Come prepararsi a vincere: il training di Vincenzo Pagliara

Abbiamo chiesto al vincitore della finale italiana di World Class, titolare del Laboratorio Folkloristico di Pomigliano d'Arco, come si è preparato alla finale e come si sta preparando alla finale mondiale. Per dare a chi legge e vuole cimentarsi qualche utile spunto

Martedì 1 Giugno, davanti ad un pubblico di bartender provenienti da tutta Italia in occasione di Roma Bar Show, Vincenzo Pagliara è stato incoronato “Bartender of the Year” alla Diageo World Class, la cocktail competition più rinomata ed importante sia a livello nazionale che globale. Sarà lui a rappresentare l'Italia al mondiale che si terrà a Sidney, dal 12 al 15 Settembre. Chi ha avuto il piacere di conoscerlo, di incontrarlo dietro il banco del suo Laboratorio Folkloristico a Pomigliano d'Arco oppure di assistere ad una sua masterclass in giro per l'Italia, intuisce subito che oltre al grande professionista c'è una persona dall'indole pacata, che trasmette tranquillità ma che dentro ha la grinta di un leone, e lo ha dimostrato durante tutte le fasi di gara, avendo la meglio sugli altri due finalisti Natale Palmieri e Riccardo Cerboneschi. A lui chiediamo qual'è stata la sua preparazione, quali sono i suoi consigli per arrivare alla vittoria.

Gli aspetti da tenere in mente in una gara sono molti. Da dove si comincia a prepararsi?

Il “mindset”, l'atteggiamento mentale, è l'aspetto principale della gara. L'anno scorso non sono riuscito ad arrivare mentalmente preparato alla fine, per cui la mia gara di quest'anno è iniziata esattamente il giorno dopo la sconfitta dell'edizione precedente. Ho iniziato subito a prepararmi e studiare quelli che sono i miei punti deboli. Sono una persona emotiva, tendenzialmente ansiosa, e questo è un aspetto da tenere a bada. Grazie al supporto di un mental coach che ho frequentato per due mesi, ho lavorato su come far sì che quella tensione, che non si può eliminare a priori perché fa parte del mio modo di essere, potesse essere incanalata come energia positiva.
Mi sono messo molto nella condizione di “simulare” la mia gara durante l'anno, allenandomi sullo speech sia da solo sia davanti a persone che non conosco, sfruttando le occasioni che ho di relazionarmi con le persone durante le masterclass o le guest night che ho fatto durante l'anno, e prendendo quei momenti come delle simulazioni di una futura gara.

 Al di là della preparazione mentale, ce n'è anche una fisica?

Un aspetto molto importate della gara italiana è stato quello di allenarmi molto sullo speed round, che sapevo essere il mio limite. Ero consapevole di non essere il più veloce nella stanza, e quindi avrò fatto un centinaio di prove per essere sicuro di avere tutto sotto controllo. Arrivare in gara pronti significa anche arrivarci freschi e fisicamente attivi. Nei tre giorni a Roma mi svegliavo la mattina e andavo a correre, per rilasciare la tensione e attivare il mio corpo. Mi sono tenuto molto attivo fisicamente nei mesi prima della gara, ho scoperto che è un aspetto che mi distende e rilassa.

Come ti stai preparando alla finale mondiale?

Sto lavorando molto sullo speech, riprendendo l'inglese e assicurandomi di essere fluido con i termini. E, nuovamente, mi sto preparando molto sullo speed round, che sarà nuovamente un aspetto fondamentale della gara. Oltre a questo, sono una persona molto dal profilo basso, con i piedi per terra, e la mia preparazione mentale è passata soprattutto da questo: ogni giorno mi sono svegliato con la consapevolezza di voler vincere, con la convinzione di potercela fare. E questo è stato fondamentale

 Cosa consigli a chi il prossimo anno proverà a fare questa gara?

Di non approcciare World Class come una cocktail competition, ma come un percorso. È una gara che da talmente tanti spunti per riflettere, per migliorarti e per metterti in gioco, che già solo per questo vale la pena farla. Si può essere preparati in diverse cose, ma non si può esserlo in tutto. E questa gara ti spinge ad uscire dalla propria zona di comfort, a fare leva sui propri punti di forza e scovare le proprie debolezze. Consiglio di fare anche percorsi esterni che possano migliorarci personalmente. Al di là del mental coaching, fare corsi di dizione, perché no di recitazione, esercitarsi su immaginari toolkit, darsi delle sfide durante l'anno, magari nel proprio lavoro di tutti i giorni. Cercare inoltre di anticipare quelli che sono i grandi trend internazionali, perché la gara verte soprattutto su quelli. Posso solo consigliare di provare a fare la gara, perché comunque vada scoprirete qualcosa di nuovo, su di voi stessi o sul settore in cui lavorate.

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