Da un anno Ceado produce le macine dei suoi macinacaffè, un progetto frutto dello studio di alcuni anni. «In genere si parla solo di diametro e di forma (piane o coniche) e spesso sono considerate solo un accessorio; in realtà le macine sono il vero cuore di un grinder e al loro migliore funzionamento concorrono numerosi fattori: geometrie, angolature, inclinazioni, materiali, lavorazioni, rivestimenti - afferma Riccardo Fabrin, marketing & business director di Ceado -. Il primo risultato della nostra ricerca sono state le macine Opalglide, che grazie al disegno ottimizzato per il single dosing permettono di lavorare molto bene sia con l’espresso, che richiede la presenza di fini, sia con il brewing, dove invece le particelle più piccole di macinato sono un problema; con una stessa coppia di macine riusciamo a dosarne la quantità, fino ad azzerarli, per ottenere il miglior gusto in tazza».
Si trovano montate di serie nei macinacaffè E37SD ed E5SD; quest’ultimo ha regolazione micrometrica della macinatura; il sistema Steady Lock mantiene la distanza tra le macine da 64 mm senza variazioni causate dagli sbalzi dello stress d’uso, anche dopo il riassemblaggio per la pulizia o la sostituzione delle macine stesse. E37SD con macine da 83 mm, con un solo pulsante permette di settare il meccanismo di regolazione Quick Set Gear passando rapidamente dalla macinatura per l’espresso, al V60, alla french press. In entrambi i modelli i chicchi entrano direttamente nella camera di macinatura. Battendo con la mano sul soffietto zero retention, il caffè macinato esce completamente dalla camera di macinatura, subito pronta per accogliere una nuova single dose.
«Queste macine sono sul mercato dallo scorso febbraio e subito il riscontro degli operatori è stato molto positivo - riprende Riccardo Fabrin -. Opalglide è un insieme di elementi: rivestimento, lavorazione meccanica che riduce al minimo la rugosità e soprattutto abbassa l’indice di frizione, dunque l’attrito del caffè al suo passaggio tra le macine, migliorandone il flusso e l’uscita, che si fa più regolare. L’assenza di rugosità del metallo evita che si abbia la classica retention strutturale, con particelle di caffè che diventano praticamente parte della macina stessa (questo dà il via a processi di irrancidimento e alla chiusura delle gole, ndr). Ancora, dove non si ha un flusso perfetto dall’entrata all’uscita, una parte del caffè viene trattenuto e si riscalda, riversando nel filtro un macinato perfetto e uno alterato, anche a causa del calore».
Ceado ha dato il via allo studio e alla produzione di macinacaffè on demand nel 2007 e da allora è in stratto contatto con le community che vivono il mondo del caffè come una cultura da presidiare e arricchire, che si impegna a soddisfare al meglio. La ricerca è incessante e i prossimi sviluppi - ovviamente top secret - si preannunciano molto interessanti per chi ama il caffè.