Quando il bar diventa caveau

Dal mondo –

Il Taste è un wine bar olandese che ha messo a reddito ogni spazio, anche quelli dove “riposano” i suoi vini. E sono oggi quasi un centinaio i clienti che hanno deciso di conservare le proprie etichette nelle vetrine climatizzate del locale

Arriva dall’Olanda un’innovativa formula di wine bar che affitta ai clienti box simili a “cassette di sicurezza” dove riporre i vini preferiti o più preziosi. La propone il locale Taste, aperto nel 2008 a L’Aja dall’importatore di vini Bert de Boer (la sua società è Exception Lenselink). Si tratta di uno spazio di design con un’ampia area dedicata al servizio del vino, una sala ristorante e due distinti luoghi per la conservazione delle bottiglie: una tradizionale cantina sotterranea con oltre 200 etichette e una serie di vetrine climatizzate posizionate in bella vista lungo tutto il locale. A fare da cornice un’ambientazione stile lounge con tavoli color marrone scuro, lampadari Swarovski e poltroncine in pelle. Le vetrine climatizzate che fungono da caveau per i vini dei clienti sono composte da un insieme di “scatole” modulari in vetro che possono contenere fino a 24 bottiglie ciascuna (4 file x 6 pezzi), a temperatura controllata di 10 gradi centigradi per i bianchi e 16 per i rossi.

Canoni e vantaggi

Le etichette contenute nelle winebox sono scelte direttamente dal cliente, ovvero dal loro affittuario. Chi vuole esserci, con tanto di targhetta metallica personalizzata, paga una quota annuale, o meglio un canone, di 2.750 euro più Iva oltre al prezzo scontato delle bottiglie, da scegliere ovviamente nella cantina del Taste. Queste le regole: la durata contrattuale minima è di 3 anni e le “scatole” devono essere occupate per almeno per il 50% dello spazio (12 bottiglie).
Il resto sono quasi tutti vantaggi. Innanzitutto il prezzo. Quello delle bottiglie da conservare nella wine box è scontato del 35% (ordine minimo 6 bottiglie) rispetto al listino che viene proposto alla clientela normale. Poi la disponibilità. Il locatario, quando lo desidera, anche tutti i giorni, può arrivare al Taste e ordinare le proprie bottiglie, servite al tavolo da sommelier qualificati. Si possono affitare al massimo due wine box per un totale di 48 bottiglie di cantine differenti.
Ognuno, infatti, può comporre la sua “scatola” come desidera, pescando da una lunga lista di aziende da tutto il mondo, tra le quali figurano nomi cari all’enologia tricolore come Antinori, Prunotto, Serego Alighieri o Masi.
Se invece il cliente desidera degustare uno dei vini della carta del Taste, non presenti nella wine box personale, ha diritto a uno sconto del 15% sul prezzo di listino e anche sul menù del ristorante.
Ma non finisce qui. Tre volte l’anno l’affittuario riceve un’offerta per una degustazione guidata dei vini che compongono la sua wine box e due volte l’anno può usare gratuitamente una wine area privata all’interno del locale. E ancora, una volta l’anno può partecipare a un viaggio enoturistico a un prezzo super scontato e due volte l’anno a una serata di assaggio di nuove annate in anteprima o di vini temporaneamente presenti nell’assortimento del Taste. E infine: le bottiglie aperte e non finite sono conservate “sottovuoto” fino alla prossima visita.

Cucina fusion e 50 proposte al calice

I vini sono coperti da assicurazione contro furti e incendi e gli affittuari possono acquistare anche bottiglie per la cantina di casa, sempre a prezzo scontato. E con un ordine minimo da 350 euro, la consegna a domicilio è gratuita.
Va subito detto che l’idea di Bert de Boer ha riscosso successo e sono già una novantina i clienti provvisti di wine box. Si tratta per la maggior parte di uomini d’affari e aziende, interessate anche a cene e pranzi di lavoro (tra queste la famosa banca olandese Ing, quella, per capirci, del “Conto Arancio”), ma non manca anche qualche ricco privato ed estimatore di vino. Ognuno, ovviamente, ha la sua bella targhetta metallica attaccata alla propria wine box come quelle delle cassettine postali dei condomini. Del resto ci troviamo a due passi dal Parlamento olandese e la clientela che frequenta il Taste è mediamente di alto livello sociale. «A molti nostri clienti piace l’idea di esserci perché vivono questa presenza come segno di esclusività, una specie di status symbol - ci dice il giovane manager del wine bar, Micheal Koekebakker -. Sono in realtà degli ambasciatori della nostra formula».
Ma al Taste, oltre che per bere e farsi vedere, ci si va anche per la proposta gastronomica del trentenne chef Michael Schwk. La sua cucina a vista è sempre affollata con i clienti seduti su sgabelli tutti intorno al piccolo laboratorio.
La sua proposta gastronomica risente di influenze asiatiche, mediterranee e francesi.
Le ricette spaziano dal pesce, es. merluzzo con cavolo rosso e spuma di aceto, alle carni, es. pasticcio di anatra, fino a succulenti dessert a base di creme o di panna cotta.
Un’ottima cucina espressa da abbinare alle 200 etichette della cantina o alla cinquantina di proposte al calice.

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