Otivm a Milano, l’architettura di recupero che piace

Nel cuore della Milano degli affari, nel palazzo già sede di Banca Unione, edificato negli anni Trenta su progetto di Emilio Lancia e Gio Ponti, trova dimora l’Otivm, bar e ristorante. Un bell’esempio di architettura di recupero

Nel cuore della Milano degli affari, nel palazzo già sede di Banca Unione, edificato negli anni Trenta su progetto di Emilio Lancia e Gio Ponti, trova dimora l’Otium, bar e ristorante. Un bell’esempio di architettura di recupero

Attorno a Piazza Affari a Milano si ritrovano molte delle prospettive metafisiche che caratterizzano la pittura di Giorgio De Chirico. Otivm, il nuovo bar-ristorante al piano terra dell’ex Banca Unione di Emilio Lancia e Gio Ponti, si appropria del contesto urbano attraverso le grandi vetrate rettangolari e l’ambientazione di Nick Maltese & N+M Design Studio. Già lo spazio dilatato su due livelli (circa 400 mq) con diverse zone funzionali è un invito a rallentare i ritmi frenetici della metropoli lombarda, ma sono soprattutto i richiami surrealisti e le forme dalle dimensioni metafisiche a creare il clima rilassato e nello stesso tempo vivido che contraddistingue il locale. Colori e linee si fondono in una composizione tale da invitare a staccare la spina della quotidianità, come sottolinea la zona d’ingresso (con guardaroba e cassa) volutamente isolata dal resto del locale tramite un pesante tendaggio. Una sorta di sipario sul palcoscenico del locale dove brilla la luce naturale riflessa dai materiali chiari.
La zona bar, anticipata da due vetrine a tutt’altezza con esposti vasi colorati, si sviluppa attorno al bancone in marmo a macchia aperta, dietro al quale si staglia la bottiglieria in vetro rigato che sale a piramide lungo uno dei pilastri portanti. La grande cucina è direttamente collegata a questo blocco attrezzato per colazioni e aperitivi serali. Da qui in poi l’accoglienza è affidata alla pavimentazione in resina e al controsoffitto con le stesse linee sinuose, ma soprattutto alle suggestioni metafisiche create dagli archi neoclassici (tubi al neon con sfondo giallo/arancio) che ritmano il perimetro interno. Un trucco scenico che crea immagini indefinite che giocano sull’interpretazione di chi le osserva dalle diverse zone di consumo strutturate con tavolini quadrati, poltroncine in velluto e tubolare d’acciaio cromato, panche bicolore con alto schienale.

Giochi di prospettive

Lo spazio offre varie prospettive, ma quella principale sbuca sulla scala che porta al soppalco ed è supportata da un’imponente colonna con rivestimento plissettato per metà vinaccia e per metà blu notte, i colori della tavola di De Chirico. Imponente elemento che ha la doppia funzione di scandire lo spazio e creare un’area dedicata ai dinner show e, in particolare, agli spettacoli di performance aeree (in pendant con l’altalena in velluto di fronte al bar). Ma la sorpresa più seducente è il volume dei bagni su due livelli con altrettanti rivestimenti: al piano terra per gli uomini si presenta di aspetto amorfo e riflettente; al piano soppalcato è in vetro rigato per lasciare intravedere le silhouette dietro i lavabi e creare un gioco vedo non vedo

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