Nati per le pappe, adottati dai cuochi

Robot –

Un milione di famiglie lo considera un alleato in cucina. ma il Bimby, robot che frulla, trita e cuoce pure, ha conquistato gli chef. Analisi di un fenomeno.

Era in mostra al congresso di alta cucina Madrid Fusion. Ha carpito l’interesse di cuochi e visitatori col pallino della cucina, riuniti lo scorso gennaio al convegno milanese Identità golose. L’oggetto in questione è Bimby, elettrodomestico nato per fare pappe e omogeneizzati e diventato oggetto del desiderio delle casalinghe. E ormai pure di molti chef.
Approdato nelle cucine di casa trent’anni fa, l’aggeggino non è regalato, visto che il suo prezzo si aggira attorno ai 900 euro. Sono le sue doti di “tuttofare” a renderlo più che utile, visto che occupa più o meno lo spazio di un frullatore e riassume le funzioni di un tritatutto, un impastatore, un mixer, un tritaghiaccio e allo stesso tempo può cuocere come in pentola e persino a vapore.

Un elettrodomestico che colma un vuoto

Non sorprende il successo di un utensile che facilita la casalinga (oltre un milioni di pezzi hanno già trovato dimora nelle case italiane); a stupire è invece che sia stato adottato nelle cucine di molti ristoranti, dove le attrezzature devono garantire performance professionali. La spiegazione viene da Marco Bistarelli, patron dello stellato Il Postale (Città di Castello, Pg), che con altri 30 noti cuochi firma un libro di ricette realizzate col Bimby: «È l’elettrodomestico che ci mancava. Uno dei vantaggi è che molte preparazioni in più fasi (ad es. frullare, filtrare, cuocere) si fanno con un’unica macchina. Ad esempio, è molto utile per la ricristallizzazione dello zucchero o per preparare una maionese di scampi: con ghiaccio, scampi, basilico, frullati ottengo una salsa finissima, senza nemmeno passarla al colino, dato che la potenza di vortice consente di ottenere texture finissime». Bistarelli lo consiglia per preparare la maionese: la macchina scalda l’aceto a 80°C, si aggiungono le uova (che si sterilizzano), si aggiunge l’olio e si ottengono due litri di maionese.

Un nuovo robot, dotato di memoria

Certo, c’è chi storce il naso se sente parlare di risotti o polenta preparati nel robot. «Per i bergamaschi - dice Chicco Cerea, chef del ristorante Da Vittorio, a Brusaporto (Bg) - la polenta si fa sul fuoco, mescolando a mano… A parte ciò, lo trovo molto utile ad esempio per puree di verdure, salse calde o fredde o fare ripieni finissimi».
L’interesse dei cuochi per questa attrezzatura non poteva lasciare indifferente altri produttori, così ora sul mercato è stato lanciato HotMix Pro (distribuito in Lombardia da Medagliani), nato però per usi professionali.
Le funzioni sono simili, così come lo è il prezzo, le dimensioni, la capacità di carico. Differente è invece il contenitore, una vasca in acciaio anziché in materiale plastico, le cui pareti esterne si mantengono fredde; in più è possibile memorizzare 300 ricette, di cui 99 già programmate.

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