Baritalia Tour: i grandi bar della Calabria

La quarta tappa di Baritalia si svolgerà a Reggio Calabria il 19 luglio. Abbiamo fatto un tour virtuale della regione visitando una decina di location e i loro bartender, che saranno giudici speciali del nostro laboratorio itinerante di miscelazione

Il mondo dei cocktail bar calabresi è spesso fuori dai riflettori nazionali, un po’ come lo sono alcune zone di questa regione, in cui la ricchezza e la bellezza dei panorami varia radicalmente, un chilometro dopo l’altro. In vista della tappa di Baritalia, in calendario il 19 luglio a Reggio Calabria, prosegue il nostro tour alla scoperta di quelle realtà che tengono alta la bandiera del buon bere miscelato in questo territorio. Dopo il tour siciliano, il primo balzo sulla terra ferma avviene nella città di Reggio Calabria. Qui Agostino Crucitti, nella cui famiglia scorre l’ospitalità nelle vene, gestisce due realtà che richiamano sole, Dolce Vita e spensieratezza. La prima, di recentissima apertura, si chiama “Experience, pescatori al bar”.

Un ambiente ricercato che unisce alla miscelazione la cucina di pesce. Dietro il banco, un’ampia selezione di distillati e una carta composta da dieci drink, rappresentativi dei decenni che vanno dall’inizio del ‘900 ai giorni nostri. Accanto al Mojito de El Floridita si trova il Paper Plane di Sam Ross o il Suffering Bastard di Joe Scialom. Oltre a questi, una piccola lista di signature tra i quali figurano quattro “sensoriali”, cocktail che coinvolgono più sensi: dal drink da bere con il visore 3D a quello da degustare con occhi bendati e cuffie che ripoducono i suoni del mare. Tolte le cuffie e percorsi poche centinaia di metri, si arriva davvero al mare: al Bahianaca, la location reggina scelta per ospitare Baritalia. Una struttura estiva a venti passi dall’acqua. Qui la musica scandisce il ritmo delle calde giornate estive e gli ombrelloni sono il luogo di riparo per la degustazione di pozioni tropicaleggianti e fresche che escono dall’affollato bancone del bar. Nei due locali, si può incontrare Carmelo Martino, già membro del Drink Team di Bargiornale nel 2017, che collabora con la sua expertise ad alcuni eventi.

Costeggiando la costa ionica, si arriva al Top di Siderno, paese costiero che conta 25.000 abitanti, che si quintuplicano durante il fine settimana. È qui che Nicolò Bolognino e Davide Russo, hanno aperto da giovanissimi il loro locale nel dicembre del 2013. Un cocktail bar con ristorazione ricavato all’interno di un’antica prigione dell’Ottocento che ha presto fatto breccia nelle abitudini della clientela locale grazie a un’ampi drink list, pensata per abbinarsi ai piatti, con miscelati studiati per ogni momento della giornata. Celebri le numerose varianti di Negroni, che richiamano curiosi amatori del dolceamaro da chilometri di distanza.

Costeggiando verso nord sulla sponda ionica, nella piccola località balnere di Sellia Marina, si incontra un’altra scommessa andata a buon fine: Lido Faro Blu. Si tratta di uno stabilimento balneare di proprietà della famiglia Dragone dal 1985. Inizia come piccolo chiosco, crescendo di anno in anno, prima come ristorante e poi - dal 2017 - anche come cocktail bar. Domenico, che ne dirige il bar, ha portato al suo lido tutte le esperienze fatte girando intorno ai banconi di tutta Italia. La sua drink list ha uno stile classico, applicata a un contesto estivo. La fascia oraria più ambita è quella che va della 23 alle 2 di notte. In questo lasso di tempo vige una regola: non vengono preparati più di 200 drink. Per cui succede spesso che, quando poco dopo lo scoccare della mezzanotte vengono annuncate le ultime decine di drink disponibili, si crea una gara tra clienti per accaparrarsi il proprio last call.

Una manciata di chilometri e siamo a Crotone, per conoscere un altro Domenico (Federico), che ha seguito le orme del padre Antonio, capostipite della miscelazione crotonese. L’Alexander apre sul finire degli anni ‘80. Un bar al passo con i tempi, che partiva dalla mattina e finiva nel dopocena con l’american bar. La sua sede storica è stata recentemente spostata, e da pochi anni è nato anche l’Alexander “a mare”, la versione estiva. Entrambi i locali seguono la filosofia del “Calabrian Tiki”. Domenico, anche detto “Dom Beach”, è tra i fondatori del movimento, che gioca con le similitudini tra il folklore Tiki e quello calabrese, che si rispecchia soprattutto nelle maschere che nella tradizione locale allontanavano gli spiriti maligni, e che diventano tiki mug prodotte dai mastri ceramisti di Bagnara.

Un cocktail come l’Hurricane diventa il Rotalupo (nome dialettale per uragano), con il passion fruit calabrese e il succo di bergamotto. Il Calabrian Tiki dal lato ionico è affidato all’esperienza di Federico, mentre quello tirrenico è appannaggio di uno storico personaggio della miscelazione calabra: Francesco Mazzitelli. Nel suo locale di Tropea, il Madison Cafè, fa della territorialità il proprio chiodo fisso: i signature utilizzano sempre prodotti calabresi, anche di piccolissime realtà locali. Basti pensare che una sezione del menu conta ben venti amari, tutti prodotti in Calabria. A queste chicche della liquoristica regionale si affianca però una vastissima bottigliera, che conta circa 1.000 referenze da tutto il mondo. Il territorio è il motivo di ispirazione anche della cucina di Nino Rossi, chef e proprietario di Qafiz, ristorante stellato nell’entroterra dell’Aspromonte. Amante dei luoghi e delle identità di carattere, Nino apre nel dicembre 2019 Aspro, il cocktail bar del suo ristorante.

È lui l’ideatore dei dieci drink del menu: una miscelazione complessa, che mescola la grande esperienza tecnica della cucina agli abbinamenti dettati dalla prossimità: si miscelano ingredienti che condividono lo stesso ecosistema territoriale. Dall’abete bianco alla colatura di alici, passando per la castagna fermentata e il gelsomino.

L’ultimo giro di boa avviene a Cosenza, con due locali a pochi metri di distanza. La Bodega è un piccolo spazio pieno zeppo di bottiglie, che si sviluppa principalmente nell’ambiente esterno. Roberto Gulino lo apre nel 2016 con la voglia di offrire alla città un locale in cui vi potesse essere un’ampia scelta, unita ad un servizio curato e di qualità. La bottigliera spazia tra malti, canna da zucchero e agave, con una particolare attenzione verso il gin e le acque toniche (13 tipologie). Il menu dei cocktail è diviso per famiglie di drink o per basi alcoliche e, anche qui, il territorio si esprime nelle ricette: fichi, agrumi, peperoncino, sono tra gli ingredienti dei twist di grandi classici.

Il Jigger di Camillo Vocaturo apre a un anno di distanza, qui l’assortimento di bottiglie non si esaurisce ai soli distillati, ma anche in un’ampia selezione di vino e birre artigianali. La drink list è composta da 30 cocktail, divisi tra classici e creazioni della casa. Un locale prettamente serale, che spesso accompagna i drink con il sushi, con aperitivi tematici e cocktail in abbinamento.

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