Un weekend con Gin Mare in Puglia: il racconto dell’esperienza Villa Mare

Dieci bartender e una masseria a due passi da Ostuni, una rigenerante esperienza per conoscere i segreti di Gin Mare e vivere a pieno la Med Attitude

Metti un weekend d’autunno, quando il tempo è ancora estivo, e chiudi 10 bartender in una masseria in Puglia. Una due giorni di detox dalla frenesia del bar, ma senza perdere di vista la voglia di shakerare. Possibilmente Gin Mare o Gin Mare Capri, perché il gin distribuito da Compagnia dei Caraibi era il padrone di casa e protagonista dell’experience chiamata Villa Mare. In qualità di testimone, un solo giornalista alla volta, coinvolto pienamente nelle attività, a eccezione solo della sfida a colpi di cocktail, da abbinare in pairing alla cena stellata, che è stato l’acme dell’evento.

Il testimone è naturalmente chi scrive, ma non si può non partire dall’arrivo in questa masseria a due passi da Ostuni, La Corte dei Messapi, che per l’occasione era stata ribattezzata Villa Mare, con tanto di luminarie da festa di paese pugliese a mettere tutto in chiaro. Ad accogliere il gruppo, la splendida ospitalità di Palma D’Onofrio e della sua squadra tutta al femminile, chiamate a coccolare gli invitati, come farebbero tutte le mamme pugliesi: a tutte le ore taralli a disposizione, i prodotti freschissimi della masseria di fronte, la sua cucina un po’ di casa, un po’ di territorio. Verace e gustosa: focacce e orecchiette, burrate e crostate. Quei sapori di casa, capaci di rinfrancare gli animi a colazione, pranzo e cena (e far tornare dalla Puglia rigorosamente con qualche chilo in più). E poi ovviamente l’open bar, Gin Tonic libero e non solo: i bartender a cui chiedere un drink non mancavano certo.

Ma l’esperienza non è stata solo godereccia, perché Gin Mare qualche asso nella manica ce l’aveva. Momento serio con Francesco Serra, il brand ambassador di Compagnia dei Caraibi che ci ha accompagnato, che ha dato un po’ di numeri sul fenomeno Gin Mare. «È il gin ultrapremium numero uno al mondo, in Italia è secondo solo dopo Hendrick’s sul numero di bottiglie vendute, con una media di 150mila casse (da sei bottiglie) e un +47% sull’anno precedente», fa due conti il barman. Fondamentale per alimentare questa crescita, quella che Serra definisce la «Med attitude», ovvero un portato di Dolce Vita e rilassatezza che accompagna il gin partito dalla Spagna, per conquistare tutto il Mediterraneo. Secondo una ricerca commissionata da Compagnia dei Caraibi, Gin Mare è il primo gin top of mind: «in altre parole se ti chiedo dimmi il nome di un gin, il primo che ti viene in mente è Gin Mare», spiega Serra. Particolarmente riconoscibile la bottiglia, meno il logo, ammettono, ma se guardando una bottigliera, il primo gin che salta all’occhio è Gin Mare vuol dire che l’obiettivo del brand è già raggiunto.

Particolarmente interessante l’educational con l’esperta di neuromarketing, Mara Bellati del BrainLab dello Iulm, che ha messo tutti in gioco in una degustazione alla cieca. «Nel bicchiere avete liquido blu e uno giallo, assaggiate, cosa distinguete?». E ancora, liquido bianco, due bicchieri diversi assaggiati in atmosfere diverse, il primo con musica classica e sottobicchiere di velluto, il secondo con musica pesante e sottobicchiere abrasivo. In conclusione era sempre un assaggio di Gin Mare, ma possiamo testimoniare che le note aromatiche cambiavano di volta in volta, influenzate sia dal colore (con il giallo emergeva l’olio extravergine d’oliva, per esempio), sia dall’ambiente (con la musica più metallica la nota alcolica era più invadente).

Ultimo atto del weekend con Gin Mare, la gara a squadre fra bartender, per abbinare i loro drink al menu degustazione proposto dallo chef stellato, Pietro Penna del Casamatta di Manduria (Ta), con piatti sia di mare che di terra e ingredienti molto sfidanti nell’abbinamento di un cocktail, come lo zafferano o l’agnello. Alla fine, un Martini a base di Gin Mare, con un “occhio” dato da una goccia d’olio extravergine d’oliva (idea geniale del caposquadra Paolo Sanna), ha conquistato tutti i commensali, confermando che i classici sono sempre intramontabili.

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