Ingredienti tipici, a cominciare dal latte di montagna, una tecnologia ad hoc che permette di mantecare i gusti in diretta, consulenti d’eccezione nel marketing mix di Làit Gelateria Alpina, format in franchising
Può sembrare francese, invece è una parola italianissima, perché appartiene al dialetto piemontese. Che la si legga alla maniera dei parigini o dei torinesi il significato resta quello: “lait” indica inequivocabilmente il latte di mucca, ossia l’ingrediente principale con cui viene realizzato il vero gelato all’italiana. Ecco perché, quando si è trattato di scegliere che insegna dare a una nuova catena di gelaterie tricolori in franching, la scelta è caduta su questo sostantivo così internazionale eppure tanto locale. A sciogliere ogni eventuale dubbio sull’identità dei punti vendita Làit viene quel “Gelateria Alpina”, aggiunto nel naming per sottolineare che si vende solo gelato prodotto con latte di montagna. Infatti il punto di forza di questo nuovo progetto è la qualità del prodotto. Le ricette, improntate alla tradizione, sono state create e sviluppate da uno chef e un pasticcere famosi e apprezzati (ossia Guido Alciati e Luca Montersino), utilizzando solo ingredienti top di gamma, puntando alla massima naturalità (niente emulsionanti, grassi vegetali idrogenati, coloranti, aromi e conservanti aggiunti).
Sistema esclusivo
Il sistema Làit funziona così: il preparato di base è realizzato nel laboratorio che l’azienda possiede a Demonte, nelle valli cuneesi, e conferito alle singole gelaterie. Qui il gelato è preparato al momento di servirlo attraverso macchine per soft ice cream Gel-Matic opportunamente modificate: il prodotto ingloba solo il 30% d’aria. Il risultato finale è un gelato naturale e leggero (30% di grassi in meno) e più apprezzabile perché meno ghiacciato rispetto al gelato comune: è servito a -7 gradi rispetto ai -14 gradi dei pozzetti e delle vetrinette classiche.
L’offerta delle gelaterie Làit verte su sette gusti classici (al 90% rappresentati da creme) e sui sorbetti di frutta. In tutte le ricette sono le materie prime, scelte tra quelle eccellenti, a fare la differenza: ad esempio, la panna è prodotta con latte di montagna di mucche di razza Bianca Piemontese, il gelato alla nocciola è preparato solo con la nocciola Tonda Gentile coltivata in Piemonte, per il gelato al cioccolato e quello al Gianduja si usa il cacao venezuelano ottenuto dalla varietà Trinitario, mentre per il gusto pistacchio la materia prima arriva da Bronte e per i gusti alla frutta si utilizza solo limone spremuto a mano e la profumata fragola di varietà Camarosa.
Un progetto in franchising
Il filo conduttore di tutti i gusti resta il latte di montagna proveniente da mucche di razza Bianca Piemontese che vivono negli allevamenti delle valli cuneesi d’estate al pascolo ad altitudini comprese fra i 750 e i 1500 metri. Analogamente, per i sorbetti, è stata scelta una “base” di qualità di provenienza piemontese: l’acqua di Lurisia. Una particolarità di Làit sono le coppe menù, preparate con fiordilatte di montagna e completate con le salse e le granelle artigianali prodotte da Luca Montersino, che dirige Golosi di salute, l’azienda di pasticceria di alta qualità ed è il pasticcere del gruppo Eataly. Il legame tra quest’insegna e il gruppo di Oscar Farinetti è molto stretto: un anno fa è partito il progetto “Lait per Eataly” che ha portato all’apertura di quattro gelaterie in altrettanti parchi enogastronomici Eataly.
Nel giro di un anno, però, raddoppieranno. Ma l’obiettivo è quello di aumentare i punti vendita creando anche una rete in franchising.