La presentazione è avvenuta in grande stile a Host. Nello stand di Enofrigo, l’azienda di Borgoricco, in provincia di Padova, specializzata nella produzione di mobili refrigerati, neutri e riscaldati per la ristorazione professionale, i professionisti hanno potuto vedere per la prima volta i.Am enolution, una cantinetta per il vino che promette di rivoluzionare il comparto. Il perché lo spiega Dino Cavinato, amministratore delegato dell’azienda che ha lavorato oltre un anno e mezzo a pieno ritmo per dare vita a questo nuovo prodotto. «i.Am enolution - dice Cavinato - nasce sulla spinta delle normative europee che richiedono prodotti sempre più efficienti ed ecosostenibili, ma va oltre: è una cantinetta che si presenta come un monolite, compatta, con una dispersione termica vicina allo zero, in classe energetica A e fatta interamente di materiali riciclabili e riciclati».
Ampia modularità
Particolarmente curata la regolazione della temperatura, per consentire una conservazione ideale del vino. «Abbiamo lavorato con grande attenzione - sottolinea Cavinato - sulla gestione dei flussi d’aria fredda e sulla doppia ventilazione, ventilata e statica, per ottenere una stratificazione delle temperature ideale e consentire così di tenere vini di diverse tipologie, spumanti, bianchi e rossi, all’interno della stessa vetrinetta».
La modularità è completata dalle tre dimensioni in produzione, con la più grande alta 1.962 mm per una capacità fino a un massimo di 358 bottiglie, e dai colori disponibili, nero e beige. Commercializzazione a partire da gennaio 2018, prezzo in fase di definizione. «Ma il prezzo sarà comunque altamente competitivo - aggiunge Amerigo Po, presidente di Enofrigo -. Il nostro obiettivo era fare un prodotto internazionale, capace di competere non solo sul mercato italiano ma anche su quello mondiale, dove le esigenze sono spesso diverse dalle nostre e si privilegia soprattutto la massima capienza delle bottiglie che vengono tenute coricate, non in piedi come da noi. Del resto noi esportiamo il 70% delle linee di prodotti per buffet, mentre le cantinette raggiungono un export del 50%. Abbiamo ritenuto che sia giunto il momento di far salire questa percentuale al livello delle nostre altre linee». Per riuscirci l’azienda avrebbe dovuto pensare a un prodotto veramente innovativo. E così è stato ed è nato un progetto che ha richiesto l’impegno delle risorse interne e il contributo di apporti esterni sia per il design, sia per lo sviluppo della parte elettronica, che consentirà in futuro una grande espandibilità.
Rivoluzione digitale
«Molte catene estere - spiega Cavinato - ci hanno chiesto, per esempio, la possibilità di collegare in rete le varie cantinette presenti nei loro locali, per gestirle come una flotta, e questo sarà presto possibile, così come il controllo remoto da qualsiasi dispositivo mobile o il monitoraggio a distanza». In tempi di rivoluzione digitale anche la cantina vino imbocca questa strada, dunque. Il contenuto tecnologico, del resto, non ha soltanto un valore estetico, ma anche pratico, molto concreto.
«L’attenta scelta dei materiali e dei sistemi di refrigerazione - sottolinea ancora l’amministratore delegato - ci ha portato a ottenere una riduzione eccezionale del consumo energetico, fino al 60% in meno rispetto a una cantinetta concepita in modo tradizionale. Sostenibile è anche l’impatto acustico della nuova vetrinetta, ben al di sotto dei limiti di legge europei. E l’utilizzatore può scegliere tra 4 programmi di esercizio, tra cui uno normale diurno, uno “boost” per un raffreddamento extra quando si inseriscono bottiglie a temperatura ambiente, uno ecologico e uno silenzioso notturno».
Insomma, una cantinetta che si presenta come un gioiello del design e della tecnologia made in Italy.
Tre domande ad Amerigo Po, presidente di Enofrigo
Amerigo Po lavora da sempre nel mondo delle attrezzature per la ristorazione. Ha ricoperto diversi incarichi in Angelo Po, di cui è stato presidente dal 1996 al 2010. Dal 2001 è presidente di Enofrigo, azienda di cui detiene l’intero pacchetto azionario. Ha anche avuto importanti incarichi a livello associativo, tra cui la presidenza ad interim di Ceced Italia. Gli abbiamo chiesto di illustrarci il suo personale scenario.
Perché avete deciso di innovare su una tipologia di prodotto, la cantinetta per il vino, ritenuta, forse a torto, un prodotto senza un grande contenuto tecnologico?Innanzi tutto perché non è vero che non ci siano contenuti tecnologici nelle cantinette per il vino. Forse non li cerca molto il mercato italiano, ma all’estero, per esempio in Francia, i gestori dei locali sono molto attenti alla conservazione breve del vino, quella che serve a tenere le bottiglie alla corretta temperatura di servizio. Privilegiano soprattutto la capienza. Ma anche il pubblico è sempre più esigente sul servizio alla corretta temperatura, e vediamo che questa tendenza si sta allargando rapidamente anche all’Italia.
Perché il gestore di un locale dovrebbe scegliere i.Am? Perché unisce alla perfetta conservazione del vino prestazioni energetiche eccezionali. Ridurre del 60% i consumi di elettricità in un anno si traduce in un risparmio concreto. Abbiamo inoltre pensato a prodotti entry level con costi assolutamente concorrenziali. Da gennaio 2018 parte la commercializzazione, ma nel giro di pochi mesi avremo anche interessanti potenziamenti dal punto di vista del software e della possibilità di controllo a distanza, ideale per le catene, per esempio, e per chi gestisce più di un locale.
Pensate che la strada imboccata sia quella giusta? Sì perché vediamo una grande evoluzione nel modo in cui il pubblico si rapporta al cibo, al vino e alla ristorazione in generale. Tutto intorno percepiamo una rivoluzione in atto, spinta anche dalle nuove tecnologie digitali. Per questo abbiamo immaginato un nuovo scenario, una “New Wine City” come l’abbiamo definita con un riuscito slogan, in cui il contenuto tecnologico e il know-how saranno fondamentali e apprezzati dal pubblico anche in una cantinetta per il vino.