Ogni occasione di incontro è preziosa per la community dei baristi, a cui mancano momenti comuni quali gare e dimostrazioni, che offrono preziose occasioni di confronto e apprendimento. Lo scorso dicembre al campionato italiano di Aeropress organizzato da La Marzocco negli spazi di Accademia del Caffè Espresso a Pian di San Bartolo-Trespiano (Fi) hanno partecipato 13 baristi, tra i quali erano numerosi i giovani, contenti di confrontarsi e imparare da professionisti affermati. Si sono divertiti contendendosi il primato al quale seguirà una finale mondiale decisamente insolita: si svolgerà in marzo a Sydney, ma non in presenza; la vincitrice Mary Silletti (appassionata dell’aeropress, che apprezza per la velocità, la praticità e la possibilità di estrarre in modi diversi) affiderà la sua ricetta a un barista australiano che competerà per lei.
«Un modo nuovo e diverso di far conoscere il caffè»
«L’evento è stato un po’ sottotono per motivi di sicurezza, ma molto partecipato, con i concorrenti ben carichi e contenti di stare di nuovo insieme, pur con le precauzioni del caso - osserva Lavinia Caini, marketing coordinator dell’Accademia -. La competizione, che negli ultimi anni si è svolta a Milano, per la prima volta è arrivata in Accademia che probabilmente ne diventerà la sede: siamo da sempre interessati a questa gara in quanto rappresenta un modo nuovo e diverso di far conoscere il caffè e di accrescerne la cultura. Quest'anno ci auguriamo inoltre di poter organizzare un maggior numero di momenti comuni in presenza e di diventare sempre più un punto di riferimento, di cui il caffè resta l’elemento centrale, ma aperto anche ad altri settori».
«Giovani e carichi di entusiasmo accanto ai veterani»
Quanto alla competizione, i concorrenti hanno ricevuto in anticipo un campione di cui non sapevano caratteristiche e origini e la mattina della gara si sono potuti allenare con il caffè fornito da Ally Coffee: un Ihcafe90 lavato, coltivato e processato in El Ocotillo, Honduras, dalla finca San Lorenzo di Wilfredo Sanchez, a 1600 metri di altitudine. La nuova varietà è stata sviluppata e promossa dall’Instituto Hondureno de Café, per rafforzare la cafficoltura locale con piante più resistenti a insetti e malattie. I tre finalisti hanno sottolineato la difficoltà nel gestire un caffè che ha richiesto di variare più volte temperature e dosaggi e anche di effettuare bypass al fine di fare emergere al meglio la leggera acidità, le note di frutti rossi, nocciola e caramello. Nel pomeriggio ha preso il via la competizione, con tre giudici di eccellenza: Tommaso Bongini di Gearbox, Silvio Rascioni, after sales specialist de La Marzocco e Alessandro Galtieri di Aroma Caffè, terzo classificato al Mondiale Brewers Cup 2019 e vincitore della competizione che si è svolta prima della finale. Racconta: «È stato un momento scherzoso, ci siamo buttati: la prima valutazione ci ha visti pari merito, poi ha vinto la mia tazza. È stata una giornata molto bella per il contesto, l’organizzazione, lo spirito che l’ha accompagnata. Accanto ai veterani hanno partecipato giovani, carichi di entusiasmo. Trovo che sia un bel segnale per il futuro».