Boutique vodka

Case history –

Oltre 100 cocktail monotematici e un ricco cartellone di guest night. Il tutto in soli 35 metri quadrati. Succede al nuovo Davai di Milano

La posizione è strategica: zona Garibaldi, uno dei centri nevralgici della notte milanese. Al suo fianco ha un colosso chiamato Radetzky Café. Di fronte c’è la piazzetta di Princi, la panetteria che insieme a pizza e focacce, sforna dj set e aperitivi. Un’area di grande passaggio, di shopping e di modelle che sfilano, in libera uscita, nell’area pedonale. La concorrenza pare non sia un problema. «È positivo il fatto che ci siano tanti altri locali intorno a noi. Ci troviamo all’interno di un sistema dinamico e vivace, capace di generare e incrementare i contatti». Fatta la premessa, che la festa abbia inizio o, come dicono più sinteticamente in Russia: Davai. Il nuovo vodka bar milanese è il primo banco di prova di un format che pare sarà esportato in breve tempo anche a Londra e in Vietnam, un mercato molto florido per la Russian Standard Corporation del finanziere russo Roustam Tariko. Nel locale, il bartender Massimo Stronati, propone esclusivamente cocktail a base di Russian Standard Original, Russian Standard Platinum o Imperia. Chi ha firmato la cocktail list - si tratta di Alessandro Melis e Francesco Pierluigi di Drinkable - si è esercitato in un difficile Sudoku, combinando rivisitazioni alla vodka di celebrità esotiche, esperimenti molecolari e specialità russe dai nomi importanti come Stravinsky, Gorbaciov e Tolstoj. In totale, cento cocktail cento. Roba forte solo a leggerla. La lista apre col Moscow Mule e le sue rivisitazioni. Cetriolo compreso. Una scelta che fiuta una tendenza in crescita. Apro la busta, infilo la mia scommessa, e la sigillo prevedendo che entro pochi anni il Moscow Mule, il buck che cambiò nell’America degli anni Cinquanta gli equilibri tra gin e vodka a favore di quest’ultima, sarà un protagonista assoluto nei bar italiani e non solo.

Cocktail nel tubetto del dentifricio

Scorrendo le sezioni del menù emergono le interpretazioni del Bloody Mary (6 in totale), l’ampia scelta di cocktail hawaiani, i cocktail fatti con zucchero filato, fino ai Russian Tooth Paste, cocktail della tradizione (Americano Gancia, Moskito, Negrosky) trasformati in pasta alcolica e serviti in un tubetto di dentifricio. E poi ancora drink affumicati, classici sour, Spritz sferificato. Quella del Davai è una lista che matura col tempo. Ogni mese viene aggiornata con i cocktail proposti durante la serata “Around the world with the best mixologist”. Dall’inaugurazione, nell’aprile scorso, sono passati per il banco di Largo La Foppa, tre volti noti della miscelazione internazionale. E ognuno ha lasciato il suo souvenir. A cominciare da Daniele Dalla Pola, membro del Drink Team di Bargiornale, che ha aggiunto al menù le ricette Standard Mule, Russian Maracuja, Blue Hawaii ed Elisir d’Amore. Alex Kratena, uno tra i migliori barman al mondo, ha firmato il Davai Davai Gimlet e il Milano Swizzle (Puki Fuki Remix), preparato con vodka, Velvet Falernum, lime, gocce di Angostura Bitters, foglie di erba shiso e boccioli di rose. Ultimo, in ordine di apparizione, è Marc Bonneton, proprietario de L’Antiquaire di Lione. Il mixologist francese ha lasciato il suo segno nella lista con tre cocktail tra i quali il fresco Russian Lady Club, preparato con vodka, lamponi freschi, sciroppo di lamponi, succo di limone e albume. Un’impresa straordinaria. Specie se si considera che parliamo di un locale di appena 35 metri quadrati e con una ventina di sedute. Un boutique bar a tutti gli effetti capace di mescolare un ambiente caldo con il tocco freddo della vodka. Uno spazio a tutto glamour dove l’acciaio, lo specchio e il vetro del bancone, si fondono col velluto delle sedute e delle pareti imbottite. Con il marchio Russian Standard che corre con un inserto rosso tra le fasce in acciaio del banco per esplodere sulle colonne e sulle pareti scorrevoli del bagno. Il tutto condito da un tocco di tecnologia dato dal grande videowall collocato sopra il bottigliere.

Mostre di giovani talenti e Silent Disco

In questa bomboniera, oltre alla serata dedicata ai guest bartender, si alternano altri eventi. Si spazia dal Moscow Mule Design Party che ha omaggiato, durante l’ultima Design Week, il pubblico del locale con foto in stile set fotografico, all’Art No Stop, che ogni giovedì mette in mostra le opere di giovani artisti emergenti. Nella programmazione c’è anche la Silent Disco, la discoteca in cuffia, durante la quale ogni ospite viene munito di cuffie collegate, attraverso un sistema wireless, alla consolle del dj. Si possono ascoltare due canali diversi e ballare fino a tarda notte. Con buona pace del vicinato.

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