Espresso biologico, la chiave per differenziarsi di Caffè Molinari

Caffè Molinari presenta al mercato horeca la nuova referenza, il biologico, frutto di una lunga ricerca e ingenti investimenti. Il suo lancio nel retail risale al 2008 e il successo è immediato. Tuttavia non riesce a soddisfare il barista italiano, che chiede un espresso meno acido e più “rotondo” in tazza. «Così - afferma Fabrizio Mengoli, direttore commerciale - abbiamo deciso di rivoluzionare la produzione, facendo una scelta di campo: abbiamo fatto un investimento notevole per acquistare nuovi silos e creare una linea produttiva dedicata, ampliando la gamma delle provenienze per ottenere un prodotto in tazza con la classica impronta Molinari, anche nel biologico. Oggi abbiamo due miscele: una 100% Arabica; l’altra 80% Arabica e 20% Robusta; quest’ultima origine è selezionata tra le migliori provenienze dall’India e dal Centro America. In gamma anche un decaffeinato bio lavorato ad acqua».

Merchandising dedicato

La presentazione delle nuove miscele, in latta da 3 kg in atmosfera protettiva pressurizzata che permette la conservazione per 3 anni, è avvenuta in occasione dell’ultimo Sana e il riscontro è stato molto positivo, anche perché l’azienda sta realizzando una gamma completa bio per la caffetteria, che comprende zucchero (bianco e di canna), orzo, orzo al ginseng, crema al caffè e una linea di merchanding dedicato (tazze caffè/cappuccino, insegna luminosa, porta tovaglioli, orologio).

«È una scelta che il cliente finale apprezza - riprende Mengoli - in quanto i prodotti biologici hanno valenze positive quali il rispetto dell’ambiente, la salubrità e apportano un elevato quantitativo di antiossidanti e nutrienti».

L’attenzione alla qualità è da sempre un punto fermo per l’azienda di Modena, che ha le sue origini in un piccolo negozio alimentare che il diciottenne Giuseppe Molinari apre nel 1804 in veste di “pizzicagnolo” e “lardarolo”. All’attività commerciale si affianca l’apertura di  ristoranti e bar. È nel 1944 che la piccola produzione artigianale diventa una torrefazione, il cui obiettivo è produrre su larga scala un caffè di alta qualità. Nel 2008 viene aperto il nuovo stabilimento in via Francia a Modena, con una superficie di 6mila mq e una capacità produttiva di 3,5 milioni di chili di caffè crudo lavorato all’anno; a oggi l’azienda esporta in 67 Paesi. La scelta del biologico scrive un nuovo capitolo della storia dell’azienda guidata da Giuseppe Molinari, direttore generale dell’azienda ed esponente della 6a generazione, che ha saputo unire a una solida tradizione la ricerca del nuovo.  Η

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