I surgelati piacciono sempre di più ai locali e ai consumatori

Frozen potato wedges on a cutting board. Recipe for French Fries. White background. Top view
Qualità, praticità, convenienza e zero sprechi: i motivi che rendono i surgelati sempre più amati dai locali e dai consumatori, come dicono i dati del report annuale sui consumi di IIas relativi al 2021, che registrano una crescita del 5% trainata dal boom del fuoricasa

I prodotti surgelati sono sempre più nel cuore degli italiani. A dirlo il nuovo Rapporto Annuale sui Consumi dei prodotti surgelati di Iias, (Istituto italiano alimenti surgelati), che ha fotografato l’andamento del settore in Italia nel 2021.

Un anno di numeri importanti per il comparto, che ha registrato una crescita di oltre il 5% sul 2020, per un consumo complessivo che ha superato le 940.000 tonnellate, attestandosi per l’esattezza a quota 941.561.

Il boom del fuoricasa

Da record il consumo pro-capite, salito a 16 kg, contro i 15,2 kg del 2020. A questa crescita, se un contributo rilevante è arrivato dal retail, con le vendite aumentate dell’1,7% a volume, la spinta fondamentale è arrivata dal fuoricasa, che ha segnato un incremento del +19,6%, con i consumi arrivati sulle 240.000 tonnellate.

Una performance straordinaria, considerando che il 2021 è stato un altro anno particolarmente difficile per il canale che ha visto la prosecuzione delle misure restrittive durate per l’intero primo semestre, con i surgelati che sono dunque tornati a giocare un ruolo importante nell’offerta degli operatori. Un peso costantemente cresciuto nel corso degli ultimi anni, con la quota dei consumi di surgelati nel fuoricasa che prima dello scoppio della pandemia era arrivata a sfiorare il 40% del totale. Un trend interrotto nel 2020 dal Covid, con il pesante crollo dei consumi di ben il 37% a volume in un solo anno, e che ora sembra dunque pronto a ripartire, sebbene con volumi ampiamente inferiori a quelli pre-pandemici, ma con tutte le premesse di una crescita destinata a durare.

I motivi del successo

A lasciarlo sperare, e, insieme, a spiegare le ottime performance dello scorso anno, le tante e diverse qualità dei surgelati, che li fanno apprezzare sia dagli operatori di bar e ristoranti sia dai consumatori finali. Per quanto riguarda i primi, si comincia con la disponibilità 365 giorni all’anno dei prodotti, continuando con la porzionabilità, la varietà di proposte, la convenienza economica complessiva fino ad arrivare alla sicurezza igienica: qualità che fanno dei surgelati una soluzione completa per rispondere alle esigenze dei locali.

Ma sono graditi anche ai consumatori finali, se più di 9 italiani su 10, ha rilevato lo studio di Iias, li portano abitualmente sulle proprie tavole, apprezzandone la praticità, la sicurezza, la trasparenza delle informazioni in etichetta, le proprietà nutrizionali, analoghe a quelle dei prodotti freschi, oltre alla possibilità che offrono di variare spesso menu e la capacità di ridurre gli sprechi.

Il nodo dell’asterisco nei menu

Eppure, tornando alle performance del fuoricasa, si potrebbe fare molto meglio. Restano ancora dei nodi da sciogliere per permettere ai prodotti sottozero di assumere l’importanza che meritano per le loro qualità di gusto, varietà, salute, sicurezza e lotta allo spreco alimentare. Come l’asterisco sui menu, con il quale il ristoratore, a pena di sanzione, deve contrassegnare un piatto nel quale ci può essere la presenza di uno o più ingredienti surgelati o congelati. Un obbligo non previsto da nessuna legge, ma frutto di un orientamento della giurisprudenza italiana, che risulta ormai anacronistico e basato su un’idea di alimento surgelato ampiamente superata, in primo luogo dai consumatori. 7 italiani su 10, riporta infatti il report, quando leggono sul menu che un piatto ha uno o più ingredienti surgelati ritengono l’informazione ininfluente per la loro scelta (64%) o inutile (5%).

«I prodotti surgelati fanno ormai pienamente parte delle abitudini alimentari degli Italiani e non si capisce perché, nella ristorazione, sia necessario segnalare la presenza di un ingrediente/alimento sottozero, quasi ad indicare che ciò significhi una qualità inferiore rispetto a un alimento fresco - ha commentato sul punto Giorgio Donegani, presidente Iias, in una nta che accompagna il report -. E invece, oggi i surgelati sono buoni, nutrienti e sicuri quanto e a volte più di qualsiasi altro tipo di alimento, grazie a un processo produttivo tecnologicamente all’avanguardia, che fa raggiungere rapidamente alla materia prima fresca la temperatura di -18 °C e mantiene in questo modo al meglio le sue qualità organolettiche e nutrizionali».

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