Allarme usura

Attività –

In forte crescita i commercianti caduti nelle mani degli strozzini: almeno 200mila negli ultimi due anni. Ma le denunce risultano in calo

Le cifre sono allarmanti. Negli ultimi due anni il numero delle vittime dell'usura è sensibilmente aumentato e oggi comprende almeno 200mila commercianti, ai quali è stato applicato un tasso d'interesse sui prestiti superiore al 10% mensile. Considerando che ognuno si indebita con più strozzini, le posizioni debitorie - sostiene lo studio di Confesercenti-Sos Impresa presentato di recente - “possono essere ragionevolmente stimate in oltre 600mila”. Il giro d'affari vale 20 miliardi di euro.
Complice la crisi economica, l'usura ha aumentato la sua pericolosità sociale.
Nel triennio 2006-2009 sono stati costretti alla chiusura 165mila attività commerciali e 50mila pubblici esercizi: di questi, scrive l'indagine, “un robusto 40% deve la sua cessazione all'aggravarsi di problemi finanziari, a un forte indebitamento e all'usura”.
L'usuraio di quartiere è stato in molti casi soppiantato dall'usura di mafia e criminalità organizzata, che hanno costruito vere e proprie reti professionali del credito illegale. Confesercenti e Sos Impresa stimano in 6 miliardi di euro annui l'introito dell'usura di mafia, con circa 70mila persone vittime di patti usurari con associazioni mafiose. E si tratta di cifre calcolate per difetto. Campania, Lazio e Sicilia sono le regioni dove si concentra un terzo dei commercianti coinvolti, ma a rischio usura c'è anche il nord Italia.

Aspetti critici e possibili vie d'uscita
Tanti piccoli imprenditori finiscono nella trappola degli strozzini perché colpiti dalla crisi economica, per resistere alle perdite, per mantenere aperto l'esercizio e pagare i fornitori. Sono occasioni in cui prospera il fenomeno dell'usura di giornata: la mattina si prestano i soldi (mediamente mille euro) e la sera si passa a ritirare il capitale maggiorato di un 10% di interessi. Come sottolinea l'indagine, è il più emblematico dei problemi che sta attraversando la piccola e media impresa. Eppure, il numero delle denunce registrate è ancora risibile e in continuo calo dal 1996, anno in cui è stata emanata la legge 108 sull'usura. «In Italia sono a rischio d'usura 1.660.000 piccoli imprenditori», stima Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it che con lo sportello antiusura monitora costantemente il fenomeno. «In passato - dice Carlomagno - ogni qual volta l'economia ha segnato brusche frenate, l'usura ha visto delle forti crescite». Ma oggi una serie di fattori concomitanti aggravano la situazione: «Oltre la poca propensione all'elargizione del credito, si sta registrando il proliferare del pagamento delle tasse a rate, la crescita del gioco d'azzardo e delle scommesse sportive legalizzate e il boom delle carte di credito revolving, che trascinano migliaia di famiglie e piccole imprese nelle mani di spregiudicati usurai».
Dal circuito perverso dell'usura, però, si può essere aiutati ad uscirne. Bisogna denunciare e affidarsi agli strumenti messi a disposizione dalla legge, il Fondo di prevenzione e, soprattutto, il Fondo di solidarietà, che offre un mutuo decennale senza interessi. La domanda va presentata alla Prefettura della provincia dove è avvenuto il reato, entro 180 giorni dalla data di denuncia dell'usuraio o dalla data in cui si ha avuto notizia dell'inizio delle indagini, corredata da un piano di investimento per il reinserimento dell'usurato nell'economia legale e da un piano di restituzione dell'importo del mutuo. La concessione viene deliberata dal Commissario Straordinario del Governo.

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