Da anni Ruffino, azienda vinicola di Pontassieve, ha intrapreso un percorso virtuoso per rendere la sua attività sempre più sostenibile. Un’attività da sempre votata alla produzione di grandi classici toscani, che trovano espressione, per fare qualche esempio, nel Chianti Classico Riserva Ducale e Riserva Ducale Oro, Chianti Ruffino e Brunello di Montalcino Greppone Mazzi. Ma anche aperta a nuove sfide con la creazione di Supertuscan, tra i quali il pluripremiato Modus, fatto con uve Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot della Tenuta di Poggio Casciano, e all’acquisizione di due tenute in Veneto per la produzione di Prosecco. Qualità e impegno nella sostenibilità nel lavoro di quest’azienda viaggiano infatti insieme. Un impegno a tutto tondo, ora premiato con uno dei più prestigiosi riconoscimenti internazionali di settore. Ruffino si è infatti aggiudicata il Drinks Business Green Award 2021, premio assegnato dalla rivista britannica The Drink Business agli operatori del comparto beverage che adottano un approccio ecologico e sostenibile alla loro attività, classificandosi al primo posto nella categoria Wine, beer or cider.
A regalare ulteriori soddisfazioni all’azienda il lusinghiero giudizio con il quale la giuria di questa dodicesima edizione del premio ha motivato l’assegnazione del riconoscimento. «Dal ridurre l’uso di energia e i rifiuti, al promuovere la biodiversità, Ruffino ha davvero impressionato – hanno scritto i giudici -. Con un bilancio di sostenibilità completo, è stato chiaro a tutti come questa azienda italiana stia prendendo in modo estremamente serio il suo approccio all’ambiente, facendo molti cambiamenti nell’ultimo anno, in meglio e misurabili, dalla creazione di zone umide alla certificazione biologica».
La cura per l’ambiente
E davvero diversi e importanti sono i progetti green messi in campo dall’azienda. Progetti che rientrano nel programma Ruffino Cares, con il quale fin dal 2018 l’azienda si propone di abbracciare tutti gli aspetti della sostenibilità, comunicando ed educando anche gli stakeholder interni ed esterni sul suo impegno e la sua responsabilità riguardo le pratiche sostenibili ed etiche.
Solo nel corso dell’ultimo anno l’azienda ha ottenuto le certificazioni Snqpi (Sistema di qualità nazionale produzione integrata) e Biodiversity Friend per tutti i vigneti di sua proprietà: la prima certifica il processo di produzione integrata, ovvero di un sistema di produzione che utilizza metodi agronomici finalizzati a ridurre al minimo l’utilizzo di sostanze chimiche, di acqua e di energia, la seconda che il processo produttivo non comporta perdita di biodiversità e che l’azienda è costantemente impegnata a migliorare la qualità dell’ambiente dove opera.
Sempre nello stesso anno, la metà dei vigneti è stato convertito al biologico, con l’obiettivo di arrivare al 100% di produzione bio entro il 2025.
L’approccio integrato di Ruffino coinvolge anche i fornitori e i partner. Anche in questo caso con obiettivi ambiziosi: l’azienda prevede di utilizzare sono uva da fornitori sostenibili o certificati biologici e di convertire l’intero parco auto aziendali in modelli elettrici o ibridi.
Inoltre, le cantine sono state dotate di due impianti di trattamento delle acque reflue all’avanguardia, mentre l'80% dei rifiuti generati è stato conferito per il riciclo e tutti i siti di produzione sono stati certificati Iso 14001:2015.
Investimenti per 8 milioni in nuovi progetti
L’impegno non finisce qui. Ruffino, che ha redatto il suo terzo Bilancio di sostenibilità, realizzato secondo le linee guida della Global Reporting Initiative e garantito da un revisore terzo, destinerà circa il 26% dei suoi investimenti totali a nuovi progetti di sostenibilità, superando gli 8 milioni di euro nei prossimi quattro anni.
Tra le nuove iniziative la realizzazione di impianti fotovoltaici per alimentare due cantine, da realizzare nel prossimo biennio, di coltivare il 95% di ettari di proprietà con agricoltura di precisione, di portare tutti i vigneti di proprietà allo StanDrinks Business Green Award 2021 dard nazionale di sostenibilità del vino certificato e, infine, di definire gli obiettivi al 2030 per la riduzione del consumo di acqua e delle emissioni climalteranti.