Il ristorante parigino ‘Il Vino’ di Enrico Bernardo propone ai clienti una lista dove le pietanze fanno da contorno rispetto a un’ampia scelta di bianchi e rossi di tutto il mondo
Sull'insegna trovate, scritto in grande, Il Vino e, in piccolo, by Enrico Bernardo. Insomma Il vino by Enrico Bernardo, semplice, chiaro, inequivocabile anche nel significato. In sostanza Champagne, bianchi e rossi che piacciono al miglior sommelier del mondo del 2004. Tutti, circa 15 mila etichette, raccolti nel ristorante parigino che Bernardo, dopo aver diretto per qualche tempo il ristorante le Cinq dell'Hotel George V, sempre a Parigi, conduce oggi con la sua solita passione. A metà strada tra les Invalides e l'Ecole Militaire, Il Vino di Enrico Bernardo spicca per una formula innovativa e per il fatto che a poco tempo dall'apertura si è già guadagnato una brillante stella Michelin.
Il miglior sommelier del mondo
Prima di raccontare il ristorante è bene dire di Bernardo, tanto per capire che solo a un personaggio così poteva venire in mente di mettere in atto una formula del genere. Il quale è stato ed è un enfant prodige della sommellerie internazionale. Oltre a esser stato nominato miglior sommelier del mondo quando aveva solo 27 anni (oggi ne ha 32), in tempi precedenti è stato insignito anche del titolo di miglior sommelier d'Europa, d'Italia e via via di questo passo il tutto sotto l'ala protettrice e istruttiva di Giuseppe Vaccarini (impossibile non citare il maestro di Enrico). E oggi, Bernardo si è imposto sulla scena parigina grazie, ed ecco la formula a cui accennavamo, al fatto che ha messo proprio il vino al centro della proposta del ristorante e non più il cibo. A dirlo sembra semplice, ma a lavorarci quotidianamente può esserlo un po' meno.
Il vino come menu principale
Difficile spiegare, per esempio, che il menu consegnato al cliente non è la lista dei vini, ma proprio il menu principale. Pazienza che qui siano riportati i vini e non le pietanze. Bianchi o rossi bisogna scegliere, sarà poi il sommelier a portare il piatto contenente la ricetta che Bernardo e lo chef Davide Barilone hanno messo a punto per quella specifica etichetta. Insomma, se non fosse chiaro, qui si sceglie il vino e non la pietanza, qui si viene per degustare un vino, il mangiare è secondario e serve solo per accompagnare il calice. Prezzi? Tre i menu disponibili: il Vitesse a 50 euro, L'aveugle (alla cieca) a 75 euro (100 la sera) e il Grands terroirs de France a mille euro (che include però cinque grandi vini francesi come Château d'Yquem, Château Pétrus). Alla carta si può scegliere tra portate comprese tra gli 80 euro di un Cos d'Estournel con relativo abbinamento e i 20 di un Crozes Hermitage d'Alain Graillot. Sapendo poi che se il primo calice con portata annessa costa una certa cifra il bis dello stesso vino costa circa la metà.
L'abbinamento con le pietanze
E dalla cucina, cosa esce? In teoria le ricette in abbinamento sono a sorpresa, ma ai clienti che non vogliono “rischiare” o che magari sono intolleranti a qualche alimento e non vogliono trovarselo nel piatto, il sommelier è sempre pronto a suggerire una o più alternative. Ovviamente pensate per l'abbinamento con quel certo vino. E la clientela, come reagisce? Sul forum di un sito francese dedicato alla gastronomia i pensieri di chi si è seduto a uno dei 40 posti del locale di Bernardo sono contrastanti, come sempre avviene quando ci si trova davanti a qualcosa di davvero nuovo. Da chi centra il giudizio sulla cucina dimostrando di non aver capito il senso del locale, a chi ne coglie lo spirito e lo apprezza.