Sfide e opportunità per il comparto del caffè italiano

Convegno Il mercato del caffè: cosa succede, come può cambiare
Il convegno organizzato da Consorzio Promozione Caffè e Simonelli Group ha affrontato il settore del caffè a tutto tondo con particolare attenzione alla sostenibilità.

Spunti, temi di riflessione, soluzioni e la consapevolezza di avere ancora tanto cammino da compiere per fare uscire il caffè dall’aura di piacere e convivialità che da sempre lo accompagna, per dargli nuovo spessore, gusto, significati, valore. Questo è il positivo (e impegnativo) lascito del convegno Il mercato del caffè: cosa succede, come può cambiare che si è svolto al Campus Simonelli di Belforte del Chienti (Macerata), organizzato da Consorzio Promozione Caffè e Simonelli Group. Del resto, un obiettivo del Consorzio è la promozione del patrimonio culturale italiano dell’espresso insieme alla crescita e all’innovazione. «Per questo sappiamo quanto sia importante un confronto a più voci nel nostro comparto per affrontare al meglio le sfide e cogliere le opportunità di un mercato in continua evoluzione» - ha affermato Michele Monzini, presidente.

L’intervento di Gian Luca Gregori, rettore Università Politecnica delle Marche - Senior Fellow Luiss Business School ha affrontato la gestione della complessità e le prospettive per le imprese di torrefazione, per il quale ha osservato come il mercato sia stato caratterizzato da importanti trasformazioni relativamente alla concorrenza, al sistema distributivo e alla domanda. «A fronte anche dei recenti accadimenti (incremento dei costi energetici, logistici, del denaro), risulta essere quindi, un settore estremamente complesso - ha affermato -. Le imprese di torrefazione si trovano nella necessità di affrontare con adeguati strumenti gestionali il nuovo contesto nel quale operano. Ed è questa la vera sfida di competenze che attende le aziende del settore». 

Oltre a ciò le imprese oggi hanno anche la responsabilità di affrontare un cammino trasparente e consapevole verso un’economia che rispetta il pianeta, lungo tutta la filiera. Nel corso del suo intervento sull’importanza della comunicazione per la sostenibilità e la competitività, Rossella Sobrero, presidente di Koinètica, ha osservato come il ruolo delle imprese nella transizione verso un’economia sempre più sostenibile richieda «profondi cambiamenti nella gestione di processi e prodotti e nella relazione con gli stakeholder. La comunicazione rappresenta un asset strategico ma deve essere corretta, chiara, diretta per evitare il pericolo greenwashing», che oggi pervade e confonde l’utenza in tutti i settori.

La chiarezza delle informazioni fornite dalle aziende, soprattutto legate alla quantomai attuale della sostenibilità, è una tematica emersa di grande rilevanza per il consumatore oggi, sempre più attento sia alla provenienza e alla qualità del caffè che acquista, sia al suo impatto ambientale e sociale. Lo confermano i dati 2023 dell’indagine Gli italiani e il caffè, tra piacere e convivialità, che AstraRicerche ha condotto per conto del Consorzio Promozione caffè, i cui dati sono stati illustrati dal suo direttore, Cosimo Finzi. Da questi emerge un consumatore attento alle dinamiche sociali e ambientali. In particolare è cresciuta l’importanza data i temi di sostenibilità economica, come la giusta retribuzione dei lavoratori nella prima parte della filiera. Questo, osserva Finzi, è «segno di una crescente sensibilità del consumatore, su cui il settore è chiamato a comunicare in modo sempre più ampio il proprio impegno a livello ambientale, sociale e di governance. In ogni caso, i dati confermano il grande amore che gli italiani hanno per il caffè, anche rispetto alle precedenti indagini condotte. Nel 2023 più del 97% dei nostri concittadini consuma caffè e quasi tre su quattro lo fanno ogni giorno».

Negli ultimi anni sono cambiante anche le modalità e le  preferenze di consumo. Se metà dei caffè sono consumati fuori casa, con il bar e il luogo di lavoro come luoghi preferenziali, anche il consumo domestico è cresciuto in maniera considerevole dopo la pandemia, così come dimostra la ricerca condotta su consumer panel Gfk, da cui emerge che oggi il 43% delle famiglie italiane possiede una macchina per caffè a sistema chiuso (erano il 29,5% nel 2019), dunque le monoporzioni vendute hanno visto un’importante crescita (+80% di acquirenti rispetto a 3 anni fa) con una penetrazione del caffè in tutte le sue tipologie che si attesta sull’86% delle famiglie. D’altro canto l’80% degli italiani consuma il caffè fuori casa, dove il bar rimane il canale principale con tre quarti dei consumatori, anche se vending machine e stazioni di servizio mostrano livelli interessanti di consumo. «Una maggior penetrazione tra diversi canali meno esplorati dal consumatore è potenziale per far crescere il mercato, veicolando caffè in linea con target diversi oppure più adatti a momenti di consumo tra loro diversi», ha precisato Maurizio Mutti, consumer panel cluster lead di GfK. 

Il mercato della torrefazione si mostra dunque estremamente complesso. «Le imprese di torrefazione - conclude Gian Luca Gregori - si trovano nella necessità di affrontare con adeguati strumenti gestionali il nuovo contesto nel quale operano. Ed è questa la vera sfida di competenze che attende le aziende del settore».  

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