Siamo in un mondo sempre più “social”. E la socialità trasforma le abitudini e i consumi. L’esigenza di comunicare e di conoscere gli altri introduce nuovi riti collettivi e aggiunge valore ai luoghi d’incontro. Che cosa c’entra tutto questo con il mondo dei locali e dei bar? C’entra eccome, perché ci sono spazi degli esercizi pubblici che si prestano particolarmente a soddisfare il bisogno “social” dei loro frequentatori. E tra questi uno dei più importanti è senza dubbio il dehors, luogo esterno del locale, dove si può sostare guardando il paesaggio, osservare la gente che passa, ma dove ci si può anche mischiare, confondere con gli altri, come se ci si trovasse in un party.
Non è un caso che i trend del design in materia di dehors che abbiamo potuto apprezzare all’ultimo Salone del Mobile di Milano vada proprio in questa direzione.
Un esempio? Il nuovo allestimento della Terrazza Aperol di Milano, proprio di fronte al Duomo, che propone un’area organizzata con panche di design (della linea Pop di Slide, nella foto) che possono fungere da base d’appoggio anche per i bicchieri, in cui i movimenti del pubblico diventano fluidi, aperti, non più vincolati da tavolo e sedie.
Più o meno liberi
Terrazza Aperol è in realtà un luogo un po’ “sui generis”, perché non occupa uno spazio pubblico come nella maggioranza dei casi, ma una terrazza privata che può essere quindi arredata senza alcun tipo di vincolo, se non quello della funzionalità per chi lavora e del comfort per gli ospiti. È un po’ quello che succede nelle tante “terrazze” aperte un po’ in tutta Italia, dalle metropoli ai luoghi di villeggiatura, che tendono a far vivere gli spazi aperti degli ultimi piani, quelli che una volta venivano definiti attici.
Un trend che riscontriamo in modo particolare negli alberghi, che nella maggior parte dei casi hanno la possibilità di sfruttare un intero stabile.
Per quanto riguarda i dehors a livello strada, la libertà di arredamento e di utilizzo è pressoché totale se parliamo di un cortile interno ma, come è noto, è soggetta a vincoli se invece si occupa il suolo pubblico. Le norme su questa materia, lo abbiamo sottolineato più volte sulle pagine di Bargiornale, variano da comune a comune, ma in generale sono ispirate a pochi, semplici concetti. Innanzi tutto gli arredi devono essere armonizzati tra loro e rispettare un codice di arredo urbano che, abitualmente, respinge soluzioni troppo vistose. Le coperture devono essere poi costituite da ombrelloni, con telo in cotone doppio impermeabilizzato, oppure in tendoni a parete che non devono ingombrare eccessivamente lo spazio pubblico e devono essere alti almeno 220 cm e oltre. I colori, dei tessuti come degli arredi, devono essere di regola neutri, con preferenza per le tinte unite (alcuni comuni accettano motivi a righe che si armonizzino con il simbolo della città) e senza scritte su tende e ombrelloni, assimilate in genere a insegne e quindi soggette a ulteriori tassazioni oltre a quella di occupazione del suolo pubblico. Ma anche su questo tema non c’è omogeneità di vedute nelle città italiane.
Strutture provvisorie
Un’altra richiesta frequente dei nostri comuni è di ridurre al minimo la realizzazione di recinzioni o delimitazioni dei dehors, per ribadire il loro carattere provvisorio. Di solito, se chiusure perimetrali vengono ammesse, è per “difendere” lo spazio a disposizione degli avventori dai veicoli che si parcheggiano. La preferenza, in questi casi, è per chiusure poco visibili e leggere, come barriere trasparenti in plexiglass. In molti casi sono ammesse le fioriere, che però richiedono cura, manutenzione, sono molto laboriose da rimuovere in caso di necessità e rischiano di trasformarsi, vista purtroppo la maleducazione generalizzata, in cestini per la spazzatura.
Anche quando si deve pensare ad altri elementi, per esempio corpi riscaldanti per migliorare il comfort degli ospiti nei periodi freddi, o apparecchi per l’illuminazione, questi non devono di norma essere fissati alla facciata degli edifici, soprattutto quando ci troviamo in un centro storico, ma essere collocati su piantane o appesi alla copertura, ombrellone o tendone che sia.
Spazi per tutti
I dehors devono anche rispettare criteri di accessibilità per tutti, e quindi, se sono dotati di pedane per ovviare a una pavimentazione stradale irregolare o in pendenza, devono comunque essere dotati di scivoli e non essere eccessivamente sopraelevati. A questi aspetti va anche aggiunto il fatto che stiamo parlando non soltanto di spazi per l’ospitalità, ma anche di ambienti di lavoro, dove i camerieri devono muoversi in modo agevole, possibilmente senza dover percorrere un tragitto troppo lungo dalla cucina. Per facilitare le operazioni di servizio è quindi sempre opportuno prevedere la collocazione, in esterno, di un mobile basso e leggero, che possa fungere da piano di appoggio per facilitare le operazioni dei camerieri nel caso di un locale di grandi dimensioni, che magari utilizza il dehros per l’aperitivo, con relativo servizio di cibo ai tavoli. Deve trattarsi comunque di un arredo facile da spostare all’interno del locale dopo la chiusura.
Qualità del progetto
Le soluzioni per rispettare tutte le limitazioni e le particolarità imposte ai dehors, comunque, non mancano, e rendono possibile l’allestimento di questi spazi con costi ragionevoli e con creatività. Per i centri storici esistono spesso disposizioni sui materiali ammessi, di preferenza legno, vimini oppure resine plastiche. Ed è proprio da questo tipo di materiale che l’industria degli arredi outdoor oggi riesce a trarre i migliori risultati. Polimeri che un tempo si sporcavano e deterioravano facilmente, oggi sono invece lavorati con tecniche e colorazioni speciali che li rendono estremamente longevi e facilissimi da pulire.
Anche il recente Salone del Mobile di Milano ha confermato questo trend, mostrando soluzioni per gli arredi in esterno ormai eleganti quanto e come quelle per gli interni. In particolare si assiste all’attenzione di importanti designer per le soluzioni di arredo outdoor, dimostrata dalle collaborazioni con marchi specializzati in questo genere di prodotto.
Nella scelta, soprattutto quando parliamo di arredo contract, che deve cioè rispondere a caratteristiche di resistenza e robustezza superiori rispetto ai mobili di uso domestico, è meglio privilegiare aziende specializzate, che da sempre producono per ristoranti e locali. Una garanzia in più che gli elementi scelti rispondano a criteri di massima sicurezza per il pubblico.