Trasformare un semplice pezzo di carta in un oggetto di promozione o di comunicazione, personalizzandolo con testi, immagini e colori. È il suggerimento che arriva dai produttori che moltiplicano la gamma, proponendo un’ampia scelta anche di materiali e dimensioni
Al bar, al pub, al wine bar, la tovaglietta monouso è sempre più protagonista del servizio e della mise en place. Chi sceglie di utilizzare il classico foglio di carta bianco non si limita a presentare un accessorio anonimo e di nessun interesse ma, soprattutto, perde un'occasione per comunicare e, perché no, per divertire il cliente o anche fare business. La tovaglietta, infatti, è l'oggetto sul quale, seduti a tavola, l'occhio cade con maggior frequenza: il cliente se la trova davanti per tutto il tempo, breve o meno, dell'attesa. Leggere cosa c'è scritto diventa quasi inevitabile.
Raccontare o intrattenere
La scelta più comune è quella di personalizzarle con il logo della catena o del locale, seguito da indirizzo e numero di telefono. C'è poi chi ci stampa sopra il menu, un'immagine o una frase simpatica, un buon appetito. «È importante non dimenticare che è un articolo che permette di dare sfogo alla creatività - dice Maurizio Bonini, direttore qualità di Cap -. Al semplice richiamo del nome dell'esercizio ultimamente si affiancano sempre più spesso passatempi come cruciverba, sudoku e altri, che intrattengono prima, durante e dopo il pasto. Numerosi gestori si presentano con un preciso progetto grafico da realizzare o si rivolgono a tipografie locali, che elaborano e realizzano le loro idee. Noi, accanto al prodotto standard 30x40 cm, ne offriamo di più piccoli: 28x35 e 20x35 e personalizziamo i formati in base alle specifiche esigenze del committente». Considerato il momento di grande interesse nei confronti degli esercizi per allenare la mente, c'è chi sta pensando di stampare brain games.
Sul sito di Fato Professional-Lucart Group, lo stesso acquirente può personalizzare tovagliette, tovaglioli, sottopiatti e buste portaposate con il logo e il decoro del locale, scegliendo tra più colori. «Nei prodotti in tinta unita - spiega Stefano Camilotti, sales manager - ai classici giallo, rosso, blu e verde si affiancano colori più alla moda, quest'anno cioccolato e fucsia. Nei nuovi locali l'accostamento cromatico della tovaglietta e del tovagliolo è molto curato, in linea con l'immagine coordinata generale; per ambienti più ricercati abbiamo messo a punto tovagliette eleganti con una carta di dimensioni (35x50 cm) e peso (80 gr) superiori alla media, piacevoli al tatto e resistenti».
L'azienda toscana Paperlynen Pal Caps le realizza con stampe standard in quadricromia: «Con l'headline “Porta in tavola l'allegria e la sicurezza alimentare” - afferma Simone Moscardini, responsabile marketing - proponiamo le nuove tovagliette impermeabili nei colori tinta unita rosso, giallo, champagne, verde, bordeaux, blu. Uniscono carta e film per alimenti, un accoppiamento che rende la superficie impermeabile igienica: il colore non migra nell'alimento».
La personalizzazione è il core business di Fercom, azienda di Reggio che commercializza i prodotti Velincart e Paperline. «La nostra offerta - spiega il titolare Egidio Reggiani, che sottolinea l'importanza del giusto formato per il bar - comprende misure standard (20x30, 25x35, 30x40), ma soprattutto tovagliette sagomate in base alle specifiche esigenze del locale. Prendiamo per esempio un esercizio che ha il classico bancone lungo sul quale si affacciano sedute alte. Se utilizzando un formato classico come un 30x40 potrà far sedere tre persone, usando un formato ridotto nello stesso spazio ne potrà ospitare cinque. Stesso discorso per il tavolino rotondo, sia in piedi sia seduti».
Sono molto richieste, spesso con tanto di personalizzazione, anche le buste portaposate, un accessorio sicuro e igienico. Fercom le realizza con stampe flessografiche nominative e a marchio da uno a sei colori con utilizzo di inchiostri all'acqua.
Le tovagliette personalizzate sono richieste anche da aziende del food&beverage, che spesso le regalano o le danno in abbinamento vendita e per iniziative di comunicazione e promozione di località turistiche, parchi divertimento, grandi eventi attraverso i pubblici esercizi.
La strada della sponsorizzazione
Ma la tovaglietta è anche un buon mezzo per fare business. «I locali hanno la possibilità di contattare direttamente gli imprenditori della zona - spiega Massimo Spreafico, titolare di Comunicazione Globale - che a volte sono gli stessi clienti del bar e concordare una pubblicità singola o di un insieme di aziende. Il lavoro di coordinamento dei lavori di grafica e stampa è impegnativo, ma il gestore ha un notevole vantaggio perché ha i coperti gratuiti, può girare parte del risparmio al cliente finale e godrà della pubblicità indiretta di questa operazione. Ci sono poi agenzie come la nostra che scelgono alcuni esercizi con cui stipulano contratti di esclusiva, vendono gli spazi pubblicitari e consegnano la quantità di tovagliette pattuita da consumare in uno, 6 o 12 mesi in funzione degli accordi presi con entrambe le parti: locale e sponsor».
La scelta della carta
La tovaglietta può essere realizzata con diversi i tipi di carta. La più utilizzata è quella da 50 grammi, bianca e goffrata, ovvero con un disegno decorativo in rilievo che rende più gradevole il prodotto e ne agevola la presa. Può essere di pura cellulosa, la più indicata per realizzazioni grafiche personalizzate, oppure rigenerata, ovvero prodotta con fibre di cellulosa di secondo impiego, ma che danno comunque un prodotto di qualità.
Nei bar si trova spesso la carta gialla simil paglia, dall'aspetto rustico e accattivante: per lo più non è goffrata e viene prodotta con materie prime di riciclo. Nonostante sia un mercato ancora di nicchia, cresce la richiesta di carta polietilenata, particolarmente resistente ai liquidi grazie a un processo di spalmatura in superficie di un sottile estruso di polietilene. Infine c'è la carta a secco (air laid), un materiale di ultima generazione naturale sostituto del tessuto, di impatto estetico e qualitativo superiore alla carta, richiesto da locali ricercati. Una suddivisione delle vendite in base alle materie prime vede prevalere la pura cellulosa (50% circa), seguita da carte rigenerate (30%) e riciclate (15%).