Una forte concentrazione di bar in rapporto alla popolazione e un livello di consumi fuori casa di ben 12 punti superiori alla media nazionale: a Verona e provincia l’offerta non manca. Ma, per fortuna, non manca neppure al domanda. La provincia veneta è infatti al sesto posto assoluto in Italia per consumi turistici. TradeLab stima in 16 miliardi la spesa dei turisti nel settore del fuori casa in Italia: il 4% di questo mercato è prodotto dalla provincia di Verona. La forte presenza di consumi turistici trova riscontro nella concentrazione del fatturato dei bar in due momenti di consumo: il pranzo e il dopocena. Entrambi mostrano un peso decisamente superiore rispetto al dato medio nazionale. «Il pranzo, in particolare - afferma Mauro Lamparelli, direttore sviluppo di TradeLab, partner di Bargiornale nell’Osservatorio Bar Italia -, registra dati significativamente superiori rispetto alla media delle province del Nord-Est. Merito sicuramente di una forte domanda aggiuntiva data dalla componente turistica, ma anche della capacità dei locali di rispondere in modo efficace dal punto di vista dell’offerta. I posti a sedere sono infatti in media decisamente maggiori rispetto al dato nazionale. E la percentuale di locali che offrono anche sedute esterne è molto elevata».
I bar analizzati puntano in larga parte su un prezzo molto competitivo: oltre il 36%, infatti, dichiara uno scontino medio compreso tra i 4,1 e i 5 euro, con un ulteriore 11% al di sotto di questa fascia. E chi sale sopra i 10 euro è un’esigua minoranza. «La capacità dei gestori, in questi casi - continua Lamaprelli - sta nell’organizzare il lavoro in modo da favorire la più alta rotazione possibile dei tavoli. Ma la forte presenza di turisti stranieri suggerisce anche l’opportunità di estendere l’orario in cui si serve il pranzo oltre le ore canoniche».
Sul fronte dei prodotti offerti, spicca la forte presenza delle spine, soprattutto per le bevande gasate ma anche per le birre, ulteriore segno di un’offerta orientata a soddisfare i bisogni della clientela turistica.
Più dopocena che aperitivi
Oltre al pranzo, l’altra occasione di consumo che mostra una contribuzione al fatturato maggiore rispetto al dato nazionale è il dopocena. «Anche in questo caso - spiega Lamparelli - la forte presenza di consumi turistici è la molla che spinge verso l’alto scontrini e consumazioni».
L’aperitivo, invece, mostra dati allineati rispetto alla media nazionale, ma con uno scontrino medio sensibilmente inferiore: «L’aperitivo è forse l’occasione di consumo che, nel bene e nel male, riflette maggiormente le abitudini locali. In alcune città, come Milano o Padova, è una vera e propria istituzione, mentre in altre non è mai entrato nelle abitudini di consumo. Nel caso di Verona, prevale di gran lunga un aperitivo semplice, consumato velocemente e con poca offerta di food: un modello ben lontano dalle apericene, che peraltro stanno mostrando segnali di stanchezza».
Più wifi, meno giochi
Meno giochi, newslot e pay tv, più wi-fi: anche nell’offerta dei servizi si riscontra un deciso orientamento alla soddisfazione della clientela turistica, in primo luogo straniera. E proprio il wi fi può essere un’ottima arma a disposizione dei bar per attrarre i clienti, visto che gli alberghi continuano a considerarlo un servizio a pagamento. «Lo sviluppo dell’offerta di connessione wi-fi negli ultimi anni è stato particolarmente importante, anche se ancora siamo lontani dagli standard delle grandi città turistiche di altri Paesi d’Europa» afferma Lamparelli.
Paesi che dimostrano come un’offerta di servizi evoluti può attirare clienti e affari in misura maggiore di quanto non riescano a fare le macchinette o altri servizi a basso valore aggiunto.