Materiali ecologici, colle e resine non tossiche: ecco i suggerimenti per risparmiare energia all’altezza del suolo
Qual è il criterio di scelta di un pavimento ecologico? Il tipo di materiale usato, il procedimento con cui è stato prodotto oppure il sistema di posa, senza impiego di materiali tossici? O non è invece più ecologico, specie in un bar, dove l'igiene deve prevalere su tutto, un pavimento facile da pulire e più sicuro per la clientela?
I pavimenti in legno
L'ideale è senz'altro puntare su una superficie che comprenda tutte queste caratteristiche. Dal punto di vista dei materiali, il parquet è senz'altro quello più naturale, ma va scelto con attenzione: deve provenire innanzi tutto da piantagioni certificate, privilegiando soprattutto le essenze delle nostre latitudini, come il ciliegio, l'acero, il noce. Meglio scegliere legni duri, resistenti, protetti con trattamenti non tossici. Parquet di questo tipo sono però costosi e quindi può essere un'idea ripiegare sui laminati, che consentono una posa più rapida, a incastro e senza collanti, spesso a base di sostanze tossiche. Sono resistenti a lungo, prodotti ormai con metodi rispettosi dell'ambiente e si prestano perfettamente all'abbinamento con i sistemi di riscaldamento radianti a pavimento, che consentono notevoli risparmi di combustibile e una sensibile riduzione delle emissioni inquinanti di anidride carbonica.
A mosaico o in resina
Di grande effetto estetico sono i mosaici (equiparabili per l'impatto ambientale a un pavimento in piastrelle). La discriminante per avere un pavimento ecologico a mosaico o a piastrelle sono i materiali usati per la posa. Bisazza, tra i più grandi produttori mondiali di questo tipo di rivestimento, ha messo a punto una linea ecologica, con tessere colorate con smalti non tossici e non inquinanti. Anche i produttori di pavimenti in resina, realizzati con la commistione di particolari sostanze chimiche, stanno puntando su soluzioni più rispettose dell'ambiente, soprattutto con lo sviluppo di resine biocompatibili. Il vantaggio di queste superfici, compatte, lisce e non porose, è la maggiore facilità di pulizia rispetto a pavimenti tradizionali, che comporta un utilizzo inferiore di detergenti e di sostanze chimiche e un minor impiego di macchine detergenti, con conseguente risparmio energetico.
I pavimenti radianti
Sotto l'aspetto dei consumi, vanno privilegiati invece quei pavimenti, come parquet e laminati, che si prestano all'impiego di pannelli di riscaldamento radianti. Questi sistemi sono composti da serpentine di tubi in materiale plastico, anti corrosione, che vengono collocate nel massetto al di sotto della superficie calpestabile. Sono soluzioni da impiegare in presenza di un isolamento termico molto ben realizzato, senza fughe di calore, e in abbinamento con caldaie a condensazione. I pavimenti radianti utilizzano acqua alla temperatura di 35-40°C, anziché a 70-80°C come avviene per i normali radiatori a muro. Hanno maggiore inerzia termica, nel senso che ci mettono più tempo a raggiungere la temperatura rispetto a un calorifero, ma per questo motivo mantengono anche il calore molto più a lungo.