Quasi 300mila tesserati alla federazione in tutta Italia e la palma di quarto sport per numero di praticanti nel nostro Paese. Il tennis è senz’altro una delle passioni degli italiani, con migliaia di campi e qualche milione di frequentatori, contando giocatori, ragazzini iscritti alle scuole tennis e familiari che li accompagnano. Tutti potenziali clienti anche per esercizi come i bar.
È proprio pensando a questa opportunità di business, e alla necessità di rinnovare i circoli e renderli sempre più accoglienti, che la Fit, la Federazione italiana tennis, ha lanciato un’interessante iniziativa per facilitare l’apertura di nuovi bar nei circoli affiliati.
Tutte le strutture desiderose di farlo, si legge in una circolare Fit dello scorso ottobre, «potranno gestire direttamente il bar o il ristorante sociale senza più dover fronteggiare insormontabili ostacoli burocratici, ottenendo subito la licenza anche in deroga alla programmazione comunale». Per farlo, si legge ancora nel documento inviato a tutti i circoli italiani, «basterà presentare al Comune una dichiarazione e diventerà da subito legittimo offrire ai propri soci questo nuovo, fondamentale servizio, migliorando la qualità della vita sociale e ricavando nuove risorse economiche a beneficio del sodalizio».
Opportunità e vantaggi
La notizia ha i suoi risvolti interessanti anche per gestori e baristi che intendano ampliare la propria attività o dirottarla in un nuovo scenario ricco di potenzialità. La federazione punta molto sul progetto. Alla comunicazione, costituita da una circolare e da un modulo per facilitare lo svolgimento delle pratiche, ha fatto seguire un intenso piano di promozione e comunicazione, concretizzatosi in uno spot televisivo, trasmesso a tutto spiano sulla tv federale, Supertennis, e un piano di comunicazione sui periodici di settore.
Ma quali sono esattamente i vantaggi e le modalità di questa iniziativa? Il fatto che il bar si trovi all’interno di un circolo di tennis riconosciuto dalla Fit lo fa ricadere in una particolare tipologia di esercizio, affiliato “ad associazione nazionale con finalità assistenziali riconosciute dal ministero dell’Interno”. Questo fa sì che la procedura di apertura risulti semplificata: basta infatti presentare al Comune la Scia, Segnalazione certificata di inizio attività, cioè un’autocertificazione, per iniziare subito l’attività, senza dover presentare la più complessa documentazione prevista per i bar “tradizionali”, cioè la denuncia di inizio attività e l’autorizzazione.
Condizioni e documenti
La condizione per accedere a questa procedura è che la Scia venga presentata dal legale rappresentante del circolo e che quest’ultimo abbia un numero di associati non inferiore a cento.
Nella Scia occorre dichiarare anche il tipo di attività di somministrazione, l’ubicazione e superficie dei locali, che il locale sia conforme alle norme edilizie e igienico-sanitarie e che chi si occuperà della gestione abbia requisiti soggettivi di un certo tipo (antimafia e assenza di condanne ostative). Presentato questo documento il bar può iniziare l’attività immediatamente ed è in capo al sindaco l’onere, entro 60 giorni, di verificare la veridicità della dichiarazione pervenuta. Fuori da questi termini vale il principio del silenzio-assenso.
Il circolo dovrà soltanto avere cura di custodire nella propria sede la documentazione che potrebbe essere richiesta in occasione di un controllo (vedi riquadro in alto). Nel segnalare l’opportunità a tutti i circoli affiliati, la Fit ha anche inviato un modulo precompilato (vedi Qr code a sinistra), che facilita ancor di più la procedura.
Scarica qui la circolare federtennis
Mi chiamo pasquale dell anno io e mia moglie gestiamo da 20 anni un ristorante in un tennis club in germania .vorremo poter lavorare in italia