La sostenibilità dietro a una lattina

Red bull sostenibilità
Photo: redbull.com
Il product expert Matteo Artina racconta le specificità del lavoro di Red Bull. Il parere di Lucian Bucur di Percento Lab e gli sforzi per una sostenibilità a tutto tondo

Il concetto di sostenibilità, tema caldissimo e troppo speso considerato da punti di vista troppo ampi o volatili, è in realtà uno dei cardini del lavoro di Red Bull. Come spiega il product expert Matteo Artina, la filosofia dell’azienda del toro rosso sul tema si articola in tre macroargomentazioni.

Prima di tutto, la sostenibilità in produzione: «Red Bull è particolarmente sensibile a quella che è la ricerca di ingredienti ed elementi che impattino il meno possibile sull’ecosistema globale. Le lattine prevedono l’alluminio come unica materia prima, e il sistema di produzione è sì dislocato in vari punti del mondo, ma centralizzato in fase di lavoro: la raccolta idrica è effettuata in loco e l’approvvigionamento della materia prima è frutto di un’attività di prossimità, così da evitare spreco di energia».

In secondo luogo, si parla di sostenibilità materiale, strettamente relativa agli elementi del ciclo di produzione del packaging di Red Bull: «La bevanda è veicolata esclusivamente in alluminio, la materia prima più riciclata al mondo, riciclabile infinite volte e dall’enorme potenziale di circolarità. L’allumino riciclato è anche più efficiente in termini energetici, consente di risparmiare una percentuale di energia altissima rispetto alla realizzazione di lattine da alluminio grezzo».

La sostenibilità si estende anche allo stoccaggio, con uno sforzo dell’azienda nella ricerca di strutture e strumentazioni che ne rispecchino la filosofia: «Le lattine sono esposte e custodite in cooler specifici, studiati per la massima efficienza e forniti dall’azienda stessa ai rivenditori. Anche il trasporto segue criteri rigorosi: la dimensione della lattina di Red Bull, ad oggi riscontrabile anche in altri prodotti che però sono arrivati dopo, è progettata appositamente per la massima efficienza di ingombro. Lo stoccaggio ottimizzato potrebbe non fare differenza in un solo bancale, ma proiettandolo sulla quantità di merce che Red Bull sposta a livello mondiale, il risparmio in termini di energia e spazio è più che rilevante». Red Bull, inoltre, si impegna per preferire trasporti su rotaia, dove possibile, evitando l’impatto di quelli su gomma.

Organics by Red Bull: sostenibilità per la salute

La linea Organics by Red Bull apre un ulteriore scenario, quello della sostenibilità per la salute del consumatore: «Non si tratta di un energy drink, bensì di un soft drink con certificazione biologica dell’Unione Europea, ed è prodotta solo in bottigliette di vetro, il materiale più sostenibile in assoluto dopo l’alluminio».

La sostenibilità è dunque una grandezza dalle varie sfaccettature, che vanno ben oltre il solo utilizzo di ingredienti o tecniche. Come spiega Lucian Bucur, manager di Percento Lab a Milano, «Non si tratta di semplice recupero di scarti, come spesso si pensa: la sostenibilità ha tratti economici, sociali e umani che vengono regolarmente sorvolati. Red Bull ha investito negli anni per spostare la propria immagine verso un’idea di benessere sostenibile, utilizzando ingredienti naturali e controcorrente nella linea Organics, ed è uno sviluppo interessante».

Percento Lab, che della sostenibilità si fa portavoce, non si limita solo alla ricerca e alla sperimentazione, ma spinge su versatilità e multidirezionalità (fermentazione, distillazione, ultrasuoni, conversioni di altre tecnologie). Prosegue Bucur: «Lavorando per terzi, mi viene spesso chiesto di aggiungere un elemento che comunichi sostenibilità, ma da che punto di vista? Energetico, antispreco, comunicativo, etico? Sono tutti tasselli della stessa costruzione, che bisogna considerare nell’insieme, per arrivare a un obiettivo concreto».

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