Italicus Rosolio di Bergamotto, simbolo dell’aperitivo italiano per eccellenza, lancia Art of Italicus Aperitivo Challenge Glo-cal Edition, un’edizione diversa del contest nato per celebrare il cocktail come forma d’arte liquida. In una situazione anomala come quella attuale, il focus dell’edizione 2020 diventa necessariamente quello di promuovere i bartender e la loro creatività nel saper coniugare il gusto tipicamente mediterraneo del rosolio ai sapori tipici del proprio territorio o città di origine, coinvolgendo e connettendo la comunità di Italicus nel mondo. Italicus darà vita a un grande tour virtuale e globale fra locali nel mondo, includendo fino a otto cocktail bar di dieci città tra Europa e Stati Uniti: Londra, Parigi, Milano, Roma, Stoccolma, Atene, Barcellona, New York City, Las Vegas e Miami.
Nel vivo dell’Art OF Italicus 2020 Glo-cal Edition
Nelle 10 città coinvolte, ogni bartender è stato selezionato dal brand ambassador di ITALICUS per creare un aperitivo ispirato alle tradizioni, allo stile e ai sapori enogastronomici tipici della realtà regionale di appartenenza.
Dopo avere valutato gusto, creatività, originalità dei cocktail di ciascun bartender, Italicus nominerà i Best Italicus Bar Artists di ogni città. Saranno gli stessi bartender a raccontare il concetto a cui si sono ispirati per creare i loro cocktail d’arte.
I protagonisti di questa edizione Glo-cal dell’Art of Italicus verranno presentati sui canali digitali italiani e internazionali, con l’obiettivo di promuovere il settore a livello globale, connettendo le identità locali.
Bargiornale (www.bargiornale.it), a cominciare da Roma e Milano, vi presenterà i protagonisti di questo straordinario tour. Vi racconteremo le loro storie, entreremo nei loro locali, vi presenteremo i loro aperitivi, le ricette, l’ispirazione che li ha guidati.
Il profilo di ogni bartender, il locale di appartenenza e i loro cocktail verranno inseriti inoltre anche in una rubrica digitale dell’Art of Italicus Glo-cal creata in collaborazione con Difford’s Guide, un'autorità globale sulla cultura del bere. Si tratta di una piattaforma che consumatori e professionisti del settore potranno visitare virtualmente e i bartender condividere e promuovere sui loro canali.
Foto Bruno D'Amata
Patrick Pistolesi
Drink Kong
Metà della sua vita dietro un bancone, Patrick Pistolesi, 42 anni, è fondatore e bar manager del Drink Kong di Roma. Non nasconde di aver iniziato a miscelare per divertimento, ma ha presto abbandonato l’aspetto ludico, diventando uno dei più seri professionisti della Capitale. Già ambassador di Schweppes e Jameson, ha aperto il Drink Kong a fine 2018 e l’anno dopo era già all’82° posto della 50 Best Bars. Atmosfere da Blade Runner, neon e Atari per giocare, Drink Kong è soprattutto miscelazione supermoderna con tanto lavoro in laboratorio per creare i semilavorati che vanno a comporre i drink della nuova carta New Humans.
Mario Farulla
Chapter
Dopo anni da globetrotter e tante fortunate esperienze soprattutto nei grandi hotel del mondo (il Four Season di Dubai per esempio), Mario Farulla è tornato da qualche anno nella sua Roma. Prima sosta da Baccano, che da bar manager ha portato fino al 70° posto della 50 Best Bars, da qualche mese il cambio di rotta con il ritorno in un bar d’hotel. Ecco il Chapter, bellissimo boutique e art hotel in centro storico, che fa da sfondo alle creazioni di Mario. Focus su Martini e Whisky&Soda (con servizio al tavolo mediante un trolley in valigia), drink list che è un riassunto delle sue esperienze di vita e di lavoro.
Simone Scapigliati
Madeleine
Classe 1990, ha iniziato a miscelare per gioco nel 2013, ma ha presto scoperto che quello sarebbe stato il suo destino. Dopo esperienze al Vicious Club e al Blackmarket 101, da un anno Scapigliati è head bartender del Madeleine, locale ispirato alle brasserie parigine in quel di Prati, aperto dalla mattina a tarda notte. E se la pasticceria e appunto le madeleine sono il focus della cucina, che pure spazia nel salato, il bancone va di pari passo offrendo un “supporto liquido” alle creazioni degli chef.
Francesco Cimaglia
Bootleg
A soli 26 anni, Francesco Cimaglia ha già molta esperienza dietro al bancone, buona parte della quale acquisita all’estero, fra Londra dove ha lavorato per tre anni in un gin bar da oltre 500 etichette e Parigi, dove è stato alla corte di Oscar Quagliarini. Tornato nella sua città, a Roma, Francesco si è subito dedicato al progetto del Bootleg, che ha aperto nel 2015. Con la sua atmosfera retrò con rimandi al Proibizionismo (ma senza essere speakeasy), questo street bar ha rivoluzionato la miscelazione del periferico quartiere Montesacro, con ingredienti di qualità, signature drink e menù stagionali.
Riccardo Rossi
Freni e Frizioni
Freni e Frizioni nasce nel 2005 come street bar negli spazi di un’ex officina meccanica, da cui prende il nome. L’intenzione iniziale era dispensare aperitivi e cicchetti, come la tradizione del nord Italia impone, ma nel tempo e grazie alla continua specializzazione dei soci che lo animano, questo locale si è evoluto, posizionandosi in città come uno dei posti da non perdere per gli amanti della miscelazione. Arrivato prima come bartender, dopo una serie di esperienze all’estero, Riccardo Rossi è diventato socio e bar manager e ha portato come valore aggiunto i suoi studi dedicati al Pisco.
Marco Felici
Coffee Pot
Head bartender del Coffee Pot, Marco Felici ha 37 anni ed è dietro al bancone da quasi metà della sua vita. Al Coffee Pot è atterrato dopo diverse esperienze soprattutto nel mondo della notte e delle discoteche. Qui ha trovato il posto giusto per mixare l’equilibrio fra food&drink, le sue due grandi passioni. Al Coffee Pot si fa una cucina fusion che mescola Giappone e Messico, un matrimonio solo apparentemente impossibile, ma che qui diventa più che possibile. I drink fanno da spalla alla cucina, dando quel quid in più a questo locale di Trastevere.
Mattia Ria
Blind Pig
Dalla porta di entrata modello Downing Street si capisce che si sta per fare un viaggio. Eppure i piedi dei due fondatori del Blind Pig, Mattia Ria ed Egidio Fidanza, sono ben piantati. Roma, quartiere san Giovanni, a due passi dal Pigneto dove si sono conosciuti professionalmente. Ma la scelta è chiara: discostarsi dalle logiche da “movida” e collocarsi in un quartiere più da lavoratori e famiglie. Qui si mangia e si beve bene, con piatti golosi che servono soprattutto ad accompagnare la bevuta, sempre curata e variegata, grazie alle quasi 500 etichette in bottigliera.
Chiara Marinelli
Oro Whisky Bar
Protagonista di questo nuovo progetto che sta rivoluzionando il panorama della miscelazione capitolina, Chiara Marinelli è sempre stata appassionata di whisky, fin dai suoi primi passi come barlady. Ha fatto parte del team del Roma Whisky Festival come brand ambassador, coordinatore e docente della Roma Whisky Academy, quindi animatrice del Whisky&Co, vero rifugio per appassionati. Tutta questa esperienza si riversa dietro al bancone di Oro, aperto da poche settimane per collocarsi nel panorama romano come tempio del whisky. Oltre 500 referenze solo di whisky e un dolce accompagnamento con le monoporzioni di Casa Manfredi, una pasticceria a pochi passi da Oro.
Angelica Baldan
Cà-ri-co
Ventidue anni, padovana, bartender di Cà-ri-co. Figlia di ristoratori, i suoi ricordi dietro a un banco risalgono a quando aveva 8 anni e si dilettava con i primi caffè shakerati. Arrivata a Milano per affinare le sue conoscenze ha lavorato prima al The Doping Club dell’hotel The Yard. Oggi è nella squadra di Cà-ri-co che sta per Casual Risto Cocktail e rappresenta una delle più interessanti novità del panorama italiano. Questo boutique bar si distingue per la ricerca maniacale di materie prime fresche, stagionali, di qualità. Altro fiore all’occhiello del locale guidato dal mixologist Dom Carella (in cucina chef Leonardo D’Ingeo) è il tipo di lavorazione delle materie prime che fa di tutto per evitare gli sprechi. Zero Waste, 100 per cento Taste.
Lucian Bucur
The Chinese Box
Bucur è il creativo del gruppo. L’alchimista dal cuore di whisky del The Chinese Box. Un bar che quando aprì, vent’anni fa in Corso Garibaldi, in realtà più che un locale sembrava un corridoio. Prima incontravi Michele Hu, poi Luca Hu. E sopra le loro teste c’era un soppalco per i clienti. Da subito questo dynamic duo ha puntato su una formula efficace: drink facili, preparati a razzo, sempre con prodotti di qualità e a un prezzo adatto anche alle tasche di un universitario. Un successo di piazza. Tanto che nel 2015 quel simpatico rospo si è trasformato in un principe. Il Chinese Box da cinque anni si presenta in una veste elegantissima. Al suo interno troneggia un lungo bancone. Un locale sue due piani che ospita anche un bistrot dove mangiare a pranzo e con una gineteca da record.
France Rainteau
Officina
La storia del bere miscelato è legata a doppio filo con il mondo dei motori. Si pensi ai vari Sidecar, Bentley, Mi-To. Nel 1936 Elvezio Grassi, in pieno boom dell’industria automobilistica italiana aveva dedicato un’intera sezione del suo caposaldo “Mille Misture”, ai vari Bugatti Cocktail o Rolls Royce Cocktail. Questo legame con gli Anni Ruggenti, a Milano, ha preso la forma di un’Officina del cocktail e non solo. All’interno di un antico cortile è stato creato un tempio per buongustai di misture e buoni bocconi. Un “quisibeve” e un “quisimangia” come avrebbe detto Marinetti. Il tutto avvolto in una cornice in perfetto equilibrio tra atmosfere rétro e design industriale. Il luogo dove provare le creazioni di France Rainteau, bartender francese già al Candelaria di Parigi, più volte nella lista dei migliori locali al mondo.
Cesar Araujo
BOB Milano
Classe 1987, scuola Diego Ferrari, dopo un’esperienza nelle migliori realtà milanesi tra cui l’Idèal Cocktail bar e il The Botanical Club di Milano. Cesar prosegue con il suo stile di miscelazione esotico, cosmopolita, ma fortemente legato all’old school della miscelazione. Lavora al BOB Milano, cocktail bar in zona Isola, nato nel 2018 con una grande idea in testa: coniugare una drink list di qualità, composta da signature e classiconi, molto whisky e tanto bourbon con abbinamenti food di influenza asiatica. Tra le proposte i Bao (panini cotti al vapore) in diverse vesti, classici e rivisitati. Bao che non patiscono di solitudine, ma convivono con snack come ravioli al vapore artigianali e piccoli piatti con influenze asiatiche.
Kevin Faccio
Barba
Scuola alberghiera, qualche momento turbolento, poi due prof lo fanno innamorare del settore. Vince una borsa di studio. Parte per Nîmes in Francia, segue la grande esperienza di una stagione al tre stelle Michelin Dal Pescatore Santini di Canneto sull'Oglio. Dopo queste esperienze si muove verso la metropoli nel tentativo di arricchire il suo bagaglio di conoscenze nella mixology. Ora lavoro da Barba, in zona Porta Venezia, in un cocktail bar dall’anima glocal sia per il quartiere dove si trova sia per il servizio offerto. Un luogo dove bar e ristorante si fondono in un tutt’uno. Dietro a questo progetto Flavio Angiolillo e Marco Russo, due imprenditori di locali di successo milanesi come Mag, 1930, Iter e Backdoor43.
Antonio Rosato
Mandarin Bar&Bistrot
Antonio Rosato creatore del drink The Beauty of Milano e vincitore italiano della Patrón Perfectionists nel 2018 è il talentuoso bartender del Mandarin Bar & Bistro, locale dall’eleganza sublime con motivi optical alle pareti, decorazioni geometriche e tanto gusto anche nella corte interna dall’eleganza classica. Il bar si trova nel cuore del Mandarin Oriental all’interno di un palazzo lussuoso del XVIII a pochi passi da La Scala. Rosato fa parte della squadra guidata da Andrea Panella, 27 anni, uno dei bar manager più giovani d’Italia cresciuto al Bamboo Bar dell’Armani Hotel sotto la guida esperta di Mattia Pastori, ex bar manager e oggi affermato imprenditore nel settore.
Andrea Ibba
TIBI - Bistrot Provençal
Un locale di cuore e di quartiere a Brera. Il suo must-have (to drink) è l’ampia selezione di Gin Tonic insieme alla ricca selezione di aperitivi della tradizione italiana. Andrea Ibba giovane bartender ha portato qui l’esperienza maturata nei 5 stelle lusso milanesi che mixa con le sue creazioni inedite. TIBI - Bistrot Provençal è un “bar sincero” grazie alla gestione famigliare, alle luci soffuse come in piccolo bar di charme francese, al senso spiccato dell’ospitalità di Ibba e di tutto lo staff.
Giuseppe Tulumello
Columbus
Classe 1976. Sin da bambino amava mischiare qualsiasi cosa. Che fosse potabile o no. Dopo l’alberghiero si trasferisce a Milano conosce Stefano Lascati, all’epoca gestore di un Irish Pub a San Donato Milanese. Complice la comune passione per il bere miscelato nel 1996 trasformano il pub in un cocktail bar. Nel 2001 insieme a Lascati, apre il Doimo un locale di 300 metri quadrati all’interno di un ex cinema con 10 metri di banco. Lì conoscono Guglielmo Miriello che con loro, nel 2005, apre il Columbus, un locale che miscela gli anni Cinquanta americani in un vero e proprio diner con atmosfere da cocktail bar newyorkese di alto livello.