Più facile aprire un ristorante

Intraprendere - Norme –

Che cosa bisogna fare per ottenere l’autorizzazione all’apertura di un ristorante

1 Che cosa bisogna fare per ottenere l’autorizzazione all’apertura di un ristorante? Una premessa è doverosa. L’intero apparato normativo è in continuo fermento; ci sono Regioni che adottano un sistema di liberalizzazione delle autorizzazioni a seguito del “decreto Bersani”, abolendo, così, i contingenti numerici. Ciò significa che chiunque voglia aprire una struttura può farlo, senza autorizzazioni. Altre regioni, invece, adottano il vecchio sistema dei limiti dei contingenti numerici. In altre parole, le domande di autorizzazione sono accolte o rigettate in relazione alla disponibilità o meno di nuove autorizzazioni concesse dal Comune in considerazione di una serie di criteri e parametri (numero della popolazione residente, reddito della popolazione, flussi turistici, ecc.). Ma la situazione sta per cambiare grazie ad una recentissima sentenza del Consiglio di Stato.
2 Che cosa stabilisce questa sentenza? Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 2008 del 5 maggio 2009, anche a seguito della legge 248/2006 (decreto Bersani), ha stabilito che è illegittimo imporre il rispetto dei limiti riferiti a quote di mercato predefinite o calcolate sul volume delle vendite a livello territoriale in base alla vecchia legislazione in materia (l. n. 287/1991). Ha anche stabilito che le attuali norme impongono alle Amministrazioni di non adottare misure che incidano in maniera diretta o indiretta, sull’equilibrio tra domanda e offerta, evitando di applicare sistemi che prevedano dei limiti numerici. Grazie a questa sentenza si ha un’ulteriore conferma sull’illegittimità di qualsiasi forma di contingente numerico che limiti l’iniziativa economica e non garantisca una liberalizzazione controllata delle attività commerciali.
3 Accertata la possibilità di ottenere l’autorizzazione come deve muoversi il futuro ristoratore?
La domanda per l’apertura di un esercizio destinato alla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande può essere presentata allo Sportello unico per le attività produttive (Suap) del Comune in cui si intende avviare l’esercizio; oppure, se non è stato ancora attivato il Suap, al direttore del servizio gestione attività economiche. Il Suap ha il compito di rilasciare un unico provvedimento “onnicomprensivo” di tutte le altre autorizzazioni per poter avviare l’esercizio.
4 Cosa fare, invece, per l’autorizzazione sanitaria?
 Alla domanda di autorizzazione comunale, da presentare al Suap, dovrà essere allegata la richiesta all’Asl dell’idoneità sanitaria del locale, corredata da altri documenti (relazione tecnica dell’attività, planimetria, ecc.). Con il D.lgs. 6 novembre 2007, n. 193 è stata introdotta una importante novità, che ha abrogato l’art. 2 della legge 283/1962, che prevedeva l’obbligo dell’autorizzazione sanitaria per le strutture ristorative. In sostituzione dell’autorizzazione sanitaria è consentito al titolare della struttura di notificare al Comune, a mezzo di una Dia (dichiarazione d’inizio attività) differita, la registrazione del possesso dell’impresa dei requisiti minimi in materia d’igiene previsti dagli Allegati 1 e 2 del regolamento (CE) 852/2004. In seguito alla presentazione della Dia al Comune, l’Asl competente deve effettuare un sopralluogo di verifica, dal quale può emergere: la conformità delle attività ai requisiti, la non conformità lieve ai requisiti (l’impresa può essere avviata ma gli impedimenti dovranno dovranno essere risolti entro i termini stabiliti dall’Asl); la non conformità rilevante (l’attività non potrà cominciare).
5 È possibile rendere ancora più semplice questa procedura? In che modo? In alcune Regioni già è possibile intraprendere l’attività ristorativa dandone semplicemente comunicazione al Comune con una dichiarazione di inizio attività (DIA), senza richiedere l’autorizzazione comunale, ma richiedendo solo l’auto

AUTORIZZAZIONI
Modulo
La domanda allo Sportello unico per le attività produttive (Suap) per la nuova apertura di un ristorante, completa di bollo, deve contenere i seguenti dati: i dati anagrafici del richiedente; l’autocertificazione dei requisiti professionali e dei requisiti morali;l’indicazione della tipologia di esercizio (ristorante, bar, trattoria ecc.);la descrizione dei locali e delle attrezzature; l’ubicazione e l’insegna dell’esercizio; la dichiarazione di disponibilità dei locali; la dichiarazione di conformità dei locali ai requisiti igienico-sanitari prescritti dalla normativa, alle norme urbanisticoedilizie previste dal regolamento comunale e ai criteri di sorvegliabilità dei locali.
Durata
L’autorizzazione amministrativa è valida fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello del rilascio ed è rinnovabile con una domanda di prosecuzione dell’attività, tranne i casi in cui sono sorti degli impedimenti.
Agevolazioni
Pur liberalizzate, le nuove aperture potranno sottostare ad altri parametri. Potranno essere agevolate le strutture che non rovinano l’immagine dei centri storici o che non creino problemi di viabilità, di traffico, di parcheggio o di sicurezza.

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