Pranzo sano al bar, la Toscana ci crede

Attività –

Al via un progetto regionale di educazione alimentare dedicato ai pubblici esercizi. Dai consigli sulla corretta farcitura dei panini all’uso di minestre di verdura già pronte. Indicazioni pratiche, valide per tutti i locali

Mangiare fuori casa per molti italiani è praticamente un obbligo, almeno in pausa pranzo. Sono 8,7 milioni i nostri connazionali che ogni giorno spendono una media di 8 euro per consumare un piatto veloce o un panino, per un giro d'affari da circa 18,5 miliardi, almeno secondo quanto segnala una recente indagine di Fiepet Confesercenti sulle abitudini del fuori casa. Ma quando la pausa pranzo al bar è praticamente un obbligo, c'è la possibilità per il consumatore di nutrirsi in modo sano ed equilibrato? Negli ultimi tempi sono nate scuole di pensiero preoccupate per gli effetti sulla salute di un'alimentazione frettolosa e non equilibrata. Tra tutte, citiamo il progetto della Regione Toscana che riguarda da vicino i bar, con e senza piccola cucina, entrato da poco nella sua fase operativa. Si chiama “Pranzo sano fuori casa” e fa parte di un programma regionale, intitolato “Guadagnare salute in Toscana”, che punta a un duplice obiettivo: favorire il consumo di prodotti tipici nei locali pubblici e garantire un'alta qualità del servizio per soddisfare le esigenze dei consumatori.

Un esempio da seguire
L'idea parte dagli assessorati regionali alla Sanità, al Commercio e alla Tutela di consumatori e utenti e vede la partecipazione “bipartisan” di Fipe Confcommercio e Fiepet Confesercenti della Toscana. Partendo dal dato che quasi un quarto dei cittadini toscani adulti pranza in mensa, in ristoranti, trattorie o tavole calde o al bar, il progetto si preoccupa di fornire una serie di indicazioni per creare una rete di esercizi in grado di proporre un'alimentazione sana, che assicuri un apporto calorico medio di 500-600 chilocalorie e una composizione di nutrienti equilibrata fra lipidi, proteine, carboidrati, sali minerali, vitamine e fibre. Per ottenere questo risultato è stato elaborato una sorta di disciplinare, che si abbina a un sistema di verifiche e di controlli per garantire che tutti i locali che intendono aderire rispettino le modalità di preparazione. Le indicazioni sono davvero molto semplici e individuano due tipi di locale: quello per sola vendita e somministrazione e quello di somministrazione con piccola preparazione, che quindi è in grado di proporre primi piatti, piatti crudi, pizza e così via. Il progetto entra anche nel dettaglio degli ingredienti da utilizzare, con schemi e tabelle che in realtà si possono rivelare utilissimi per tutti gli esercizi che puntano a un servizio di alimentazione equilibrata, anche al di fuori della Toscana. Anche per questo motivo il progetto “Pranzo sano fuori casa” si rivela un interessante esempio da seguire.

«Il progetto è appena partito - sottolinea Francesca Caciolli di Confcommercio - e prevediamo che entri in fase operativa da settembre in avanti, quando dovrebbero farsi più fitte le affiliazioni dei locali. In sostanza gli esercizi che intendono aderire all'iniziativa devono richiederlo attraverso un modulo (scaricabile da www.regione.toscana.it/pranzosanofuoricasa). Verranno forniti di vetrofania, locandina, tutti contrassegnati dal marchio dell'iniziativa. Contestualmente partirà una campagna d'informazione regionale». La proposta ai consumatori comunque partirà già da settembre 2010. Sarà naturalmente attivato anche un sistema di controlli che sarà condotto dal Centro tecnico per il consumo, un'associazione che raggruppa i principali organismi attivi in Toscana per la difesa dei consumatori.

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