Dopo lo zabov un super punch

Interviste –

Le Distillerie Moccia di Ferrara, famose per il liquore all’uovo Zabov, allargano il campo d’azione rilevando da Campari il Punch Barbieri. Un’operazione che apre nuovi orizzonti soprattutto nel fuori casa. Parola di Cinzia Ori, ad

Chi non conosce lo Zabov, liquore dolce all'uovo, che “siede” di diritto nell'assemblea degli alcolici italiani più autentici? E chi non conosce il Punch Barbieri, altra etichetta bandiera della liquoristica tricolore? Ebbene, questi due “pezzi da novanta” del nostro bottigliere si sono oggi ritrovati insieme nel portafoglio delle Distillerie Moccia, piccola ma intraprendente realtà ferrarese che è recentemente balzata agli onori della cronaca per aver acquisito dal Gruppo Campari il Punch Barbieri per un controvalore di 4,45 milioni di euro. Un'operazione che consente alla società emiliana di proprietà della famiglia Ori di affiancare allo Zabov, che dal 1946, anno di fondazione della società, costituisce il core business aziendale, un brand altrettanto noto e di prestigio.
«È chiaro che si tratta in prima battuta di un ampliamento di gamma - aggiunge Cinzia Ori, amministratore delegato delle Distillerie Moccia - stando sempre però nell'ambito dei prodotti di nicchia, un settore dove possiamo vantare un know how specifico. Grazie all'acquisizione di Punch Barbieri che si affianca alla nostra leadership nell'area dei liquori all'uovo (Zabov vanta secondo fonti Nielsen una quota del 47,1%, ndr), possiamo finalmente contare su una massa critica più equilibrata».

Ci sono sinergie anche sul fronte distibutivo?

Sì e sono molto interessanti. Di fatto Zabov e Punch Barbieri sono sotto il profilo distributivo due prodotti perfettamente complementari. Il 70% del fatturato di Zabov proviene dalle vendite alla grande distribuzione, mentre il restante 30% è generato dal fuori casa. Per il Punch Barbieri il rapporto è esattamente inverso. È evidente che questa “specializzazione distributiva” incrociata ci consentirà di mettere a punto sinergie in entrambi i nostri mercati di riferimento: gdo e horeca.

Dal punto di vista finanziario l'investimento per l'acquisizione di Punch Barbieri da Campari è stato un impegno molto rilevante.

Il closing dell'operazione è avvenuto lo scorso 1° marzo e siamo già in fase produttiva del Punch Barbieri. Tutto ciò ci riempie d'orgoglio perché era da tempo che cercavamo un prodotto che fosse complementare allo Zabov e che incarnasse la nostra mission di impresa di famiglia orientata alla valorizzazione dei prodotti liquoristici della tradizione. L'acquisizione è costata 4,45 milioni di euro ma le risorse sono state fornite tutte dal nostro gruppo, senza fare ricorso alle banche. Risultato: oggi il nostro giro d'affari è più che raddoppiato ed è pari a 4 milioni di euro, ciò ci consentirà di fare presto dei ragionamenti su come sostenere al meglio i nostri prodotti storici, primo fra tutti ovviamente lo Zabov, e dare anche una nuova veste al Punch Barbieri.

In che senso?

Ovviamente la ricetta originale del Punch Barbieri non si tocca, ma potremmo pensare a un restyling grafico dell'etichetta. Procederemo, comunque, con molta cautela perché sappiamo quanto sia importante il vissuto anche d'immagine di un prodotto così conosciuto.

State studiando delle iniziative particolari per dare un tocco di contemporaneità a due prodotti che, sebbene arcinoti, sono legati a modi di consumo molto tradizionali?

È questo un percorso che con Zabov abbiamo già intrapreso da tempo proponendo variazioni molto interessanti come lo Zabov Chupito, frutto dell'abbinamento tra liquore all'uovo e rum giamaicano. Una formula pensata per un consumo più allargato e da servire nel bicchierino short come un rum invecchiato o una vodka. Abbiamo innovato anche sul fronte della mixability creando nuove ricette che tendono a “destagionalizzare” i consumi del nostro liquore all'uovo. Lo stesso faremo anche con Punch Barbieri contando soprattutto sul fatto che i professionisti del bar sono psicologicamente più disposti a ragionare su un prodotto come il punch, piuttosto che sul liquore all'uovo che obiettivamente ha degli spazi di manovra molto più limitati. Anche in questo caso punteremo a un allargamento delle modalità di utilizzo e a tal proposito stiamo mettendo a punto un ricettario di nuovi cocktail a base di Punch Barbieri che verrà destinato ai gestori dei bar. Un target, quest'ultimo, con cui vogliamo aprire un vero e proprio dialogo.

Quanto è importante l'estero in un momento come l'attuale dove molte aziende riescono a compensare i cali di vendita interna grazie proprio alle esportazioni?

Fino ad oggi l'estero ha pesato limitatamente sul nostro fatturato, siamo intorno al 10%. Ciò è dovuto alle caratteristiche intrinseche dello Zabov che, come sappiamo, è un prodotto che ha un consumo prettamente invernale, stagione in cui si beve preferibilmente caldo come corroborante. Pensiamo solo allo Zabov Bombardino, diventato ormai un classico da consumare con la panna. Non è un caso che i nostri principali clienti esteri si trovino nell'Europa centrale: Svizzera, Germania e Austria.
Quella di

Punch Barbieri è stata un'operazione spot o avete intenzione di espandere ulteriormente il vostro portafoglio?

È veramente troppo presto per pensare ad altre acquisizioni. Il nostro primo obiettivo è quello di valorizzare al meglio il nostro portafoglio e sfruttare la nuova massa critica di cui disponiamo. Ovviamente, siamo sempre molto attenti a quello che succede sul mercato. La mia famiglia ha interessi molto diversificati che vanno dalla lavorazione della frutta alla trasformazione delle materie plastiche e all'immobiliare. Tutte attività che fanno capo, come la distilleria a un singolo componente della famiglia (Cinzia Ori ha tre sorelle imprenditrici: Mariella, Paola e Rita, ndr) e che sono localizzate nella provincia di Ferrara. Non escludo un interesse per un'acquisizione nel settore food: un'area di business certamente sinergica e che ancora ci manca

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