
A impreziosire il menu di Rumore, american bar contiguo al ristorante di carne super lusso Beefbar a Milano, aperto dal 2023, ci sono le bellissime illustrazioni firmate Jacopo Ascari. Una collaborazione iniziata la scorsa Design Week e proseguita fino alle prime pagine della drink list. Non è che manchi lo storytelling, sui nuovi cocktail in carta, anzi. C'è quello visivo e c'è quello, più importante di tutti, che ti arriva addosso per bocca dei bravissimi ragazzi del team guidato da Sossio Del Prete. Ma c'è, soprattutto, tanta tecnica.
Tanto studio dietro a ogni classico in lista
Spiega Sossio che dalle parti di San Babila non ci si è tirati indietro nemmeno di un millimetro: «Dietro ogni elemento della nostra selezione di classici c'è uno studio accurato sulla tecnica di preparazione. Prepariamo Caipirinha e Mojito con l'aiuto dello squasher, macchina che estrae e omogeneizza gli oli essenziali delle materie prime donando ai drink una freschezza intensa e immediata. Per il Negroni facciamo un affinamento in bottiglia di 45 giorni, questo porta ad avere texture e profilo aromatico più morbide, sviluppando note di cioccolato molto interessanti».

Certo, non si tocca la sacralità di certe ricette. Siamo pur sempre in una ex sacrestia, dentro l'ex Seminario Arcivescovile diventato polo del lusso e del buon vivere (e bere). Però si osa un po', senza peccare. «Per l'Old Fashioned usiamo bitters della casa e due zuccheri diversi, bianco e Panela, poi Bourbon e Rye Whiskey blendati, cuociamo sotto vuoto per 1 ora a 60 ° e, a zucchero ben sciolto, aggiungiamo la diluizione. Lo serviamo poi direttamente dal freezeer a -10. Super basso di temperatura di servizio - anche perché è un cocktail che può restare al tavolo qualche minuto in più, non viene bevuto tutto subito - e con profilo aromatico molto intenso».
Le quattro new entry della drink list di Rumore
Accanto ai classici, trovano spazio in questa stagione quattro nuove creazioni del bar manager Del Prete e del suo team: Lycheeness è un twist raffinato del classico whisky e soda che guarda al gran revival degli highball, con Hakushu distiller’s reserve, Vermouth Mancino Sakura, cordiale al lychee, soda e essenza alla rosa damascena. Franco gioca invece sull'italian sounding del nome (immaginatevi mentre appoggiate il lato B suggli sgabelli leopardati di Rumore ad ammirare una bottigliera colma di etichette da collezione, a chiedere "fammi un Franco!", semplice, immediato, inequivocabile) e sulla pulizia aromatica. Un richiamo al Basil Smash, ma tutto diverso, con vodka ridistillata al basilico, cordiale al timo e foamer vegetale; un sour fresco, complesso e persistente. Evel Knievel unisce invece Pisco, mango, Sherry fino, liquore ai fiori di sambuco e mix di acidi per un risultato gimlet style. Infine Hannya, un po' Pornstar Martini e po' un Tommy’s Margarita che fonde Tequila Blanco, liquore al Chinotto e vaniglia acidificata, con una (ruffianissima) spuma di vaniglia e passion fruit.

Ad accompagnare i cocktail, una selezione di street food firmati Beefbar: quesadillas di manzo nostrano sfilacciato, mini smashed burgers, prosciutto di manzo nostrano affumicato e stagionato 45 giorni servito con panettone salato made in Napoli. Oltre ogni aspettativa. Altro che rumore, questo locale è diventato in breve tempo un piccolo tempio del bere di alta qualità. Per la gioia della moltitudine di... devoti.


