Ballor 100, il giro del mondo in 100 erbe

Ballor 100
Siamo stati al lancio dell'amaro Ballor 100, il nuovo nato di Casa Bonollo. Questo il resoconto

Incenso, mirra, nella sua formula manca solo l'oro, ma il più è fatto. L'amaro Ballor 100, presentato ieri nella corte dalla cornice arborea dell'Hotel Indigo di Milano, è il buon frutto di un esercizio acrobatico. Quello di un liquorista che, con rare doti da equilibrista, è stato capace di mettere d'accordo, profondità e morbidezza; erbe da tutti continenti; note erbacee e terrose; l'impeto della genziana e del rabarbaro cinese; l'ebrezza dell'artemisia; gli accenti speziati del pepe di cubebe o pepe grigio; la freschezza del lemongrass e della menta di Cuneo. Ballor 100 profuma non di di cento, ma di mille terroir. All'assaggio il gusto è ben definito e distintivo. In miscelazione dona al classico Americano un accelerazione fuori dal comune. Quello preparato dal brand ambassador Mauro Suman è, a tutti gli effetti, un "Ultra Americano", nel senso che va oltre le convenzioni e, paradossalmente, richiama l'Americano delle origini quando il drink consisteva in un mix di note amare (di amaro, appunto) e Vermouth. L'Ultra Americano, così lo abbiamo battezzato, è una aperitivo facile da bere, più che un dopocena. Come un amaro, ma allo stesso tempo oltre l'amaro. Il segreto per mantenere costante negli anni lo standard produttivo? «Principalmente - spiega Elvio Bonollo - la sapienza dei master herbalist e le unione dei botanicals per famiglie». Per concludere, spazio anche per le dediche: Ballor 100 è un omaggio a Henry Freund, che nel 1856 fondò la Freund Ballor & C.IA insieme a Paul Ballor ed Emilie Roussette, a cui sono dedicati invece rispettivamente il Vermouth e il Gin. Infine l'identikit: 32% vol. il tenore alcolico, 70 cl il formato della bottiglia.

LA STORIA di BALLOR

La Freund, Ballor & C.IA fu fondata a Torino nel 1856 da Paul Ballor, Henry Freund ed Emilie Roussette.  Oltre 165 anni di storia e fascino, con aneddoti e reperti storici che testimoniano la tradizione del brand e dei suoi prodotti più riconosciuti.

A fine ‘800 la città di Torino iniziava la sua grande trasformazione verso la modernità, i liquoristi piemontesi godevano di fama internazionale grazie al periodo d’oro del vermouth e i tre amici - facendo proprio questo entusiasmo - crearono una delle aziende più all’avanguardia dell’epoca che velocemente acquisì notorietà per la qualità dei suoi prodotti.

Sulle etichette dei liquori, iniziavano a fare la comparsa le prime locomotive, simbolo della forza trainante dello sviluppo crescente di quel periodo. Già prima della fine del secolo Ballor & C.IA spostò il proprio stabilimento a Cambiano lungo la tratta ferroviaria che collegava Torino a Genova: una mossa strategica per movimentare più velocemente le merci ed accrescere lo sviluppo commerciale.

Non solo Vermouth. Amaro, Gin, Cognac e Vino Chinato, varia era la produzione della Freund, Ballor & C.IA Così iniziò a diffondersi la voce della qualità dei loro prodotti nel Regno di Sardegna e poi Firenze, Londra, Dublino, Chicago, Parigi. La voce arrivò fino a Casa Savoia che nel 1902 nominò l’azienda liquoristica “Sovrintendente del Re d’Italia”, un riconoscimento per pochi.

Il XIX secolo fu l'epoca d'oro per i liquoristi piemontesi, che diventarono famosi in tutto il mondo grazie al grande successo del vermouth. L'abitudine di bere un bicchiere di vermouth al mattino si diffuse soprattutto perché mediata da contenuti salutari alla fine del XVIII secolo. Nel XIX secolo i liquoristi torinesi cercarono di stabilizzare la ricetta aggiungendo zucchero e alcool. In questo modo le persone iniziarono a consumare il vermouth non solo per i suoi argomenti salutari ma anche per il suo gusto gradevole: fu così che diventò ben presto uno degli aperitivi più apprezzati dell'epoca.

Nella seconda metà del XIX ed all’inizio del XX secolo i prodotti Ballor parteciparono a numerose esposizioni universali in Italia ed all’estero, conseguendo diversi premi e menzioni:

Nel 1861, Medaglia d’Oro all’Esposizione di Firenze

Nel 1863, Medaglia d’Oro all’Esposizione di Londra

Nel 1965, Medaglia d’Oro all’Esposizione di Dublino

Nel 1893, Diploma d’Eccellenza all’Esposizione di Chicago

Nel 1900, Medaglia d’Oro all’Esposizione Universale di Parigi

 

Dal 1920 in poi il marchio passò a diverse proprietà, fino ad arrivare nei tempi recenti ai Bonollo di Padova.

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