Campus Peroni, convegno per un agroalimentare tracciabile, sostenibile e innovativo

Il settore della birra può essere un esempio per tutto l'agroalimentare italiano in tema di ricerca e di innovazione di processo e prodotto.

Un momento durante Ansacom Campus Peroni ‘La filiera alimentare che fa bene al Made in Italy’.

Si è tenuto il 9 aprile il convegno in streaming di Campus Peroni che ha messo a confronto molti operatori del settore sul tema "Più tracciabile, più sostenibile, più innovativa: la filiera agroalimentare che fa bene al Made in Italy".

Da anni (fin dal 2006), Birra Peroni è molto attenta a temi come sostenibilità, tracciabilità e innovazione, con una serie di interventi in tema quali risparmio di acqua ed energia, oltre all'impiego di materie prime italiane, evidenziando i progressi con la pubblicazione di sei periodici Rapporti di Sostenibilità. Il passaggio nel 2016 al gruppo internazionale Asahi, particolarmente attento a questi aspetti, ha ulteriormente rafforzato questo impegno.

Campus Peroni è nato nel 2018 in collaborazione con Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) centro di eccellenza pubblico (in collaborazione con il Ministero Mipaaf, Fao, California University, Università di Trieste e altri enti) per la promozione e diffusione della cultura della qualità, innovazione e sostenibilità in campo agricolo e cerealicolo in particolare.

Grazie al portale ansa.it  Campus Peroni ha organizzato il 9 aprile un convegno in streaming sul tema "Più tracciabile, più sostenibile, più innovativa: la filiera agroalimentare che fa bene al Made in Italy" coinvolgendo i principali operatori del settore.
Introdotti da Barbara Carfagna, giornalista e spigliata conduttrice Rai Tg1, a introdurre il tema sono stati chiamati Carlo Gaudio (presidente Crea) e Federico Sannella (direttore relazioni esterne e affari istituzionali Birra Peroni), insieme con il Senatore Gian Marco Centinaio (Sottosegretario al Mipaaf, Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali).

Carlo Gaudio, presidente di Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) ha sostenuto l'importanza di realizzare un'economia circolare in grado di recuperare il più possibile gli scarti delle lavorazioni, dalla produzione alla trasformazioine alla ristorazione. In Italia il settore agroalimentare è protagonista con 538 milioni di euro di fatturato, grazie a 3 milioni e 800 mila occupati, con un export crescente di 42 milioni di euro. La forza dei prodotti italiani è un giusto mix di quantità e qualità, tanto che 1 prodotto su 4 è qualificato Ue, oltre a più di 80 mila prodotti da agricoltura biologica coltivati su 2 milioni di ettari.

Federico Sannella, direttore Relazioni Esterne ed Affari Istituzionali Birra Peroni: «Campus Peroni nasce con l’ambizione di mettere insieme il mondo della formazione, della ricerca, dell’impresa e delle start-up innovative per l’evoluzione in chiave sostenibile di un comparto fondamentale del Made in Italy e per contribuire con azioni concrete e progettualità allo sviluppo e alla transizione ambientale della filiera agroalimentare».

Gian Marco Centinaio, Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha sottolineato l’importanza strategica della filiera agro-alimentare nel suo complesso, dalla produzione agricola all’industria di trasformazione, distribuzione fino alla ristorazione e ricordato il ruolo di abilitatore che la tecnologia può svolgere per valorizzare le produzioni made in Italy: «Si sta andando verso un settore agroalimentare sempre più innovativo per rispondere all’esigenza da parte dei consumatori di una qualità dei prodotti certificata. Stiamo andando nella direzione giusta, l’innovazione sta consentendo al Made in Italy di rispecchiare quelle determinate caratteristiche che rendono i nostri prodotti unici nel mondo».

PRIMO PANEL
"Tecnologia e innovazione per lo sviluppo sostenibile" dedicato ai progetti più innovativi e alle leve tecnologiche in grado di promuovere la sostenibilità della filiera e generare benefici in termini di competitività economica e trasparenza per l’intero comparto, dalla tracciatura in blockchain ai sistemi di etichettatura.

Enrico Galasso, amministratore delegato Birra Peroni ha raccontato come, proprio grazie al progetto Campus, a partire da quest’anno l’orzo distico italiano, necessario per la produzione Peroni e fornito da 1.500 agricoltori, sarà tracciato in blockchain e le informazioni accessibili in etichetta tramite QR code per i nostri consumatori: «Valorizzare l'italianità e la sostenibilità della nostra filiera rendendola “visibile” attraverso la tecnologia della blockchain (reti interconnesse di aggiornamento) non solo ci consente di rispondere alla crescente domanda di trasparenza che viene dai consumatori, ma ci permette di fare un ulteriore passo in avanti nelle nostre strategie di sostenibilità».
Ottime le performace ambientali comunicate da Birra Peroni in merito alla sostenibilità dal periodo 2010 al 2020:
- Energia elettrica -24,4%
- Energia termica -37,6%
- Consumo acqua -27,3%
- Rifiuti riciclati 99,7% percentuale materiali riciclati e portati a recupero con +4,3% negli ultimi 10 anni
- Co2 -57,2%

Come parte del gruppo internazionale Asahi, Birra Peroni aderisce ai Sustainable Development Goals sanciti dall'Onu e si impegna concretamente per accelerare gli sforzi volti al raggiungimento di questi obiettivi, come dimostra l’ambizioso piano LEGACY 2030 che impegna tutte le aziende del gruppo.
I macro-obiettivi per il 2030:

  • Diventare carbon neutral all'interno dei birrifici e collaborare con tutti i partner per ridurre del 30% l'impronta di carbonio lungo l'intera catena di approvvigionamento. L’obiettivo finale è rendere tutta l’intera supply chain carbon neutral entro il 2050.
  • Utilizzare solo fonti di approvvigionamento idrico sostenibili.
  • Utilizzare solo packaging “circolare” (riuso, riciclo ecc), tagliando del 15% gli imballi in plastica, già nel 2025.
  • Utilizzare solo materie prime coltivate in modo sostenibile.
  • Raggiungere una quota uguale di donne e uomini in posizione di leadership.
  • Raggiungere una quota del 20% dei prodotti analcolici nel portafoglio.

Gli altri protagonisti nella discussione sono stati Laura De Gara, Preside della Facoltà Dipartimentale di Scienze e Tecnologie per l’Uomo e l’Ambiente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, che ha sottolineato come la qualità e la sostenibilità dei prodotti beneficino della collaborazione tra il mondo della ricerca e dell’industria.
Francesco Pugliese, presidente GS1 Italy (35mila imprese italiane) l'unico ente italiano autorizzato per il rilascio del codice a barre GS1 (EAN), ha evidenziato come la standardizzazione delle informazioni passando dal codice a barre al sistema QRC sia essenziale per favorire un reale approccio alla sostenibilità e come la tecnologia possa essere un abilitatore che dà senso e concretezza al legame finora solo affettivo tra consumatore e marchio, traducendolo in fiducia verso il marchio.

SECONDO PANEL
"Eccellenza della filiera e tutela del Made in Italy" ha messo a confronto i rappresentanti della filiera produttiva e della politica con alcuni dei partner di Campus Peroni con l’obiettivo di individuare le priorità di intervento per difendere e valorizzare la qualità delle produzioni made in Italy e favorire l’innovazione.

Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura: «Affinché la sostenibilità in agricoltura diventi elemento centrale di competitività è necessario colmare il gap strutturale tra analisi, elaborazione, attuazione e monitoraggio delle politiche di sviluppo all’interno delle diverse fasi, dalla programmazione alla realizzazione degli interventi, con un’attenzione particolare alle potenzialità delle innovazioni per l’impiego di strumenti e tecnologie digitali. La Formazione per la Ricerca e per il trasferimento tecnologico in agricoltura, potranno contribuire a raggiungere la sostenibilità del sistema agricolo e agroalimentare nazionale, se accompagnate da una concreta transizione istituzionale».
Nonostante la crisi pandemica, in Italia non sono mai mancati i prodotti agroalimenmtari che anzi hanno potuto godere di un incremento export del 2%.
Nel dopoguerra, dopo quella genetica, del lavoro meccanico e della chimica, la quarta rivoluzione è quella tecnologica con sempre maggiore utilizzo di supporti come satelliti, droni e sensori per la migliore scelta delle operazioni da compiere in ambito agroalimentare, dalla semina al raccolto alla trasformazione. E' necessario convincere sempre più gli agricoltori della necessità di una economia circolare a impatto zero.

Ettore Prandini, presidente Coldiretti: «L’agricoltura italiana è già la più green d’Europa grazie alla leadership conquistata per valore aggiunto, sostenibilità e qualità; un primato che sostiene anche il nostro export e che può essere ulteriormente valorizzato per conquistare nuovi mercati. Ora però, per fare un vero salto di qualità sulla sostenibilità, è necessario fare un discorso complessivo a livello di Paese e agire non solo sul comparto agricolo. Occorre un ragionamento ampio che incida anche sul sistema logistico integrato consentendo ai prodotti di arrivare in modo sostenibile sulle nostre tavole. Essenziale inoltre ricominciare a investire con decisione su formazione e ricerca, vitali per il futuro del sistema produttivo». In particolare è necessario puntare su un efficiente sistema logistico sul modello Spagna che integri veramente i trasporti, da quelli su ruota a quelli su ferro, ai porti e agli aeroporti.

on. Maria Spena, vicepresidente Commissione Agricoltura Camera dei deputati ha sottolineato come la politica svolga un ruolo fondamentale nel supportare il mondo della filiera nella sfida della Rivoluzione Green prevista dal piano Next generation EU, aumentando la competitività dell'agroalimentare italiano come un abbattimento delle accise sulla birra e alla sospensione del pagamento dell'Iva fino all'incasso reale.

Michele Pisante, professore ordinario di Agronomia Università degli studi di Teramo ha parlato della sostenibilità in agricoltura come elemento centrale di competitività e dell'agricoltura di precisione e offerto una panoramica delle principali sfide del settore, riconosciute sia a livello dell’Unione Europea sia a livello mondiale, per la gestione razionale degli agro-ecosistemi mediante approcci multidimensionali.

Ombretta Marconi, professoressa associata Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali della Università degli Studi di Perugia e vicedirettore CERB ha parlato dell’importanza della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione per l’aumento della qualità delle materie prime nella filiera della birra, un esempio da seguire per tutto il comparto agroalimentare italiano.

Le conclusioni sono state tratte da Federico Sannella, direttore relazioni esterne di Birra Peroni, che ha ricordato  l'importanza di sostenere la ricerca come sguardo sul futuro, di selezionare gli orzi distici sostenibili, di andare oltre il tradizionale rapporto tra agricoltura e trasformazione basato essenzialmente su una battaglia di prezzi, ma di concordare su quali prodotti innovativi puntare.

 

 

 

 

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