Stupire i clienti e rimanere sempre al top del mercato

Cocktail bar –

La ricetta del Coconuts, locale cult di Rimini, che quest’anno celebra il suo primo decennio con un nuovo luxury bar, una carta di cocktail a base di distillati premium e un ristorante. Un locale fisarmonica che sa saggiamente adattarsi a climi, serate e clientela diversi

Ogni estate, nuovi cocktail personalizzati per categorie di prodotto o target di clientela. È in questo modo che il Coconuts, locale cult di Rimini, posto nel tratto più prestigioso del lungomare tra il porto e il Grand Hotel, capta in anticipo suggestioni e fermenti provenienti dalla società per poi reinterpretarli, fino a creare le nuove tendenze del bere bene nella Riviera Romagnola. Ogni anno è quindi nel segno dell'innovazione e rimangono in lista solo i best seller, come il “singledrink”, cocktail adatto a trovare l'anima gemella, sfornato l'anno scorso «quando sembrava che molte coppie in giro si sfaldassero» racconta il patron Lucio Paesani, o il Cocoon, drink antiaging realizzato con un elisir di 130 erbe dei monaci certosini. Come tradizione anche il 2009 si è, dunque, aperto nel segno delle novità con il lancio del succo di cranberry, del latte di cocco biologico e dei grandi sciroppi di Monin. Un anno speciale che coincide con il decennale del locale: un evento celebrato con la creazione di un nuovo punto bar accanto alla zona privé e alla pista coperta. Si chiama Luxury Bar ed è tutto dedicato ai drink miscelati con distillati di ricerca, grazie anche alla sempre più stretta partnership con Velier e alla consulenza-amicizia dell'esperto di settore Gianfranco Pola, responsabile di prodotto presente al Coconuts tre sere la settimana.
Ecco quindi, nel Luxury Bar, una carta premium con cocktail (a 10 euro) suddivisi per base principale. Abbiamo, dunque, il Gin Tonic preparato con Hendrick's, Tanqueray, Tanqueray No. Ten o Bombay Sapphire o il classico Rhum & Cola con Matusalem Gran Riserva 15 anni, Rhum PMG Marie Galante, J. Bally Rhum Agricole, Brugal e via dicendo. «È un nuovo approccio al bere che soddisfa il pubblico che vuole crescere e imparare - dice Paesani -. Oggi si cerca la serata a tema, la degustazione tematica, e questo succede non solo nel mondo del vino o nella gastronomia, ma anche nello svago serale e notturno: emerge la volontà di trovare non solo emozioni o intrattenimento, ma anche contenuti». Per questi drink, si usa non il solito bicchiere grosso tronco conico, ma uno cilindrico, fine e non spesso, come per sottolineare un ritorno al tradizionale bicchiere da long drink.
Dopo dieci anni di attività, è anche un rimando agli esordi e alle prime ispirazioni stile “Ocean Drive” di Miami, anche se oggi definire il Coconuts uno street bar è riduttivo. «La flessibilità e la modularità sono i punti di forza del locale - sottolinea il patron - un unicum dislocato in quattro differenti punti bar, ognuno diverso. Un locale fisarmonica pronto a rimodellarsi in funzione della serata, del pubblico, dell'atmosfera e, nelle mezze stagioni, anche dei capricci meteo di temperatura e vento». Un'altra novità di quest'anno è l'entrata a regime del ristorante, dopo il rodaggio nei weekend la stagione scorsa. Ora al Coconuts ci sono un sushi bar con banco a vista e una cucina, guidata dallo chef Luca Salvemini, in grado di fare grandi numeri anche in occasione di servizi di catering o eventi aziendali. Il menu ha un che di “glocal”: strizza l'occhio al modaiolo ma riesce a farsi piacevolmente “contaminare” dalla tradizione e dai prodotti locali. Si va dal cestino di ostriche e scamponi al fritto misto dell'Adriatico, dalla gran catalana di crostacei al filetto di manzo argentino con riduzione di balsamico (da 12 a 18 euro i piatti, 25 la catalana). Anche gli stuzzichini dell'happy hour sono preparati dallo chef: piadina, pesce azzurro alla griglia, spiedini di salsiccia e peperoni ecc. Il tutto condito da una selezionatissima lista di vini (compreso i famosi “Triple A” biodinamici).

La centralità del servizio bar

«L'arrivo del ristorante, che non è il core business ma un servizio complementare, serve a sfatare lo stereotipo che nei locali serali si mangi male. La centralità del ruolo del bar al Coconuts non è mai stata in discussione - tiene a precisare Paesani -. Non a caso si punta molto su una rigorosa formazione del personale, con piccoli corsi prima dell'apertura stagionale. Da noi la figura del barman è strategica in tutti i vari punti di somministrazione interni al locale. Dai 12 baristi del Coconuts e in particolare dai loro consigli, dalle loro battute, dalle loro spiegazioni su una ricetta passa il contatto con la nostra clientela, cosa che si rivela di importanza fondamentale per fidelizzare il pubblico e tastare continuamente il polso al mercato».

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