Biofficina Marconi, una guida nella scelta di un (buon) caffè

Saper fare e saperlo comunicare è uno dei driver di successo di Biofficina Marconi. A partire dall'offerta di specialty coffee ai cappuccini in latte art, agli estratti di frutta e verdura

biofficina marconi
Saper fare e saperlo comunicare è uno dei driver di successo di Biofficina Marconi. A partire dall'offerta di specialty coffee ai cappuccini in latte art, agli estratti di frutta e verdura

Ampio, arioso e colorato, Biofficina Marconi è un locale che si scopre poco a poco e stupisce per la ricchezza e la varietà dell’offerta.

Entrando attirano l’attenzione i colori e la disposizione ordinata sul banco di frutta e verdura. L’offerta prevede estratti, centrifugati, succhi, spremute e acque aromatizzate. Si può scegliere il proprio mix preferito o affidarsi all’abilità di Samantha Giubertoni, co-titolare del Biofficina, nell’individuare un gusto su misura. «A chi mi dice “faccia lei” - ribatte Giubertoni - chiedo se vuole qualcosa di dolce, acido o amaro, se un mix di solo di frutta o di frutta e verdura; quindi mi informo sul gradimento di zenzero o peperoncino. Individuati i gusti preferiti realizzo l’estratto». Qui ogni giorno, su ricetta di un nutrizionista, vengono inoltre realizzati gli estratti per dissetare e dare vigore alla squadra di calcio del Carpi. A questa postazione si incontra anche Marino Macchioni che, insieme a Samantha, propone quotidianamente sulla pagina Facebook del locale un simpatico filmato #lericettedimarinoesamantha con la ricetta (e l’aneddoto) del giorno.

Alcune recenti proposte: per i clienti a caccia di potassio, 1/2 banana, 10 fragole e 1/2 limone; per quelli in cerca di una bevanda purificante, 1/2 finocchio, 2 mele verdi e 1/2 mazzo di rucola; per coloro, invece, desiderosi di un mix drenante, 2 asparagi, 2 carote e 1 cetriolo. Da aggiungere, a proposito di comunicazione, che la partecipazione a fiere e l’assidua presenza on line ha reso Biofficina un marchio conosciuto e apprezzato anche fuori dalla realtà di Carpi e del modenese.

Miscele bio

Torniamo al locale: superato il banco con la frutta, c’è quello con la cassa che ospita caramelle in provette alimentari realizzate con bucce di frutta zuccherate e una cassettina con dei cioccolatini sormontata dalla scritta “Non sono gratis, ma puoi prendermi in cambio di un sorriso”.

Da questo banco in poi le scritte riportate pressoché ovunque sulle pareti nere, su apposite lavagnette, su muri e colonne offrono un orientamento nell’offerta, curiosità e spunti per il consumo. Svoltando a sinistra si accede alla zona in cui è protagonista il caffè con due postazioni ben distinte. La prima propone due miscele bio di Caffè Molinari, una 80% Arabica e 20% Robusta (1,10 euro) e una 100% Arabica (1,20 euro), servite con due macchine de La Spaziale. Qui si incontra un terzo protagonista: Dennis Riccò, co-titolare del locale insieme a Samantha Giubertoni. «La miscela più richiesta è la 80-20 in linea con il classico gusto italiano - afferma Riccò -. Il mio compito è di spiegare che il caffè ha diversi aromi e provenienze e portare i clienti a sperimentare la successiva parte del banco, dedicata agli specialty che sono caffè da conoscere per comprenderne la complessità e anche il costo maggiore». Qui si trovano due macchine espresso, una Linea Mini de La Marzocco e una Opera di Sanremo, e confezioni di caffè di diverse origini e torrefazioni quali Cofficina, #0 Lot Zero (il nuovo marchio di Chiara Bergonzi), Little Bean, Bugan Coffee Lab, Ditta Artigianale, Gardelli Specialty Coffees, Le Piantagioni del Caffè.

Il gettone del caffè

Sul banco colpisce la presenza di quattro cold brew inseriti in una struttura di legno: il contenitore superiore contiene acqua con frutta, che completa e arrichisce l’aroma del caffè filtro sottostante. Accanto, le bottiglie con il prodotto finito e per ognuna un biglietto che spiega il contenuto e dà qualche informazione sugli aromi che si troveranno in tazza o nel bicchiere. Lo zucchero? “Non c’è nulla di male a metterlo nel tuo specialty” si legge su un cartello: per prenderlo, però, bisogna infilare la mano in una (finta) ghigliottina; un invito a soprassedere? Il consumo giornaliero è di circa 2,5 kg per le miscele e tra i 250 e i 500 g per gli specialty. In un angolo c’è il “Filter of the day” (il caffè filtro del giorno), alla nostra visita un Colombia, posto in un contenitore termico, da cui, acquistato il “gettone” giornaliero, è possibile rifornirsi liberamente con bicchieri da asporto. Infine, antistante al banco con le miscele, c’è quello del cibo: la cucina propone hamburger, bruschette e club sandwich con diversi ingredienti, anche per vegetariani e vegani. «Con tutte queste informazioni sparse per il locale non c’è bisogno di alcun quotidiano - commenta Marino Macchioni che aggiunge fiero - abbiamo realizzato l’arredo dell’intero locale in 29 giorni, utilizzando dei pallet. Questo ha permesso di ridurre i costi di avviamento e di essere in attivo dopo soli 60 giorni di lavoro».

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