Rompono con l’atmosfera abituale e diventano un appuntamento fisso, capace di fare la fortuna del locale che lancia la formula. Una guida alle migliori one night e ai motivi del loro successo
Ciò che conta non è lo spazio, ma la capacità di “arredarlo” con un suono in grado di caratterizzarlo, trasformarlo, per una notte soltanto, in un luogo diverso, che attraversa i confini architettonici che abitualmente lo contraddistinguono.
Tutto in una notte, per citare il titolo di un film famoso, è lo spirito delle “one night”, eventi “unici”, che con cadenza generalmente (ma non necessariamente) regolare modificano completamente l'abituale percezione che i clienti hanno di un locale. E proprio di sofisticate operazioni di “design sonoro” potremmo parlare, perché è la musica, naturalmente, l'elemento caratterizzante delle one night, non importa quale sia la struttura che decide di ospitarle. Azzeccare la formula giusta può fare la fortuna di un locale.
Bologna, prima periferia cittadina: il Kindergarten è un classico stanzone industriale, perduto tra le imponenti costruzioni della fiera. Da tre anni, qui, ogni venerdì notte va in scena la one night Playhouse, organizzata da Shape, un'associazione nata dal desiderio di due dj di trovare un posto dove poter dar vita, in perfetta indipendenza, alle proprie feste e poter invitare i propri dj preferiti. È il classico esempio, questa one night, di risposta alla necessità, avvertita dal pubblico più giovane, di ballare con la musica elettronica più all'avanguardia in un luogo senza fronzoli, dove l'attenzione sia catalizzata proprio sul suono e sul piacere dell'ascolto e del ballo.
Quindi un ottimo sound system, l'abile alternanza di dj della città e ospiti stranieri sempre più importanti e, soprattutto, una politica di gemellaggi con realtà “sorelle” in giro per l'Europa, come il Club Watergate di Berlino.
Proprio questi scambi hanno permesso a Playhouse di acquistare una valenza internazionale e di far crescere una fama che ha portato Shape, dopo pochi anni di attività, a diventare interlocutore privilegiato delle istituzioni pubbliche: si pensi alla scorsa edizione del roBOt Festival, il cui concerto inaugurale di Carl Craig è stato ospitato addirittura nel prestigioso Teatro Comunale di Bologna, grazie agli accordi con gli assessorati alla Cultura del Comune e della Regione Emilia Romagna. E l'esperimento non si ferma, invadendo adesso anche l'ora dell'aperitivo di un bar del centro, Cabala Café, con la stessa formula one night, ma non di notte.
Anche di giorno
Entrare nei risvolti di un'area anche abitualmente lontana dal mondo della discoteca può essere una scelta ideale per una one night. È il caso dei torinesi di Xplosiva, che hanno esteso il concetto di one night, adattandolo a diverse ore della giornata. Il loro appuntamento settimanale del giovedì alla Drogheria è diventato un riferimento obbligato per un pubblico trasversale e molto colto, che attinge da quella vivacissima scena artistica che si è consolidata a Torino negli ultimi anni, grazie anche al lavoro di realtà private come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dove non a caso i dj di Xplosiva sono spesso ospiti. Questo è avvenuto grazie alla collaborazione con pittori, video maker, grafici, gruppi di teatro off che li affiancano nella costruzione degli eventi. I quali, oltre alla Drogheria, sono adesso realizzati anche negli spazi del Caffè del Progresso e persino nell'esclusivo Circolo Canottieri Esperia (ma anche negli Hockey Club e nei Circoli Tennis), dove Xplosiva porta vere e proprie “art one night”, selezionando musiche che sottolineano le performance di quotati artisti contemporanei. Anche per loro si sono aperte le porte della grande progettazione con partner pubblici ma anche con aziende private, attratta dalle forza comunicativa delle loro feste, con il festival annuale Club to Club, che, a ogni edizione, propone il gemellaggio con una città europea, presente con i suoi più interessanti dj e musicisti (l'ultima, nel 2009, è stata con Bruxelles).
L'intramontabile Root-Down
Le one night, se ben ideate, resistono incredibilmente al tempo e all'evolversi delle mode. Proprio perché hanno la loro forza nell'idea a monte, nell'individuazione di un suono o di una scena mai generica, sempre attenta a raccontare un movimento sonoro. È il caso, davvero da manuale, della one night Root-Down, che quest'anno festeggia la bellezza di 15 anni di vita. Ospitata da una discoteca con ristorante annesso, una sorta di baita perduta nei fitti boschi che circondano Friburgo, in Germania, è diventata la one night dove i dj diffondono il cosiddetto “nu jazz”, una musica sofisticata (quindi con un target alto) che qui è stata lanciata dall'artista tedesco Rainer Truby. In questo luogo apparentemente così lontano dal mondo sono passate tutte le superstar del mixer, dal nostro Claudio Coccoluto a Gilles Peterson, il dj inglese che sulla Bbc conduce “Worldwide”, uno dei programmi radiofonici più importanti per la diffusione del jazz nel mondo. Anche Root-Down si è trasformato in un sistema economico che supera i confini di Friburgo, con la realizzazione di una linea di abbigliamento e, soprattutto, con l'esportazione del marchio Root-Down nelle grandi discoteche alla moda, da New York a Istanbul.
Molto ben definito anche l'obiettivo di una serie di one night che si svolge in quella che i dj definiscono la “new dance capital”, la nuova capitale della dance music: Amsterdam si è infatti scrollata di dosso quell'aria troppo “controculturale” che ne ha caratterizzato la storia giovanile per diventare il nuovo paradiso della danza.
Ad Amsterdam le sinergie pagano
Qui ha contato molto la sinergia tra i differenti club, che si sono impegnati nella promozione dell'immagine di una città aperta (come Amsterdam è sempre stata), oggi proiettata in una dimensione più patinata, come lo sono i ritmi della house music. Si è creato quindi, in tempi molto stretti (non più di un anno), un circuito di club che propongono one night dedicate a questo tipo di musica, fino a quel momento poco amata in una città che ha sempre preferito la techno più dura o il rock più alternativo.
La ventata di novità portata dalle “house one night” ha ottenuto subito un risultato d'eccezione: l'etichetta americana Defected Records, che cura la serie discografica In the House con capitoli sulle città più alla moda del mondo, dopo Miami, Londra e Ibiza ha pubblicato “Amsterdam”, doppio cd con i brani selezionati dai migliori giovani dj del luogo e un booklet-guida delle feste one night più interessanti.
Questi eventi hanno potuto così godere di una colossale promozione internazionale, che li ha imposti come tappa obbligata per una clientela, non solo olandese, che cerca le novità più alla moda. Positive Education del venerdì al Panama Club e Deep Heat il giovedì al Club NL sono le one night da non mancare: per ballare, arrivano qui anche Naomi Campbell e Mick Jagger.