Addio ai bar di fascia media

Locali –

In tempi di crisi economica, i consumatori sembrano essere interessati soprattutto a qualità e convenienza

Chissà quanti fra i nostri lettori, negli ultimi tempi, hanno scrutato il cielo, con la speranza di vederlo mettersi definitivamente al bello... Sì, perché un tempo freddo e piovoso, com'è stato quello delle scorse settimane, non è proprio quello che ci voleva per raddrizzare la stagione delle vendite di bevande al bar, partita nel 2008 decisamente male. L'ormai innegabile tendenza al contenimento dei consumi “voluttuari” degli italiani non lascia pensare che, dopo i risultati negativi del 2007, questo sarà un anno di crescita. Ma c'è qualcosa che il titolare o gestore di un locale possa fare, per cercare di incentivare i consumi in questo settore? Lo abbiamo chiesto ad alcune importanti aziende di distribuzione. «Essere sempre aggiornati sulle novità e sulle tendenze - dicono da Partesa -, anche con la collaborazione del fornitore, partner commerciale di fiducia, che non si limita a offrire un portafoglio di prodotti beverage, ma anche proposte food, attività di consulenza e di formazione, servizi aggiuntivi per il locale, piani promozionali per facilitare la rotazione dei prodotti, assistenza tecnica e tanta passione». Secondo Giuliano Gaiba di Horecare per staccarsi dalla banalità dell'offerta «servono gestori capaci di orientarsi al cliente più che al prodotto. Il fattore di successo è la definizione di un'offerta costruita intorno a una specifica esigenza del pubblico, come il risparmio di tempo oppure la ricerca della varietà o del gusto».

Il giusto connubbio tra qualità e prezzo
Naturalmente ci sono anche norme di buona gestione che vanno puntualmente applicate, soprattutto in periodi di crisi. «Diversificare l'assortimento, per gli esercizi di fascia più bassa - sintetizza Giuseppe Cuzziol, presidente di Italgrobe - e puntare sul servizio, per quelli di fascia alta. Il consumatore oggi non si accontenta più di un servizio standardizzato, anche se efficiente». «Preoccuparsi della qualità espositiva dei prodotti - aggiunge Marco Pesaresi, Normal Trade & Horeca Sales Director di Coca-Cola Hbc Italia -. Una vetrina disordinata, senza logiche espositive, vende sensibilmente meno di una con un'esposizione razionale e ordinata. L'attenzione al rifornimento dei prodotti nella vetrina richiede tempo, soprattutto in alta stagione, ma viene sempre premiata da maggiori rotazioni». «Puntare sulla qualità e sul giusto prezzo delle consumazioni» è il suggerimento di Lucio Roncoroni, direttore di Cda. Infine, Andrea Onesti, amministratore delegato di Onesti Group, sottolinea la necessità di adeguarsi alle nuove sfide competitive: «Come ha fatto la nostra azienda, che negli ultimi mesi ha affrontato un ambizioso progetto di sviluppo, così, a nostro avviso, devono fare gli altri operatori della filiera, gestori di locali in primis. Come? Contenendo i prezzi dove possibile e puntando sul servizio e sulla specializzazione per “riconquistare” il consumatore». Ma che cosa prevedono i nostri interlocutori per il prosieguo della stagione? «Nulla, nessun segno di ripresa - afferma Gaiba -. Il consumatore non può più spendere, perché ha difficoltà ad arrivare a fine mese, dovendo affrontare comunque spese che sono o che considera prioritarie». «La progressiva riduzione del potere d'acquisto degli italiani - concorda Ludovico Soranzo, direttore commerciale di Onesti Group - penalizza soprattutto i consumi cosiddetti voluttuari, colpiti anche da un costante incremento dei prezzi».

Il futuro risiede nella specializzazione
Anche Roncoroni non vede schiarite all'orizzonte, a meno che la stagione estiva non sia eccezionalmente calda, mentre in Partesa si segnala il crescente interesse del consumatore verso nuovi centri di aggregazione sociale, come centri commerciali, cinema multisala e palestre, su cui si stanno concentrando gli acquisti. Per Cuzziol il futuro del bar è la specializzazione: «Da un lato la richiesta di un ampio assortimento a prezzi competitivi per i bar di fascia più bassa, che devono soddisfare un bisogno immediato; dall'altro la richiesta di quanti cercano nel pubblico esercizio un luogo, un ambiente, un'esperienza. In mezzo? Nulla. Il bar di fascia media sembra destinato a scomparire». E sulla stessa linea è anche Pesaresi: «La crescita dei consumi fuoricasa, malgrado l'innegabile difficile contesto macroeconomico, ha determinato e determina la creazione di format di pdv sempre più specializzati ai quali occorre fornire risposte adeguate in termini di offerta di gamma e di servizi. Penso, per esempio, alla nostra Aquarius, una bevanda pensata proprio per le persone che durante la giornata lavorativa vogliono concedersi una pausa rinfrescante e reidratante».

Le bevande in cifre
-1,2%
l'andamento delle vendite nei primi due mesi
del 2008 nel fuoricasa

-2%
il calo delle vendite nello stesso periodo
nel solo canale bar

+3,11%
la crescita delle acque minerali

+5,6%
l'incremento delle bibite piatte

-2,09%
l'andamento delle bibite gassate

-18,39%
l'andamento dei ready to drink nei locali della notte
Fonte: indagine Cda


Consigli utili
L'ambiente, un'arma vincente

Fate del vostro locale un luogo in cui il cliente si senta a suo agio. Nessuno sceglie un pubblico esercizio perché ha “quella” marca di aranciata o di succo, ma perché ci si trova bene. la curiosità stimola l'acquisto Cercate di costruire un assortimento che si differenzi un po' da quello di tutti gli altri. Spesso, quello di una bevanda è un acquisto d'impulso più che la risposta a una reale necessità.

Occhio al servizio
In momenti come l'attuale, in cui il consumatore bada a come spende anche il centesimo, il servizio diventa il vero valore aggiunto. Scegliete, quindi, collaboratori competenti e capaci di ascoltare e soddisfare le esigenze del cliente. E non trascurate la loro formazione.

Qualità sempre e comunque
Non cedete alla tentazione di reagire al calo dei consumi abbassando la qualità della proposta: il danno rischia di essere maggiore del beneficio. I dati dicono, infatti, che gli esercizi che stanno incontrando più difficoltà sono proprio quelli di livello medio-basso.

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