La seconda volta di Show Rum

Minimalisti, dandy, barocchi, hipster e hippy. Erano presenti distillati dagli abiti più diversi nella vetrina di Showrum, seconda edizione del festival romano dedicato ai rigogliosi frutti della canna da zucchero. A coordinare l’atelier c’era l’organizzatore Leonardo Pinto, due metri di passione esagerata per i distillati da succo o da melasse, per le eccellenze della colonna e del pot still. L’organizzazione fornisce numeri pesanti e parla di 2.500 partecipanti in due giorni al Salone delle Fontane. La monumentale architettura razionalista ha fatto da cornice a momenti come la Showrum Tasting Competition (Stc), prima blind tasting competition in Italia completamente dedicata al Rum e a interessanti masterclass cucite su misura per gli addetti ai lavori. «Non credo esistano i migliori rum al mondo - commenta Pinto, direttore artistico di Showrum e promotore della Stc - credo invece che esistano i rum più adatti al mercato della nazione che ospita la tasting. Per questo motivo ho voluto creare una giuria eterogenea di altissimo livello, che avesse sì una maggioranza di esperti italiani, ma con un tocco di internazionalità dato da grandi nomi del settore provenienti da altre parti del mondo. Credo che i risultati di questa competizione, di cui sono assolutamente soddisfatto, ricalchino davvero il gusto del consumatore italiano». Particolare attenzione è stata rivolta anche alla miscelazione, con la presenza di un cocktail bar guidato da alcuni dei più grandi bartender italiani e gestito dal Mo.Wa, primo caribbean bar italiano di Marina di Ravenna, e dal Jerry Thomas Speakeasy, realtà italiana di calibro internazionale, presente nella classifica dei migliori 50 bar al mondo. Tutte le attività collaterali legate al bartending, dalle cocktail competition ai seminari, sono state coordinate col supporto di Paolo Sanna del Banana Republic, Fabio Bacchi dell’Aibes, Leonardo Leuci e Roberto Artusio del Jerry Thomas, Patrick Pistolesi del Barnum e Alex Frezza.

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