Traguardo pensionistico, cosa cambia

Previdenza –

Cambio di regime per le pensioni di anzianità: si allungano i tempi per lasciare il lavoro. Entrano in vigore le “finestre mobili” e le nuove quote minime per avere diritto alla pensione sono fissate a 96 per i lavoratori dipendenti e a 97 per gli autononi

Con l'arrivo del nuovo anno hanno fatto il loro ingresso alcune novità nel settore pensionistico.
Dal 1° gennaio sono infatti entrate in vigore alcune innovazioni introdotte negli ultimi anni, con il protocollo del welfare (la legge 247/2007) e con la manovra anticrisi del maggio scorso (decreto legge 78/2010).
Modifiche che renderanno il traguardo pensionistico più difficile da raggiungere, sia per i lavoratori dipendenti che per gli autonomi, e che riguardano, in particolare, il sistema di calcolo dei requisiti necessari per andare in pensione di anzianità insieme al nuovo meccanismo delle finestre di accesso.
È quest'ultima la novità più interessante che ha suscitato un forte clamore mediatico. La finestra utile ad andare in pensione è, infatti, diventata una sola, mobile e personalizzata: per i lavoratori dipendenti si aprirà al tredicesimo mese successivo a quello di maturazione dei requisiti, mentre gli autonomi dovranno attendere il 19° mese successivo. Viene così separata la data in cui si maturano i requisiti pensionistici dal momento in cui decorre la pensione, con il conseguente innalzamento dell'età pensionabile.
Fino all'approvazione di queste modifiche, vigeva un sistema di finestre “rigide”: una volta che si maturava il diritto alla pensione, bisognava aspettare la prima finestra utile, che coincideva con una data fissa, sia per le pensioni di anzianità che per quelle di vecchiaia. Ora invece la finestra si trasforma in un termine che si calcola per ciascun lavoratore, a partire dalla data di maturazione dei requisiti: da qui la definizione di finestre “mobili”.

Età minima e contributi

Le nuove regole valgono però solo per chi raggiunge i requisiti anagrafici e contributivi per l'accesso alla pensione dal 1° gennaio 2011. Non coinvolgono quindi i lavoratori che invece abbiano maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2010, anche se a tale data non fossero ancora state aperte le finestre di accesso al pensionamento. Significa che, per esempio, il lavoratore che ha maturato i requisiti per l'anzianità nel dicembre 2010, potrà andare in pensione con le finestre previste dalla normativa precedente, quelle rigide e con una data fissa, anche se la stessa finestra si aprirà nel corso del 2011.

Nuovi parametri
Oltre al sistema di uscita, dal 1° gennaio sono cambiati anche i parametri necessari per andare in pensione di anzianità. Per poter maturare questo diritto, non basta solo raggiungere un numero minimo di contributi, ma occorre avere anche un'età anagrafica minima, che per il 2011 non può essere inferiore ai 60 anni.
La quota necessaria per accedere alla pensione è il risultato della somma di età anagrafica e anzianità contributiva. Per i lavoratori dipendenti sarà necessario raggiungere la quota 96: quindi si potrà accedere alla pensione con 60 anni di età e 36 anni di contributi, o con 61 anni di età e 35 di contributi.
Per i lavoratori autonomi, invece, la quota è pari a 97, tenendo presente che l'età non potrà essere inferiore a 61 anni. Per il pensionamento bisognerà perciò avere 61 di età e 36 di contributi, o 62 anni di età e 35 di contributi.

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