Giornata Internazionale del Caffè, un aiuto ai coltivatori con #coffeepledge

Il 1° ottobre il mondo celebra il caffè e pone l’attenzione sulla difficile situazione dei produttori. L’invito di Ico a firmare una petizione per garantire un salario di sussistenza

Un frame del filmato An Anthem for International Coffee Day

Per il quinto anno (la prima edizione si tenne in occasione di Expo a Milano) il 1° ottobre nel mondo si celebra la Giornata internazionale del caffè. È un momento di gioia che vede uniti gli attori della filiera, dagli agricoltori, ai torrefattori ai baristi, ai proprietari di bar e alle numerose figure dell’industria che ruota attorno alla coffea. Ma è soprattutto un’occasione per fermarsi e riflettere sulla situazione del settore. Lo scorso anno l’attenzione venne posta sulla realtà delle donne, quest’anno sulle condizioni difficili dei produttori, a causa progressivo calo del prezzo del caffè. Il paradosso è che il caffè non è mai stato più popolare, con 3 miliardi di tazze consumate ogni giorno, un numero che continua a salire. Nonostante la crescente domanda, i prezzi che i produttori ricevono oggi sono inferiori di oltre il 30% rispetto alla media degli ultimi dieci anni: ciò minaccia la sopravvivenza dei coltivatori e di 12 milioni di famiglie che ad essi fanno capo.

Bargiornale ha fatto il punto della situazione sul numero dello scorso marzo nel servizio “Impariamo ad essere virtuosi”: ne è emerso un quadro preoccupante; indebolite da un eccesso di offerta a causa delle alte produzioni di Brasile e Vietnam, e dalle manovre degli speculatori, le quotazioni di caffè sono ai minimi. Per l’anno in corso l’Ico - International Coffee Organization - stima un surplus di 2,29 milioni di sacchi. È una situazione che penalizza i produttori che, con margini sempre più ridotti, sono costretti a una vera lotta per la sopravvivenza. Come ogni prodotto naturale il caffè ha bisogno di cure: impegni che chi lavora sottocosto non può mantenere, condannato a un futuro di scarsa produttività e minore qualità del raccolto. Tanto che in alcuni Paesi le terre vengono abbandonate.

Per comprendere la realtà della filiera del caffè, nella splendida cornice di Kibuye, in Ruanda, è stato realizzato il filmato "An Anthem for International Coffee Day" che fa ascoltare i suoni del caffè e mostra il lavoro che c’è dietro i chicchi che vanno a comporre le tazze di caffè consumate in ogni parte del mondo.

Il documentario di denuncia Black GoldSi può fare qualcosa per dare il giusto (almeno un salario di sussistenza) ai coltivatori? L’Ico ha lanciato la call for action #coffeepledge: l’hashtag invita a firmare una petizione online a sostegno di un “living income”, che garantisca introiti dignitosi per i produttori. L’invito a operatori e consumatori è inoltre a porre attenzione a ciò che acquistano e consumano, premiando chi riconosce il giusto ai produttori. Nel 2006 lo scandalo legato al documentario “Black Gold” spinse Starbucks a impegnarsi in tal senso; oggi lo deve fare chiunque si dichiari sostenibile, uscendo dalla logica della speculazione.

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