Aperitivo: vince lo stile italiano

Il rinato concorso internazionale Martini Grand Prix, vinto dall’italiano Walter Gosso, certifica che il termine aperitivo è uscito dai confini italiani e, con il suo charme, sta conquistando il mondo. Spodestando l’happy hour

Sentire due autorità del bartending riconosciute a livello internazionale - e perdipiù di origine anglosassone - raccontare della bellezza dell’aperitivo non è un segnale da sottovalutare: parliamo di personaggi del calibro di Simon Difford, papà della Difford’s Guide, la più diffusa fonte di informazione sui cocktail del Vecchio Continente, e Jacob Briars, global advocacy director del gruppo Bacardi. I due, nel corso della finalissima del rinato concorso internazionale Martini Grand Prix, hanno magnificato le sorti dell’aperitivo. Altro che happy hour!  Se l’happy hour, infatti, nel mondo è sinonimo di “quantità” (visto che di norma è associato a offerte del tipo “due drink al prezzo di uno”), la parola italiana aperitivo comincia a farsi apprezzare nel mondo come sinonimo di qualità. Non solo del bere, ma prima di tutto e soprattutto dell’esperienza: l’aperitivo, quindi, come ambasciatore di quel buon vivere che tutto il mondo - almeno in ambito di enogastronomia - ci riconosce e ci ”invidia” (anche se ce lo dimentichiamo).

Oltre il drink

La finalissima del concorso, erede della competizione creata nel 1966 con il nome di Pensiero Paissa in onore di Pier Luigi Paissa, indimenticato ambassador di Martini&Rossi, ha certificato l’emergere di due tendenze vincenti nel mondo del bere miscelato: la ricerca della semplicità nella costruzione del drink e la valorizzazione degli ingredienti locali.  Possibilmente, come da indicazioni del concorso, da esaltare con una bella presentazione e un adeguato abbinamento con uno stuzzichino di qualità. e infine da valorizzare creando attorno al drink e al servizio una storia capace di incuriosire e attrarre il cliente prima ancora che porti il cocktail alla bocca.

Peter Dorelli, maestro riconosciuto per molti bartender, ha sottolineato più volte come, alla fine, il drink non sia mai la cosa più importante.Perché prima del cockatail viene sempre - indovinate un po’ - il cliente! «Non dobbiamo mai dimenticare - afferma Dorelli - che siamo lì per lui. Se riusciamo a far sentire speciale ogni singolo ospite, abbiamo fatto bene il nostro lavoro».

Tra i quattro finalisti, il nostro Walter Gosso è quello che ha saputo costruire il miglior mix tra il bere, il mangiare e il raccontare. Il suo “Un Americano a Torino” ha finito per conquistare la giuria.

Semplice e locale

«Un drink moderno che discende direttamente della grande tradizione dell’aperitivo italiano, da classici come l’Americano e il Mi-To - spiega Jacob Briars, a capo della giuria del concorso -: semplice, facile da preparare, ma molto ben bilanciato e con quel piacevole gusto agrodolce che ci si aspetta da un aperitivo».

Se semplicità ed equilibrio sono gli aspetti che più di altri hanno fatto breccia tra le papille dei giurati, un altro elemento chiave del drink di Gosso che ha ricevuto unanimi apprezzamenti è il suo essere, come ha riassunto la giudice spagnola Mar Calpena: «quasi a chilometro zero: un’etichetta che dopo aver conquistato le cucine adesso inizia a contagiare anche il mondo della miscelazione».

E lo raccontiamo non tanto per fare l’elogio a Walter - la cui bravura non ha certo bisogno del nostro riconoscimento - ma per dare un’indicazione utile a tutti i bartender che si mettono alla prova nel creare nuove ricette.

Il cocktail di Gosso è la quintessenza della piemontesità: nel bicchiere c’è il Chinotto Lurisia - oltre, naturalmente, al Martini -, nel piatto di accompagnamento carne piemontese e crema al tartufo. «Un cocktail dalla forte identità - riassume la giurata Rosanna Marziale, chef stellata del Ristorante Le Colonne di Caserta -. Ma soprattutto la rivincita della semplicità, capace di esaltare i buoni ingredienti senza stravolgerli con manipolazioni troppo spinte». Avviso ai lettori: ora avete tutti gli ingredienti e le indicazioni necessarie per creare il vostro cocktail memorabile.

 

LA RICETTA VINCENTE

Un Americano a Torino

di Walter Gosso (Italia)

5 cl Martini Rosato, 5 cl Martini Bitter, 2 dash Bitter Plums Fee Brothers, 10cl Chinotto Lurisia, scorza d’arancia

Preparazione: Versare in un bicchiere Collins Martini Rosato, Martini Bitter e due dash di Plums Bitter, aggiungere un top di Chinotto Lurisia e mescolare tutti gli ingredienti usando la tecnica “throwing”. Guarnire con una scorza d’arancia e una fetta di limone

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