Un team virtuale ma non troppo

L'editoriale del numero di luglio-agosto di Bargiornale, a firma dei vicedirettori Andrea Mongilardi e Stefano Nincevich, è dedicato al Drink Team, che ogni anno sulle pagine della rivista racconta a suon di ricette l'evoluzione del bere miscelato

Fortunati fin dal nome (Drink Team fa il verso al mitico Dream Team del basket Usa), i protagonisti di questa squadra, sempre vincente e sempre nuova - cambia ogni anno, in questo numero debutta la formazione numero 13, alla faccia della scaramanzia - incarnano quello che Bargiornale vuole essere fin dall’inizio della sua storia. Non una semplice rivista, ma un grande ombrello sotto il quale radunare, in modi sempre nuovi e diversi, tutti i professionisti del bar che amano il loro lavoro e sono interessati a farlo sempre meglio. Cerchiamo di andarli a scovare in giro per l’Italia, grazie a una rete di attenti collaboratori, li scopriamo ai nostri eventi (quante facce e quante storie diventate familiari!), li ritroviamo periodicamente negli appuntamenti che contano, li interpelliamo sulle pagine del giornale ogni volta che ne riconosciamo una competenza e la disponibilità a raccontare cose utili e interessanti per i colleghi.

Il risultato è che si è creata - per germinazione spontanea, direbbero i botanici - una sorta di community virtuale di gente “con il cervello acceso”, sempre aperta ad accogliere nuovi membri desiderosi di dare il proprio contributo alla crescita dell’ospitalità di eccellenza (nessuno si senta escluso a priori).
Una community composta da tante piccole e grandi tribù, variamente intersecate e mescolate, sempre pronta a rispondere agli appelli, che siano al voto, all’esprimere un parere, al ritrovarsi, o a creare nuove opportunità.

Le tante tribù del Drink Team degli anni passati, riunite sotto il grande cappello dei Senatori del Drink Team (sono ormai più di 150), sono uno degli esempi più belli di un fenomeno che vediamo rinascere ogni anno: quelli di un gruppo di professionisti che nasce come un gruppo virtuale - molti all’inizio nemmeno si conoscono -, ma che nel corso dell’anno, grazie alla reciproca conoscenza, allo scambio di opinioni e informazioni, ai momenti d’incontro - formali o informali - si trasforma in un vero e proprio team, che ha il proprio momento di celebrazione nella notte dei Barawards. Perché la capacità di coltivare relazioni proficue e profonde con i propri colleghi è una dei motori dell’evoluzione, personale, professionale e come categoria.

Se il mondo del bar italiano è stato capace in così pochi anni di evolvere in misura significativa dal punto di vista della qualità, moltiplicando il numero di professionisti preparati e attenti, molto lo deve a chi si è messo in gioco e ha messo a disposizione dei colleghi le proprie conoscenze e competenze. La strada da fare è ancora tanta. Ma l’entusiasmo con cui i 14 nuovi membri del Drink Team hanno iniziato la loro avventura ci dice che la gente capace e generosa non manca. Saranno loro ad alzare l’asticella. E Bargiornale sarà felice di continuare a dar loro spazio e valore. •

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