L’impegno di Nespresso per una gestione responsabile della filiera del caffè

Numerose le iniziative virtuose avviate lungo tutta la catena produttiva. Il problema del riciclo in Italia e l’appello alla collaborazione rivolto alle aziende che operano nel mondo delle capsule.

Torniamo sul tema della sostenibilità nel mondo del caffè con un articolato intervento di Stefano Goglio, direttore generale Nespresso Italiana. «Per Nespresso la sostenibilità è un impegno costante per garantire l’eccezionale qualità dei nostri caffè, che consideriamo un elemento chiave del nostro approccio lungo tutta la filiera produttiva. Da questa visione nasce The Positive Cup, l’insieme di iniziative che mettiamo in campo per garantire una gestione responsabile lungo tutta la filiera del caffè, dalla coltivazione del chicco fino al riciclo dei materiali che compongono le capsule, passando anche dalla nostra rete di Boutique, che per il 2020 avranno raggiunto al 100% il pieno rispetto dell’ambiente. Da una parte abbiamo dato vita al programma AAA Sustainable Quality, attivo dal 2003 nei paesi di origine del caffè, che coinvolge direttamente oltre 75.000 coltivatori locali in 12 Paesi del mondo, con l’obiettivo di contribuire al benessere sociale, economico e ambientale del territorio. Dall’altra, abbiamo sviluppato e implementato in Italia un nostro sistema di raccolta delle capsule e di recupero dei due materiali che la compongono». La scelta dell’alluminio per le proprie capsule si inserisce nella volontà di garantire la sostenibilità attraverso un materiale riciclabile al 100% e riutilizzabile all’infinito. E’ riciclato anche il caffè esausto: tornato a nuova vita come fertilizzante, viene donato a una risaia nel pavese per produrre riso, poi donato al Banco Alimentare della Lombardia e destinato ai più bisognosi.

A proposito di riciclo, in Italia non è percepito e supportato come in altri Paesi, osserva Goglio: «In Italia ci troviamo ad operare in un contesto normativo particolarmente complesso in quanto la legislazione non consente a nessun privato, aziende incluse, di gestire la raccolta dei rifiuti urbani: non è possibile trasportarli tramite corriere, introdurre una raccolta porta a porta o altri sistemi di recupero e riciclo. Questo perché nel nostro Paese le capsule esauste non sono classificate come imballaggi, ma come rifiuto urbano indifferenziato, per via della presenza del caffè residuo al loro interno, e per questo motivo devono essere gestite solo dai singoli comuni. Queste difficoltà però non ci stanno fermando, anzi rappresentano per noi una sfida ad assumere un ruolo pionieristico per il riciclo dell’alluminio. Dal 2011 abbiamo avviato un primo sistema dedicato per la raccolta e il riciclo delle capsule di caffè esauste, grazie alla collaborazione con Cial, il Consorzio Imballaggi Alluminio, Utilitalia e Cic, il Consorzio Italiano Compostatori. Il programma è attualmente disponibile in 65 città d’Italia con 111 centri di raccolta distribuiti sul territorio italiano e, come anticipato, dal suo avvio ha consentito di recuperare oltre 3200 tonnellate di capsule usate. Inoltre, grazie al riciclo di queste capsule, il caffè residuo è stato trasformato in compost e donato alle risaie del pavese, permettendoci di donare circa 2 milioni 467 mila piatti di riso a Banco Alimentare della Lombardia. Non solo. Nespresso ha scelto di promuovere progetti all’avanguardia per la gestione di una filiera dedicata al recupero anche delle componenti più piccole dell’alluminio. Tra questi c’è il progetto – nato nell’aprile del 2017 dalla collaborazione con Silea, l’azienda municipalizzata che gestisce i rifiuti nella provincia di Lecco, e Cial di raccolta delle capsule di caffè in alluminio con il semplice conferimento delle stesse nel sacco viola dei rifiuti riciclabili. Dalla sua attivazione, possiamo dire di aver ottenuto risultati importanti con circa 56 tonnellate di alluminio proveniente da piccole componenti recuperate e riciclate. Un successo che ci ha spinto ad estendere l’iniziativa anche alle province di Monza e Brianza, raggiungendo oltre 150 comuni e coinvolgendo circa 900.000 abitanti».

Nespresso, infine, è aperta alla collaborazione con tutti gli attori interessati ad abbracciare un sistema virtuoso di riciclo delle capsule. Frattanto, dal 2009, con altre realtà del mercato, ha sviluppato il primo standard di alluminio sostenibile per l’industria, che ha portato allo sviluppo dell’Aluminium Stewardship Initiative (Asi), a tutela della biodiversità, del rispetto dei diritti delle persone indigene, dell’uso responsabile dell’acqua e basse emissioni di carbone durante la produzione di alluminio. «In questo scenario - conclude Goglio - siamo orgogliosi di essere la prima azienda al mondo a rifornirsi per le proprie capsule di caffè da Rio Tinto, pioniere nella produzione sostenibile di alluminio e la prima compagnia di attività mineraria e utilizzo dell’alluminio ad essere certificata Asi. Alla fine dello scorso anno, infatti, abbiamo firmato un Protocollo d’Intesa per raggiungere l’importante traguardo di impegnarci nell’utilizzo di alluminio 100% sostenibile entro il 2020: in questo modo, i consumatori potranno gustare il loro caffè con la consapevolezza che questo sia prodotto con il solo utilizzo di materiali responsabili e di fonte sostenibile”.

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