle famiglie italiane (600 bevitori su 800 intervistati) e vede ancora la supremazia della casa (58,7%) rispetto al fuoricasa (21,1%) come luogo di consumo.

Pasti. Quasi sette persone su 10 lo bevono solo ai pasti, il 17% anche in altri momenti, il 14,6% soltanto in altri momenti. La frequenza media di consumo è di 3 volte a settimana, ma tre persone su dieci (anche le donne) bevono vino tutti i giorni o quasi, in particolare nella fascia di età tra 55 e 35 anni, più al nord che al sud e più tra i pensionati, i dirigenti e i colletti bianchi rispetto alle altre categorie. Tra i canali di informazione prevale nettamente il passaparola, ma anche la pubblicità, la stampa specializzata, la stampa generalista, radio e tv non vanno male.

Internet. Chi invece non passa l'esame è internet, agli ultimi posti come mezzo di informazione sul prodotto vino, nonostante la grande offerta del web e contrariamente a quanto ci raccontano molte agenzie online cresciute come funghi in questi anni. Un altro argomento della ricerca aveva come tema l'acquisto. Più di sei persone su dieci quando entrano in un negozio, più o meno specializato, hanno già in mente un vino, il 36,1% del campione (386 responsabili di acquisto su 800 intervistati) decide invece al momento.

Prezzi. Sui prezzi il 41,7% è disposto a spendere qualcosa in più rispetto al suo prezzo soglia, ma il 41,2% spende al massimo 3 euro a bottiglia e il 30,9% tra i 3 e i 5 euro per il consumo a casa e in famiglia. Quando però si tratta di regalare un vino l'italiano scuce qualcosa di più: il 76,5% spende da 5 euro a oltre 10 euro a bottiglia. Nel consumo fuoricasa si beve più a cena che a pranzo, più al ristorante e in trattoria che in bar, winebar, enoteche e locali notturni. A tavola il consumatore si lascia in genere consigliare (38,3%), consulta attentamente la carta (26%), ordina il vino della casa (19%), oppure indica al sommelier una generica tipologia di vino (16,7%).
Consumo. Quando invece l'acquisto è per il consumo personale, in casa, il 37,9% compra quasi sempre lo stesso vino, il 35,8% sceglie tra due/tre vini che già conosce o che ha già comprato, appena il 26,4% decide volta per volta, per sperimentare.

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