La grande stagione dell’alta definizione

Attività –

Il nuovo standard televisivo rende ancora più spettacolari e attraenti le visioni su megaschermi, specie dei maggiori eventi sportivi. E spingono nuovi locali ad abbonarsi alla pay-tv. Così i due big rafforzano le offerte (e i controlli)

Per molti gestori di locali, il calcio ha un indubbio vantaggio: quello di garantire, per buona parte dell'anno, almeno una-due sere a settimana di grande affluenza. Il che, di questi tempi, non è davvero poco. E spiega anche come, negli ultimi anni, il numero di locali che abbia scelto di comprarsi l'abbonamento alla pay-tv sia in crescita, soprattutto nel segmento dei bar serali e notturni.
Una tendenza che quest'anno potrebbe subire un'impennata, complice un'offerta di mercato all'insegna di più qualità, più quantità e più convenienza.
La prima, e principale, novità dell'autunno è l'irrompere in modo massiccio nei programmi delle pay-tv dell'Hd, l'alta definizione, nuova modalità di trasmissione destinata a rendere estremamente più attraente la visione televisiva, soprattutto per quanto riguarda gli eventi sportivi (oltre all'intrattenimento). Sky ne fa il proprio cavallo di battaglia, mettendo in campo ben sei canali sportivi in Hd, di cui tre di calcio (vedi riquadro a pag. 40). Mediaset Premium, dal canto suo, risponde con anticipi e posticipi della serie A in Hd (riquadro a pag. 38). Dalla qualità alla quantità: tra grandi eventi sportivi, e ampliamento dei palinsesti, l'offerta non è mai stata così ricca. Le Olimpiadi invernali di Vancouver (12-28 febbraio 2010), ma soprattutto i Mondiali di Calcio in Sudafrica (11 giugno -11 luglio 2010), cavalli di battaglia di Sky, saranno eventi capaci di tenere incollati agli schermi milioni di appassionati, che potranno goderseli in alta definizione. Ma l'offerta televisiva diventa ogni stagione più ricca di eventi, programmi e anche canali, grazie anche all'arrivo del digitale terrestre.
Sul fronte della convenienza, Mediaset Premium ha lanciato, per i locali che ancora non si sono dotati di pay-tv, un'offerta molto aggressiva per chi si “accontenta” del solo calcio.

Il pallone resta il re

Tutte le ricerche di mercato degli ultimi anni confermano un fenomeno già ampliamente noto a tutti: per i locali pubblici, il calcio è di gran lunga il contenuto più gettonato dai clienti. Una vera manna anche perché, stagione dopo stagione, l'offerta si è moltiplicata: serie A, serie B (particolarmente interessante per i locali delle città che hanno squadre in quel campionato), Champions League, campionati stranieri hanno invaso gli schermi, moltiplicando il numero di serate in cui è possibile offrire in visione una partita di cartello. Per non parlare di eventi come Campionati Europei o Mondiali. Grazie al calcio, i locali pubblici sembrano aver riscoperto la vocazione a luoghi di socializzazione che avevano agli albori della televisione. Buona parte di chi va al bar a vedersi una partita, infatti, lo fa per scelta, dal momento che ha l'abbonamento alla pay-tv in molti casi ce l'ha anche a casa.
L'arrivo dell'alta definizione potrebbe rimescolare le carte: i locali dotati dei televisori Hd, infatti, potrebbero sottrarre clientela a quelli che non hanno un impianto adatto alla trasmissione delle partite in alta definizione. Il suggerimento a chi decide di investire nell'impianto Hd (e a chi già ce l'ha) è quindi quello di dare adeguato risalto alla propria offerta.
Proprio sul fronte della comunicazione sembrano ancora esserci grandi margini di miglioramento: molti locali, infatti, non promuovono come potrebbero la propria offerta tv.
Le pay-tv se ne sono accorte. E hanno cominciato a predisporre una serie di strumenti di supporto alla comunicazione dei bar, naturalmente a proprio marchio. Così, sia Mediaset sia Sky offrono, nella parte del sito dedicata ai pubblici esercizi, la possibilità di scaricare una serie di locandine da mettere in vetrina per pubblicizzare le partite di cartello o altri grandi eventi sportivi.
Una volta portati i clienti all'interno del locale, occorre garantire loro una visione ottimale: con l'alta definizione, certo, ma anche posizionando più schermi per ottimizzare la fruizione. Chi ha una pluralità di spazi a disposizione, potrebbe anche valutare la possibilità di prendere più decoder per offrire in contemporanea più partite o anche una programmazione alternativa al calcio. «I nostri funzionari commerciali - afferma Ivano Airoldi, direttore Business Bar&Hotel di Sky Italia - sono sempre disponibili a fornire consigli e suggerimenti su come sfruttare al meglio la nostra vasta offerta tv».
«Oltre alla comunicazione - afferma Marco Rosini, direttore commerciale di Mediaset Premium - i gestori dei locali che offrono il calcio potrebbero puntare sull'animazione dell'evento. Per esempio offrendo consumazioni gratuite ai clienti che indovinano l'esito della partita». Un suggerimento declinabile in mille possibili varianti: si può chiedere di indovinare l'autore del prossimo gol, chi sarà sostituito, chi entrerà in campo ecc. Con l'indubbio risultato di aggiungere attrattiva e “pepe” alle partite trasmesse nel vostro locale.
Finendo magari per attrarre anche chi è abituato a vedersela a casa.

C'è business oltre il calcio
Confortate dal gradimento del pubblico, le pay-tv stanno progressivamente allargando l'offerta sportiva ad altri eventi cosiddetti minori.
Sky, per esempio, punta molto sulla Formula 1 e sul rugby (con il Sei Nazioni), cui affianca eventi quali il golf o il tennis, di potenziale interesse per una nicchia di locali “esclusivi” e specializzati, come nel caso dei circoli.
Mediaset Premium, dal canto suo, punta sul Motomondiale, proponendo - oltre alle gare di tutte le classi - contenuti in esclusiva come le prove libere, le qualifiche e i warm up.
Anche questi sport sono in grado di generare business per i locali, soprattutto se sono capaci di promuoversi localmente. Diventando, per esempio, il luogo di riferimento dei tifosi di un certo motociclista o degli amanti del rugby.

La tv come intrattenimento

Al di là della trasmissione di eventi sportivi dal vivo, non va sottovalutata la possibilità di utilizzare la televisione come forma di intrattenimento anche al bar. Le ricerche di mercato evidenziano una discreta percentuale di clientela interessata o molto interessata ai programmi musicali (il 45,9%) e alle news (39%).
«Ogni locale - afferma Airoldi - dovrebbe scegliere la programmazione più adeguata in funzione della propria clientela, delle dimensioni che ha e degli orari in cui sta aperto».
Così i canali musicali possono costituire un'opzione interessante per i locali serali più trendy, mentre quelli all news (generalisti o dedicati allo sport) possono costituire un motivo di attrattiva in più per i locali diurni posti in aree di grande passaggio, offrendo valore aggiunto specialmente a quelli di piccole dimensioni.
E c'è anche chi, come per esempio il Piccadilly di Senigallia (An) è arrivato a costruire il locale “attorno” all'offerta televisiva, con piccoli televisori costantemente sintonizzati sulle notizie e sul meteo all'ingresso del locale, maxischermo con proiettore per le partite e una barra con una manciata di monitor individuali. Questi ultimi pensati per concedere, magari a chi pranza da solo o è in giro per lavoro, la possibilità di rilassarsi per un po' davanti al proprio programma preferito o concedendosi il lusso di impadronirsi del telecomando e di fare zapping anche al bar.
Il messaggio è: visto che attrezzare il locale con televisori o schermi è un investimento, e in più costa in in canoni e consumi, è opportuno pensare a come strutturare al meglio la propria offerta. Solo così potrà dare valore aggiunto, in termini di business o semplicemente di immagine, al locale.
L'alternativa è spendere dei soldi per poi magari veder scappare i clienti. Infastiditi dal fatto di entrare nel vostro locale e scoprire che devono far fatica a parlare con chi gli è vicino perché il volume eccessivo del televisore non glielo permette. O, peggio, che devono far fatica a parlare con chi è dietro il banco perché impegnato a guardarsi qualche interessantissima (solo per lui) trasmissione.

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